Tanta sofferenza, ma alla fine il gol di Pinilla stende la Lazio

«Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su in Bismantova e ‘n Cacume con esso i piè; ma qui convien ch’om voli…». Permettetemi, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, di usare ancora in metafora i versi del sommo Dante (Purgatorio canto IV) con la gara del Genoa. Se le partite del […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

«Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su in Bismantova e ‘n Cacume con esso i piè; ma qui convien ch’om voli…». Permettetemi, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, di usare ancora in metafora i versi del sommo Dante (Purgatorio canto IV) con la gara del Genoa. Se le partite del Grifone non iniziano in modo impervio come i luoghi citati dal poeta (e c’è anche Noli, località del Ponente ligure circondata da monti alti, a me cara) non sono gare di “balùn”: occorre soffrire, per tutta una serie di svariati motivi, per poi godere nel finale con il gol liberatorio di Pinilla che ha spalancato le porte al meritato successo sulla Lazio. «…qui convien ch’om voli…»: e l’attaccante cileno è entrato carico in campo, come se volasse, con tanta forza e grinta da vendere, superando la difesa avversaria e ogni tipo di difficoltà.

Quella odierna è stata una partita a due facce. Nel primo tempo il Genoa sembrava una squadra poco reattiva: centrocampo ceduto agli avversari, le fasce a turno in balia di Anderson, Parolo, Lulic e Candreva. I rossoblù hanno subito a lungo il gioco avversario, orchestrato da Biglia. Molto probabilmente l’aver arretrato il baricentro della squadra con quattro difensori ha favorito le folate avversarie. Non a caso GattoPerin si è dovuto superare in tre occasioni. Gasperini ha ammesso che il primo tempo non gli è piaciuto. Ma la sua forza consiste nel saper leggere le gare e di effettuare i cambi. Via Matri, che deve ancora entrare nei meccanismi del tecnico, Antonini (recuperato in pieno e applauditissimo dai tifosi) e Kucka (oggi un po’ in ombra), dentro Pinilla, Bertolacci e Lestienne. La squadra avanza il baricentro e costringe con questo trio, con in più Perotti ripresosi dopo un primo tempo poco incisivo, i biancocelesti a indietreggiare. La difesa è stata finalmente pressata dai rossoblù che riconquistavano via via anche il centrocampo. La partita si è incanalata su terreni più favorevoli per gli uomini del Gasp: è arrivata anche l’espulsione di De Vrij che era in difficoltà davanti all’arrembante Pinilla. Ed è arrivato il gol della vittoria che consente di andare a Verona con quattro punti.

Sia ben chiaro: nessuno si illude che il Genoa si reca al Bentegodi con un atteggiamento spavaldo e di prendere tre punti facili facili. C’è però la consapevolezza di avere carattere e di possedere anche una buona tenuta atletica: un elemento importante, quest’ultimo, visto che si dovranno giocare altre due gare in settimana. E l’ultima è il derby “casalingo”. Passo e chiudo!

Marco Liguori

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET 

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.