Pietrogol, un pilastro per il futuro

Il giovane centravanti è un vero ariete di sfondamento: si spera che diventi un punto di riferimento per il Genoa che verrà

Marco Liguori (Pianetagenoa1893.net)

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“E lo stadio era pieno” canta il celebre cantautore e tifoso romanista Antonello Venditti. E Pietro Pellegri, che da oggi soprannomino Pietrogol, ha ammutolito l’Olimpico dopo pochi minuti dall’inizio di Roma-Genoa. Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, abbiamo assistito al “Pellegri day” o, se preferite, al “Pellegri show”: si è consacrato un ragazzo dal radioso futuro che ha conquistato a soli 16 anni il record del terzo più giovane marcatore in serie A. Merito del settore giovanile rossoblù guidato da Michele Sbravati e dei consigli di papà Marco, team manager della squadra rossoblù: ci sono tanti ragazzi, a cominciare dalla Primavera, che la prima squadra può attingere. E’ una riserva fondamentale di giovani talenti: il nuovo compratore del Genoa (Cellino, Berlusconi o Galliani) o Enrico Preziosi, se decidesse di restare, dovrà utilizzarlo come fucina di talenti e non solo come “cassaforte” per eventuali plusvalenze. E’ l’oro del Genoa: e Pietro ne è il suo prodotto più esaltante. E’ un centravanti vecchio stile, rapinatore d’area e ariete che sfonda le reti avversarie. Ieri, durante la presentazione della partita, avevo svolto un parallelo tra il nuovo enfant prodige e Stephan El Shaarawy, altro prodotto del vivaio rossoblù: speriamo che non debba andare via da Genova come il “Faraone” per potersi affermare.

La copertina sul Grifone va a Pellegri. Ma non va dimenticata la buona prestazione complessiva di tutta la squadra, composta in gran parte di giovani giocatori: anche oggi hanno funzionato alla perfezione gli esterni Laxalt e Lazovic. Hiljemark ha convinto nel ruolo di trequartista così come la coppia di centrocampo Veloso-Cofie. Bene anche Biraschi: combattivo Gentiletti, mentre Lamanna è tornato a livelli ben più che dignitosi. Purtroppo Palladino ha perso smalto: anche Munoz è apparso un po’ appannato. Comunque sia, tutti hanno messo impegno e hanno avuto “la maglia sudata” come piace ai tifosi genoani. In tanti si sono chiesti: ma perché non hanno giocato così nei mesi scorsi? Domanda a cui purtroppo non c’è una risposta precisa: è auspicabile che si sia fatto tesoro degli errori commessi per non ripeterli nella prossima stagione, senza ridursi alle giornate conclusive per conquistare la salvezza. Arrivederci dunque a luglio: da domani inizierà la sarabanda di nomi del calciomercato ed è probabile che ci siano altri pretendenti al controllo del club più antico d’Italia. Sarà una lunga estate calda, forse più degli altri anni. Passo e chiudo!

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