Senza attaccanti esterni il Grifone non può volare

Perdere contro la Roma fuori casa ci può stare: il Grifone non è stata mica battuta dalla Lupa Frascati, ma da una squadra pretendente alle piazze Champions. E’ il modo in cui è avvenuta la sconfitta che lascia delusi e perplessi. Non c’è niente da fare: senza gli attaccanti esterni sulle fasce il Genoa non riesce […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Perdere contro la Roma fuori casa ci può stare: il Grifone non è stata mica battuta dalla Lupa Frascati, ma da una squadra pretendente alle piazze Champions. E’ il modo in cui è avvenuta la sconfitta che lascia delusi e perplessi. Non c’è niente da fare: senza gli attaccanti esterni sulle fasce il Genoa non riesce a svolgere il suo gioco. E’ una delle componenti essenziali del gioco di Gasperini: le due punte si incrociano da sinistra a destra, corrono sulle fasce e si sovrappongono con i centrocampisti di fascia, porgono palloni giocabili in area di rigore e all’occorrenza tornano a centrocampo e in difesa per dare manforte ai compagni. Mancando Palladino e Palacio tutto questo lavoro offensivo e di copertura manca completamente: se poi oggi Mesto, tranne rare occasioni, incide poco e Sculli si infortuna ecco spiegata la mancanza di energia. Insomma, al Grifo mancano completamente le ali e non riesce a volare. Tomovic e Fatic sono due ragazzi acerbi con tanta accettabile buona volontà: ma nulla di più. Forse è per questo che Preziosi ha giustamente cercato di acquisire nei giorni scorsi Candreva dall’Udinese: anche in previsione del ritorno a pieno regime (che non avverrà in tempi brevi), dopo il lungo infortunio occorsogli lo scorso agosto, di Bosko Jankovic. Piccolo suggerimento sottovoce: si sarebbe potuto cambiare Sculli con Crespo schierato al centro con Suazo a sinistra. Sicuramente meglio che mettere Fatic: il montenegrino sembrava anche fuori ruolo.

Ma a mio modesto modo di vedere, ieri all’Olimpico contro una Roma tonica in piena forma anche il centrocampo rossoblù ha latitato. E’ sparito soprattutto Juric: l’anno scorso cancellava dal campo il portatore di palla avversario. Invece Brighi aveva sempre un’autostrada davanti: il giallorosso era libero di scendere in profondità e servire deliziosi palloni per gli attaccanti. In più il tanto decantato gioco sulle fasce, cuore e motore propulsore della filosofia gasperiniana, non si è mai visto. E’ chiaro che se viene meno la “diga” di centrocampo, la difesa (pur non esente da colpe) non può resistere. Con le tre reti di ieri, il reparto arretrato ha subito finora 35 gol: non ha offerto una prova soddisfacente Dainelli, che in occasione dei due colpi vincenti di Toni non lo marcava a francobollo come avrebbe dovuto fare. Forse è un problema anche di assimilazione degli schemi da parte dell’ex viola: da giocatore esperto, sicuramente saprà ambientarsi ad essi in tempi brevi. La difesa non riesce più a impostare come vorrebbe Gasperini: i palloni sono lanciati in avanti alla carlona, non c’è più un ordine. Nella prossima sessione di allenamento ci sarà certamente una seduta in cui il tecnico spiegherà con fermezza che così non va e pretenderà un chiarimento con i suoi uomini: non è possibile non contrastare gli avversari e lasciare che entrino come una lama nel burro.

Adesso arrivano due gare consecutive e decisive: mercoledì il Bari, domenica l’Atalanta. Nel girone di andata questi avversari non avrebbero creato problemi: adesso no. In attesa di buone nuove dal calciomercato, si spera quantomeno nel ritorno di “caballero” Palacio: le sue giocate e i suoi cross servono come l’aria a una squadra asfittica come quella attuale. E non si può augurare una ripresa anticipato dall’infortunio di “Palladinho pensaci tu” ispiratore del gioco rossoblù. Sarebbero necessari sei punti: l’importante non è avere un bel gioco per conseguirli, ma ottenerli e basta per smuovere la classifica e ridare morale alla truppa. E’ un vero peccato con l’attuale classifica corta, con la zona Europa League a tre punti, non riuscire ad approfittare dell’occasione: al Genoa occorre più regolarità, elemento che quest’anno purtroppo manca.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.