Tutto è perduto fuorché il quarto posto

Non conosco personalmente Gianpiero Gasperini, ma posso provare a immaginare più o meno cosa farà lunedì prossimo. Con i pochi elementi che ho a disposizione, ossia le interviste rilasciate nelle ultime settimane, cercherò di dare un’idea di quello che potrà fare nel giorno della ripresa dell’attività di preparazione. Il “grande timoniere” (non è un soprannome […]


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Non conosco personalmente Gianpiero Gasperini, ma posso provare a immaginare più o meno cosa farà lunedì prossimo. Con i pochi elementi che ho a disposizione, ossia le interviste rilasciate nelle ultime settimane, cercherò di dare un’idea di quello che potrà fare nel giorno della ripresa dell’attività di preparazione. Il “grande timoniere” (non è un soprannome politico, come quello di Mao, per carità, ma rispecchia soltanto il suo ruolo professionale) convocherà il suo equipaggio in un grande salone affrescato di Villa Rostan. Dopo alcuni secondi di silenzio, che agli astanti potranno sembrare un’eternità, comincerà a parlare nel suo modo fermo e conciso, con lieve accento sabaudo, in una specie di arrabbiatura fredda esposta senza fare alcuna piazzata. «Adesso mi direte uno per uno quali sono stati le motivazioni del vostro blocco in campo e perché non avete seguito le mie indicazioni contro la Lazio». Poi ascolterà fuori dalla stanza uno per uno i suoi ragazzi e trarrà molte indicazioni da ciò che diranno. Poi, tutti in campo a sudare e allenarsi.

Questo è solo un possibile racconto. Di sicuro Gasperson parlerà ai suoi giocatori e valuterà in fretta il loro stato di forma, anche perché dovrà rendere conto al presidente Preziosi di un incidente di percorso imprevisto, ma che può mettere in discussione il sogno della Champions League. Incidente che lascia ancora più l’amaro in bocca dopo il pareggio di ieri sera della Juventus in casa con l’Inter. Se il Genoa avesse vinto, ci sarebbe potuto essere un rimescolamento delle posizioni per l’ammissione alla massima competizione continentale. Ma è la Lazio che è uscita trionfante da Marassi: aggiungo anche meritatamente.

In tanti staranno pensando a una crisi da appagamento dei calciatori rossoblù. Non è così per fortuna. Scorrendo il film della gara, si notano i primi 15 minuti di fuoco del Genoa: poi il calo e il black out della squadra. Si può tranquillamente affermare che è stato merito della formazione di Delio Rossi che ha saputo imporre il suo gioco, costruito attorno alla distruzione di quello avversario e al contropiede. Insomma, non ha fatto l’errore della Juventus che, in dieci uomini, ha continuato ad accettare il modo di giocare del Genoa impostato sulla velocità e il dinamismo. La Lazio ha chiuso le fonti del centrocampo rossoblù. Ha prima tenuto Thiago Motta lontano dalle punte (anche se in verità non ha fatto molto per starvi dietro come contro la Juve) e poi ha bloccato le fasce laterali, dove Criscito e Modesto (ma anche Rossi entrato nel secondo tempo) hanno creato molto poco, tranne nel primo quarto d’ora del primo tempo. Forse ciò deriva anche dal fatto che il Genoa imposta il proprio gioco, ma lascia anche spazio alla manovra avversaria: era accaduto anche contro l’Inter, gara che ho visto in Gradinata Nord. L’”armada” di Mourinho ha disputato (ma ovviamente con ben altri uomini) una partita simile a quella della Lazio: un “muro”(rende meglio l’idea rispetto al catenaccio) e contropiede. Ma proprio perché il Genoa ha sofferto questo tipo di gioco e non tutte le squadre del nostro campionato lo praticano, si può affermare (parafrasando la frase di Francesco I di Francia chiuso dagli spagnoli nel 1500 nella Torre del Guado di Pizzighettone) che «tutto è perduto fuorché il quarto posto». Bisognerà tenere oggi l’orecchio alla radiolina, sperando che arrivino buona notizie da Udine dove gioca la Fiorentina. I Viola affronteranno domenica prossima la Roma nello spareggio Champions: probabilmente una delle due dovrà dire addio alla più ricca manifestazione dell’Uefa. Insomma, mors tua vita mea. Ma il Genoa dovrà necessariamente conquistare i tre punti a Bologna per restare in corsa senza patemi e problemi: sperando anche nel recupero “dell’arma segreta” Milito, che potrebbe risultare decisiva nell’ultimo mese di campionato.

Marco Liguori

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