Se 30 milioni di incremento del patrimonio calciatori vi sembran pochi

Diversi tifosi hanno espresso il loro rispettabile dissenso alla cessione di Ranocchia e malumore per la politica di mercato del presidente Enrico Preziosi. L’articolo odierno del nostro collaboratore Federico Santini, redatto dall’alto della sua esperienza di responsabile in una società operante nella grande distribuzione (e, ovviamente, con la sua fede genoana), ha spiegato i perché […]


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Diversi tifosi hanno espresso il loro rispettabile dissenso alla cessione di Ranocchia e malumore per la politica di mercato del presidente Enrico Preziosi. L’articolo odierno del nostro collaboratore Federico Santini, redatto dall’alto della sua esperienza di responsabile in una società operante nella grande distribuzione (e, ovviamente, con la sua fede genoana), ha spiegato i perché di questa politica e l’accortezza della gestione del patron del Genoa. Vorrei sottolineare due cifre: innanzitutto l’incremento di ben 30 milioni di euro (per la precisione da 70 a circa 100 milioni) del patrimonio calciatori tra il 2008 e il 2009. Ciò dimostra che Preziosi sa reinvestire perfettamente i soldi introitati. L’altro è l’ammontare delle plusvalenze da 42 milioni con cui riesce a ovviare ai 38,7 milioni di perdite. Entrambe fanno comprendere che la società ha una base patrimoniale solida e una corretta operatività gestionale. Ciò le consente di poter navigare nella tanto agognata parte sinistra della classifica e di guardare con fiducia al futuro: gli eventuali risultati ottenuti in più rispetto all’obiettivo di partenza è tutto grasso che cola. Insomma il Genoa non può competere con potenze economiche Milan, Inter e Juventus, ma può ottenere buoni risultati e avere giuste ambizioni con questa politica. Occorre anche tempo: non si può ottenere tutto e subito.

Si dirà: ma così facendo la squadra difficilmente può avere una continuità. In parte è vero e in parte no: il calcio non è una scienza esatta e non risponde solo e sempre a criteri di bilancio, al tipo di schieramento, di tattica e alle tecniche di allenamento. Ad esempio chi avrebbe scommesso su Thiago Motta dopo il suo infortunio a Barcellona? Preziosi lo ha fatto con coraggio e convinzione: gli è riuscito perfettamente. Ma se gli fosse andata male, le critiche si sarebbero sprecate. Altro esempio: ci si attendeva che Veloso, dopo le sue prestazioni più che convincenti nello Sporting, sarebbe stato un centrocampista che avrebbe consentito al Grifo il salto di qualità. E invece è andata, almeno per ora, in modo opposto: è forse anche questa la bellezza del mondo del pallone, ossia la sua imprevedibilità. Riprova che in campo non scendono robot programmati, ma uomini. Ora potrebbe anche accadere che Paloschi recuperi dal suo infortunio dell’anno scorso: è un evento possibile e potrebbe restituire al meglio un attaccante che era stato giudicato molto promettente. Esempi a parte, l’importante è che si cerchi in tutti i modi di perseguire al meglio i propri obiettivi. Finora il presidente ci è riuscito e ha assicurato al Genoa di competere ad alti livelli. Il mercato di gennaio potrebbe inserire i giusti correttivi: le somme, però, si potranno tirare soltanto a fine campionato e commentare il lavoro svolto.

Marco Liguori

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