Luci e ombre della gara col Palermo

«Soprassediamo». Con questa battuta dei due grandi comici palermitani Franco Franchi e Ciccio Ingrassia si può analizzare il primo tempo disputato dal Genoa contro il Palermo. De Canio ha schierato per la settima volta la squadra con un modulo diverso, un 4-4-2 spurio che ha sballato tutti gli equilibri fin qui costruiti dal tecnico. Mi […]


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«Soprassediamo». Con questa battuta dei due grandi comici palermitani Franco Franchi e Ciccio Ingrassia si può analizzare il primo tempo disputato dal Genoa contro il Palermo. De Canio ha schierato per la settima volta la squadra con un modulo diverso, un 4-4-2 spurio che ha sballato tutti gli equilibri fin qui costruiti dal tecnico. Mi riferisco, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, in modo particolare allo snaturamento di alcuni giocatori: ad esempio la posizione di esterno destro di Kucka, oltre che incomprensibile, ha creato problemi in quel settore. Questa confusione non ha fatto altro che agevolare il 3-4-3 di Gasperini che, come sappiamo  molto bene noi tutti che seguiamo le vicende grifonesche, prevede un gioco veloce e martellante sulle fasce. Meno male che il mister rossoblù ha rimescolato le carte sostituendo Tozser con Jorquera. Con l’ingresso del giocatore cileno, la squadra ha preso un po’ di più l’iniziativa e ha cominciato a costruire palle gol. A proposito di iniziativa, occorre dare un’occhiata alle statistiche della Lega di A. Nonostante abbia ancora lasciato l’iniziativa agli ospiti (possesso palla Palermo 52% contro 48% Genoa) si è registrata una leggera supremazia territoriale (11 minuti e 41 secondi, contro gli 11′:11″ dei rossonero), una maggiore pericolosità (61,3% contro 52,2%) e un numero superiore di tiri (17 totali del Genoa, di cui 7 in porta, contro i 5 su 16 del Palermo). Ciò significa che la squadra continua a portare offesa alla porta avversaria con minore iniziativa: tuttavia quello che manca è una maggiore finalizzazione del gioco. Anche se nella ripresa c’è stata una maggior convinzione e pericolosità, il pareggio non è assolutamente da disprezzare: un anno fa, la squadra in svantaggio avrebbe fatto temere il peggio. Invece De Canio ha saputo ovviare ai difetti iniziali.

Piccola osservazione: l’anno scorso ci lamentavamo tutti della lentezza di Veloso, ma con l’ungherese purtroppo è stato fatto un ulteriore passo indietro. Non ordina il gioco, non ne detta i tempi e in più ha grande lentezza. In questo modo fa perdere la suo buona caratteristica del tocco di palla. Quanto a Jorquera, ho la sensazione che renda meglio a partita iniziata: ripeto, è soltanto una sensazione, che andrebbe verificata schierandolo dall’inizio. Ieri sera si è visto un ottimo Borriello: lotta e conquista palloni preziosi, è una vera garanzia in attacco. Il suo socio Immobile è in un momento di appannamento: tuttavia, c’è da evidenziare che nel reparto avanzato la coperta è corta e che alla lunga il loro utilizzo li logora. Se manca questa coppia di punte, il Genoa non ha molte alternative: Melazzi e Piscitella sembrano molto acerbi e difficilmente potrebbero sostituirli.

In questo frangente del campionato, è benedetta la sosta per le nazionali. Servirà a De Canio per riflettere sulle modifiche da apportare agli schemi di gioco. E alla ripresa arriverà al Tempio la Roma di Zemanlandia.

Marco Liguori

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