Non manca solo un portiere: al Genoa mancano i giocatori che tengono palla (soprattutto) nel finale

Nella rosa rossoblù non sembra che siano presenti giocatori che sappiano palleggiare, o meglio, mantenere il pallone nel finale di gara per perdere tempo

Marco Liguori

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Ivan Juric ha perfettamente centrato in conferenza stampa uno dei problemi che affliggono il Genoa: il calo fisico negli ultimi 15 minuti. Se me lo consentite, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, aggiungo un particolare non meno importante: non mi sembra che nella rosa rossoblù siano presenti giocatori che sappiano palleggiare, o meglio, mantenere il pallone nel finale di gara per perdere tempo e snervare l’avversario, soprattutto nel reparto di centrocampo. Non solo: errore di Radu a parte, è mancata a San Siro la capacità di tenere il più lontano possibile il Milan negli ultimi 16 metri. Se non si comincia, non dico a buttare il pallone in tribuna (alla Nereo Rocco, tanto per intenderci), ma a migliorare la fase difensiva, si corre il rischio di assistere a tante beffe sul modello rossonero. Sarebbero fondamentali giocatori con queste caratteristiche considerato che il gioco del tecnico croato è molto dispendioso e fa arrivare la squadra a fine gara in debito di ossigeno: un tallone d’Achille non di poco conto, che può regalare i risultati agli avversari. Ed è stato un vero peccato non riuscire a pareggiare contro il Milan che ha una difesa che apparsa come un celebre quadro di Carlo Carrà, “Penelope”, dove l’energia resta blindata e catturata nella forma statica del personaggio raffigurato: tradotto in parole meno “artistiche”, un reparto a tratti quasi immobile.

E lasciatemi spezzare una lancia a favore di Radu: il suo errore è stato grave, ma ha effettuato almeno tre grandi parate che hanno evitato guai peggiori al Grifone. Ha svolto un’uscita avventata di pugno: segno che è un buon portiere, ma è una giovane riserva da far crescere con cura, come aveva spiegato Simone Braglia in un’intervista a Pianetagenoa1893.net esprimendo delle perplessità sulle scelte della società per gli estremi difensori. A gennaio bisognerà dunque cercare un portiere di esperienza e pronto per l’impiego.

Cosa si salva di Milan-Genoa? Un ottimo Kouamé, un vero “jolly” tuttofare in attacco, un Biraschi a livelli ormai da convocazione in Nazionale, un buon Criscito e un Piatek che non ha ancora segnato ma resta tonico. Però più passa il tempo (siamo alla terza partita della gestione Juric) più sembra che il nuovo modulo non si confà alle caratteristiche del centravanti polacco.

Sabato il Genoa dovrà tornare ancora in quel di San Siro: ma stavolta non troverà una squadra dal rendimento altalenante come il Milan, ma l’Inter che ha raggiunto al secondo posto il Napoli e ha grandi ambizioni. Riuscirà Juric a inventarsi qualcosa in soli tre giorni per ovviare alle lacune rossoblù? Al campo l’ardua sentenza. Passo e chiudo!

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