Problemi difensivi ed errori arbitrali: il mix che ha generato la sconfitta a Verona

Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso la sconfitta odierna a Verona è stata rocambolesca. Va doverosamente premesso che, come in precedenza il Genoa non era un “dream team”, ora non è diventato improvvisamente una squadra di brocchi. La gara di oggi va analizzata per settori ed episodi per cercare di capire quanto […]


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Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso la sconfitta odierna a Verona è stata rocambolesca. Va doverosamente premesso che, come in precedenza il Genoa non era un “dream team”, ora non è diventato improvvisamente una squadra di brocchi. La gara di oggi va analizzata per settori ed episodi per cercare di capire quanto più è possibile quanto è successo al Bentegodi.

Iniziamo dalla decisione di espellere Dainelli e concedere il rigore per il presunto fallo su Pellissier. L’arbitro Russo di Nola non aveva visto l’episodio: gliel’ha segnalato il suo assistente Copelli. Per intenderci quello che aveva segnalato il contatto inesistente di Sokratis su Del Piero, per giunta fuori area nel febbraio 2010: il presidente Preziosi aveva svolto una giusta reprimenda su questo episodio (cliccare il link sottostante per leggere). L’episodio, visto e rivisto alla moviola, fa notare che Dainelli perde l’equilibrio nel contrasto e tocca l’avversario: dunque non c’è fallo. E mi viene in mente il famoso quadro di Pieter Bruegel il Vecchio “La parabola dei ciechi” esposto al Museo di Capodimonte a Napoli, ispirato all’omonima parabola evangelica, dove un cieco si appoggia a un altro cieco per aiutarsi nel cammino, cadendo per terra. E purtroppo la dinamica è stata identica: il direttore di gara si è fidato della segnalazione del suo assistente, cadendo in errore, e la strada per il Grifone è andata in salita. Per carità, errare è umano: ma è mai possibile che ne giungano due, di livello per nulla trascurabile, proprio contro il Genoa? Speriamo che il capo dei designatori, Stefano Braschi, prenda provvedimenti molto severi.

Restiamo sempre sull’episodio del rigore, ma stavolta sul versante dell’azione. Il Chievo effettua dal centrocampo la sua azione offensiva indisturbata, con passaggio preciso per Pellissier in area. Anche in occasione del pareggio dei padroni di casa la circostanza si è ripetuta con l’attaccante che salta indisturbato e segna. E’ questo l’errore che dovrebbe far riflettere ancor di più: la mancanza di marcatura da parte del reparto centrale che creano autostrade per l’iniziativa avversaria e mette in difficoltà la difesa. Purtroppo questo sembra un vero e proprio “difetto di fabbrica” della squadra di Malesani che si ripete ciclicamente. Il successivo gol della vittoria dei “Mussi volanti” è stato un esempio di come non si deve agire nei minuti finali della gara: la difesa genoana (vuoi per stanchezza, vuoi per errori propri) è stata ferma come “gatti di marmo”. Quanto alle sostituzioni errate, dopo il rigore forse a Malesani è scappata di mano la gara. Da segnalare un altro problema che resta irrisolto: la punta centrale. Finora Caracciolo e Pratto non sembrano ancora i goleador che riescono anche a “far salire” la squadra in fase offensiva. L’argentino oggi ha mostrato di saper tenere palla: caratteristica certamente valida, ma da un centravanti ci si aspetta di più. Si spera ora che Malesani prenda nota di tutte le pecche e che affronti con altro determinazione il Parma: è un peccato non poter approfittare di un campionato che finora non ha espresso ancora una squadra leader. A proposito, in Emilia mancherà Dainelli che è il perno centrale in difesa con Kaladze: se Rossi fosse recuperato appieno, potrebbe giocare a destra, con Granqvist o Bovo (anche se vedo più in vantaggio lo svedese) al centro. Potrebbe essere una soluzione per i problemi del pacchetto arretrato.

Marco Liguori

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