Ma cos’è questa crisi?

«Ma cos’è questa crisi?» cantava Rodolfo De Angelis, amico di Filippo Tommaso Marinetti, negli anni ’30. «Cosa succede al Genoa?» si chiedono tifosi e addetti ai lavori. Dopo appena due mesi dall’inizio ufficiale della stagione, le batterie della squadra di Gasperini sembrano già scariche: due sconfitte con Lille e Inter con otto gol subiti in […]


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«Ma cos’è questa crisi?» cantava Rodolfo De Angelis, amico di Filippo Tommaso Marinetti, negli anni ’30. «Cosa succede al Genoa?» si chiedono tifosi e addetti ai lavori. Dopo appena due mesi dall’inizio ufficiale della stagione, le batterie della squadra di Gasperini sembrano già scariche: due sconfitte con Lille e Inter con otto gol subiti in cinque giorni cominciano a pesare. Mi sarei aspettato un periodo difficile tra la fine di novembre e i primi di dicembre: solitamente, le squadre impegnate nelle coppe europee partono a razzo per i primi due/tre mesi per poi rallentare il ritmo in quelli successivi. Nel caso del Grifone siamo invece già giunti a un periodo di congiuntura negativa. Paradossalmente, potrebbe tornare a vantaggio di Gasperini che può già cominciare a pensare quali sono i problemi da risolvere e i difetti da correggere. Ieri sera, il tecnico rossoblù ha affermato: «Bisogna rivedere il reparto d’attacco – afferma Gasperini – dove abbiamo qualche difficoltà». E ha ragione: la sua squadra è impostata su un tipo di gioco “cappa e spada”, ossia volto ad attaccare e ad aggredire l’avversario, senza lasciargli il tempo di poter organizzarsi per giungere verso l’area di rigore genoana. In questa impostazione partecipano anche i difensori. Il meccanismo è però molto delicato: basta che alcuni elementi non siano in forma oppure non recitino appieno la parte assegnata e la mitragliatrice del gol rossoblù s’inceppa.

A questo punto, considerate queste possibili spiegazioni dell’attuale periodo nero del Grifo, occorre fare alcune riflessioni. La prima: molti si sono illusi che la squadra sia da primo posto in classifica: niente di più errato, visto anche che sia Preziosi che Gasperini non lo hanno mai affermato e non credo che lo abbiamo minimamente pensato. Quindi è sbagliato autoflagellarsi in caso di una serie di sconfitte, così come lo è altrettanto quando si tirano fuori le tabelle e si calcolano le ipotesi di piazzamento in zona Champions League o, peggio ancora, in quella scudetto. La seconda: si ritiene che i nuovi acquisti sono stati errati. Non credo che prima fossero tutti dei “Maradona” o dei “Messi” così come non credo che siano diventati all’improvviso una banda di brocchi. Credo che semplicemente non bisogna sopravvalutarli e giudicarli per il loro effettivo impegno. Tempo fa avevo ipotizzato il Genoa come una “simpatica rompiscatole” del calcio italiano: intendevo dire che avrebbe potuto giocare in scioltezza, senza porsi particolari obiettivi, levandosi una cospicua serie di sfizi, come ad esempio bastonare ripetutamente le grandi al Ferraris. E puntare, senza proclamarlo ma con un lavoro svolto nella massima discrezione, alle zone alte del campionato e a superare quanti più turni possibili in Europa League. Le premesse per fare ciò ci sono ancora, a cominciare dal saldo rapporto tra il presidente e il suo tecnico e tra i tifosi e la squadra. L’armonia del “fronte interno” è necessaria per poter vincere le future battaglie: altrimenti non si va da nessuna parte.

Marco Liguori

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