Made in Gila

Rieccoci. Come un ciclo. Cambiano i nomi, la sostanza è sempre quella. Siamo ai saluti di un campione. Che sia Milito, Palacio, Borriello (almeno in rossoblù). Ora è arrivato il momento di Gilardino. Tira e molla, estenuante, con il Guangzhou Evergrande, risolto di recente: 5 milioni al Genoa, altrettanti a stagione al giocatore per un […]


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Rieccoci. Come un ciclo. Cambiano i nomi, la sostanza è sempre quella.

Siamo ai saluti di un campione. Che sia Milito, Palacio, Borriello (almeno in rossoblù). Ora è arrivato il momento di Gilardino. Tira e molla, estenuante, con il Guangzhou Evergrande, risolto di recente: 5 milioni al Genoa, altrettanti a stagione al giocatore per un contratto biennale. Cambio vita, dall’altra parte del mondo. Con 5, anzi 10 milioni di motivazioni, un amico, Alino Diamanti, e un mentore, Marcello Lippi. E tanti saluti. Alle 448 presenze in Serie A, ai 174 gol in campionato, dapprima così vicini, e ora così lontani, da quota 200. L’esperienza rossoblù di Alberto Gilardino ha riportato a Genova un 9 (come erano numerati un tempo i centravanti) definiva con la «N» maiuscola: 15 le reti messe a segno lo scorsa stagione, incalcolabili le sponde ai compagni, le botte ricevute dai centrali avversari, gli applausi dedicati dai suoi tifosi. Che l’hanno riaccolto, dopo la breve parentesi di due stagioni prima, con l’affetto che si nutre solo per alcuni giocatori. Quelli speciali.

Di poche parole, Gila. Chissà quante ne dirà ora in Cina, vien da pensare. Ma di fatti concreti. Per lui, parlano i numeri. Parla l’impegno da sempre profuso per la maglia rossoblù e per quella azzurra, soffiatagli sotto il naso nel momento in cui tutti avrebbero puntato su di lui, ad una sola lunghezza da raggiungere Paolo Rossi a quota 20 gol in Nazionale. Che poi, per com’è andata a finire, forse è meglio così. Siamo ai saluti. Matri freme già, per raccogliere la scottante eredità di trascinatore del Genoa. Gli stessi Portanova e Antonelli, successori designati di una fascia da capitano indossata dal violinista piemontese con il piglio del leader che si fa rispettare, che si fa temere. Si vola, da Biella alla Cina. Per esportare un marchio che tira, in ogni parte del mondo. Per mettere ancora alla prova quel «Made in Gila», che è davvero difficile da imitare.

Daniele Zanardi

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