Luci e ombre del pareggio al Bentegodi

Il punto conquistato oggi al Bentegodi contro l’Hellas Verona, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, fa vedere un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto per il Genoa. Prima parte: la squadra di Gian Piero Gasperini ha conquistato sette punti in tre gare, un risultato più che apprezzabile dopo le cinque sconfitte consecutive, […]


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Il punto conquistato oggi al Bentegodi contro l’Hellas Verona, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, fa vedere un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto per il Genoa. Prima parte: la squadra di Gian Piero Gasperini ha conquistato sette punti in tre gare, un risultato più che apprezzabile dopo le cinque sconfitte consecutive, ottenuto segnando sette gol e subendone soltanto uno. In più, è stata agganciata la Sampdoria a quota 23, obiettivo impensabile fino a qualche settimana fa. Seconda parte: oggi si è visto un Grifone “a tre facce”. La prima, fino al 39′ quando i gialloblù hanno segnato il pareggio, ha visto una squadra ben disposta in campo con meccanismi offensivi e difensivi efficaci: è arrivato il meritato gol sulla gran punizione di Suso. Ma dal fatidico 39esimo c’è stato un black out dei rossoblù che ha creato la seconda faccia: l’iniziativa è stata lasciata agli avversari che non si sono fatti pregare per portare pericoli nei dintorni di Perin. Come dicevo prima, è arrivato il gol con il “buco” difensivo di De Maio e purtroppo con la collaborazione dei compagni di reparto che non sono riusciti a chiudere il varco che ha portato a Pazzini il pallone dell’1-1.

Nella ripresa, il tecnico Delneri schiera un 4-3-3 tutto corsa e grinta: arrivano altri pericoli in area del Grifone. In particolare, la fascia sinistra rossoblù era conquistata dai veronesi: Laxalt non reggeva più il passo e gli avversari scendevano come se fossero su un’autostrada libera. Gasperini a quel punto cambia Perotti, autore di una prestazione mediocre, e mette Marchese per schierare una difesa a quattro giocatori. Nel finale, dopo un missile di Siligardi respinto da Perin, lo stesso Marchese interviene di testa evitando a Pazzini di calciare sotto porta. E veniamo alla terza faccia: entra Cerci che ha mostrato molta buona volontà, ma deve recuperare appieno uno stato di forma apprezzabile. Tanto è bastato per far arrivare alcuni palloni dalle parti di Pavoletti, forniti anche da Ansaldi dalla fascia destra: il Genoa aveva ricominciato, ma purtroppo troppo tardi, a giocare.

Si sarebbero dovuto conquistare i tre punti per affrontare con ancor più serenità il ciclo di ferro delle prossime tre gare: Fiorentina in casa, Juventus fuori, e Lazio nuovamente al Ferraris. Il tutto col mercato che durerà sino a lunedì 1 febbraio e sembra essere una “roulette”: Perotti resta o no? De Maio ci sarà ancora? Arriverà un centravanti e un ricambio per la fascia sinistra? Domande che forse avranno un risposta questa settimana. L’unico elemento certo è che Cissokho e Figueiras sono in partenza: anzi il portoghese ha già lasciato il numero 11 di maglia a Cerci. In tutto questo, Gasperini ha dimostrato di essere sereno e di essere pronto a preparare la sfida con i viola di domenica prossima. Passo e chiudo!

Marco Liguori

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