Sconfitta maturata nei primi sciagurati 30 minuti. Arriva il Crotone: bisogna cambiare registro

I regali difensivi agli avversari hanno compromesso la prestazione del Genoa. Occorrono più velocità e contropiede, meno possesso palla, per fare punti

Marco Liguori (Pianetagenoa1893.net)

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Purtroppo stasera si è compiuto il temuto “deja vu”. Dopo le cinque sconfitte consecutive in campionato è arrivata, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, l’eliminazione in Coppa Italia. L’anno scorso fu clamorosa, a causa della sconfitta casalinga contro l’Alessandria (club di Lega Pro): quest’anno è stata causata dalla Lazio, club di serie A, ma sa comunque d’amaro. D’amaro poiché, a mio modo di vedere, il Genoa ha perso la partita non tanto quando Inzaghi ha deciso di fa entrare Immobile e Milinkovic-Savic, ma nei primi 30 minuti sciagurati regalati agli avversari. Due gol subiti su distrazioni difensive e un rigore parato alla grande da Lamanna: altrimenti sul 3-0 non ci sarebbe stato nulla da fare. E’ questa la chiave di volta della gara, unita al fatto che Juric possiede pochi ricambi: senza questi ultimi, è davvero difficile fare strada. Si deve sperare in un recupero anticipato di Veloso: mancano le geometrie alla manovra del Vecchio Balordo.

Nonostante queste difficoltà, c’è da registrare la reazione di buon livello costruita da Lazovic, Pinilla e Pandev: con i gol dei due “senatori” che non si sono arresi fino alla fine, in perfetto spirito rossoblù che i tifosi apprezzano moltissimo. Unita alle due azioni veloci in contropiede che hanno portato al momentaneo: 2-2. E’ questo l’elemento di speranza che emerge da questa serata infelice: forse Juric potrebbe mutare il modo di giocare, dal possesso palla più elaborato a uno incentrato sulla velocità e il contropiede. Cambio o non cambio, domenica arriverà il Crotone al Ferraris e il Genoa dovrà raccogliere punti ad ogni costo. Passo e chiudo!

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