Scusate il ritardo, il Vecchio Balordo dormiva: l’ha svegliato Preziosi

Scusate il ritardo: sono trascorsi 17 anni dall’ultima (e felice) apparizione del Grifone in Europa. Ha deciso di appisolarsi un po’, il Vecchio Balordo: ma alla fine ce l’ha fatta a tornare nell’elite del calcio continentale alla fine della stagione 2008/09 svegliato e spinto dalla tenacia del suo presidente, Enrico Preziosi, che ha deciso di […]


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Scusate il ritardo: sono trascorsi 17 anni dall’ultima (e felice) apparizione del Grifone in Europa. Ha deciso di appisolarsi un po’, il Vecchio Balordo: ma alla fine ce l’ha fatta a tornare nell’elite del calcio continentale alla fine della stagione 2008/09 svegliato e spinto dalla tenacia del suo presidente, Enrico Preziosi, che ha deciso di non mollare mai nemmeno dopo l’ingiusta retrocessione in serie C1 del 2005. Anzi, l’ha strappato dai polverosi soffitti di Palazzo Ducale, dove dormiva, per riportarlo a volare nell’azzurro del cielo. E’ stata una favola vissuta intensamente da tifosi, dirigenti, staff tecnico e giocatori genoani. Ma non c’è soltanto il rientro in Uefa Europe League: riepiloghiamo uno per uno tutti risultati. Eccoli: innanzitutto il quarto posto in campionato alla pari con la Fiorentina. Il regolamento l’ha assegnato ai Viola per gli scontri diretti: se si guardasse alla differenza reti, sarebbe appannaggio del Genoa. Passiamo alla Coppa Italia: raggiunti gli ottavi di finale in Coppa Italia in cui il Grifone è stato eliminato (si noti bene, giocando in 10 uomini) dall’Inter soltanto nei tempi supplementari. Passiamo al settore giovanile, vero fiore all’occhiello della società rossoblù, poiché è riuscita a piazzare nella fase finale tutte le sue formazioni: la Primavera ha vinto la Coppa Italia ed è stata eliminata con onore nella fase finale, solo ai calci di rigore dal Chievo. Considerata l’annata più che soddisfacente, a questo punto voglio fare come Humprey Bogart in “Casablanca” e dire: «Play it again Sam». Una stagione come quella appena trascorsa non solo va “suonata” nuovamente, ma (speriamo) potrebbe essere ancora migliore: c’è anche il torneo Uefa da disputare e anche questo torneo potrebbe essere foriero di successi per il Genoa. 

Annata buona quindi. Come se fosse uno Sciacchetrà, un Rossese oppure un Vermentino d’annata. E chi è l’artefice della creazione questa “vigna” ricca e ubertosa? E’ Preziosi, il condottiero che ha consentito la resurrezione dall’inferno della C1 fino all’Europa, attraverso una saggia politica di acquisto, valorizzazione e vendita dei cartellini dei calciatori e il ripianamento delle passività immettendo capitali freschi nelle casse societarie. Milito e Thiago Motta sono stati ceduti all’Inter, ma con valida contropartita tecnica ed economica: arrivano Crespo, il giovane Acquafresca (che sarà prestato, ma sarà l’attaccante del futuro), Floccari, e forse Dembelè e Quaresma. Stanno arrivando nuovi uomini per Gianpiero Gasperini, che saprà nuovamente assemblare il motore e il telaio del Genoa da corsa che dovrà essere presente su tre fronti nel 2009/10. Dunque, la strategia dei piccoli passi condotta dal numero uno rossoblù sta portando, anno dopo anno, tanti ottimi frutti. Ma Preziosi ha saputo anche ottenere rispetto, simpatia e riconoscimento della correttezza societaria da parte di tutti: dalle istituzioni calcistiche a quelle dell’ordine pubblico. Chissà, forse un giorno arriverà «il nostro scudetto», come recita l’inno del Genoa, della stella: se dovesse accadere (me lo auguro in tempi relativamente brevi) io, Claudio Baffico e Fulvio Banchero di Pianetagenoa1893.net saremo pronti a raccontarlo.

Permettete un mio sincero ringraziamento a tutti i tifosi genoani. Domenica scorsa allo stadio ho letto con commozione gli striscioni inneggianti al gemellaggio con la tifoseria napoletana, srotolati verso la fine di Genoa-Lecce. Anzi a mio modesto avviso la scritta “Il napoletano è mio fratello”, accompagnato dal coro della Gradinata Nord e della Sud “Napoli! Napoli”, è stato qualcosa di più intenso e profondo del semplice gemellaggio: era insieme un abbraccio e un inno alla civiltà, che tante gruppi di sostenitori dovrebbero imitare. Io adoro la città di Zena e i colori rossoblù: quando sono qui, mi sembra di essere a Napoli, con il suo sole, i suoi “viche” (in genovese “caruggi”), il suo mare, le sue dolci colline. E anche quando si sta a Marassi sembra come essere al San Paolo: c’è un vero clima di festa.

Marco Liguori

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