Le giuste proteste del Genoa e i problemi evidenziati a Cagliari

Ieri il Genoa ha incassato la terza sconfitta in una settimana: due in campionato, una in Europa League, 11 gol incassati e soltanto due realizzati. Il 3-2 di Cagliari va però analizzato sotto due facce: è maturato in altre condizioni rispetto alle due disfatte con Inter e Lille. Cominciamo dall’arbitro Gava. Aggiungo il voto per […]


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Ieri il Genoa ha incassato la terza sconfitta in una settimana: due in campionato, una in Europa League, 11 gol incassati e soltanto due realizzati. Il 3-2 di Cagliari va però analizzato sotto due facce: è maturato in altre condizioni rispetto alle due disfatte con Inter e Lille. Cominciamo dall’arbitro Gava. Aggiungo il voto per la sua direzione alla pagella del collega Claudio Baffico: 4. Questa mia valutazione nasce innanzitutto dagli episodi del gol dell’1-1 del Cagliari e della manata in faccia a Mesto. A ciò bisogna aggiungere la lunga serie di episodi in cui il direttore di gara ha usato due pesi e due misure: gli stessi falli di Genoa e Cagliari giudicati in modo differente. Bene hanno fatto Gasperini e Fabrizio Preziosi (espulso nel finale per proteste) a farsi sentire: era dall’inizio del campionato che ci si attendeva una sfuriata da parte della società contro i ripetuti torti ed errori arbitrali in ciascuna gara disputata. Finora la linea seguita dal Genoa era stata di non commentarli e di non protestare. Proprio il figlio del presidente aveva dichiarato alla fine della gara di Bologna: «Abbiamo l’abitudine di non commentare le decisioni dell’arbitro sia nel bene che nel male». Ma quello che è successo ieri non poteva restare inosservato. Gli arbitraggi pieni di errori creano un danno alle società che, non mi stancherò mai di ripeterlo, possiedono dal 1996 lo scopo di lucro: gli investimenti svolti durante l’estate con le campagne acquisti vanno così in fumo. E non mi stancherò mai di ridire che occorre la tecnologia televisiva nel calcio, come in tutti gli sport professionistici: ieri si sarebbe potuto evitare almeno l’errore del gol del Cagliari in fuorigioco. Adesso ci attendiamo i fulmini del giudice sportivo contro i “rivoltosi” rossoblù. E sorgono alcune domande spontanee: mercoledì sera che tipo di arbitro arriverà? Riuscirà a rovinare l’importante sfida contro la Fiorentina oppure no?

Passiamo all’altro aspetto della gara in terra sarda. Gasperini aveva giustamente schierato quattro difensori che dovevano bloccare le sfuriate del Cagliari dalle fasce e le giocate del gioiellino Cossu. Il reparto arretrato ha retto molto bene fin quando c’è stato Juric, ossia fino al 30°. Finché la “diga” croata bloccava in prima battuta soprattutto Cossu (che veniva poi lasciato alle successive “cure” di Biava), tutto è andato bene: poi la sfortuna ha colpito ancora il povero Grifo ed è uscito per l’ennesimo infortunio. E’ entrato Zapater, che non attraversa un periodo di forma smagliante: pian piano la difesa non aveva più la necessaria copertura e il Cagliari ha iniziato a colpire pericolosamente con i suoi veloci cursori. Se a ciò si aggiunge che (espulsione di Moretti a parte) i difensori sono calati visibilmente e paurosamente nel corso del secondo tempo assieme al resto della squadra, che sembra ancora soffrire del “male oscuro” di non riuscire a tenere i 90 minuti, ecco spiegata la sconfitta. Forse comincia a farse sentire la mancanza di un centrale che sia anche un leader, come lo era Matteo Ferrari: sarebbe un’annotazione da tenere presente per il mercato di gennaio. Guardiamo però anche il bicchiere mezzo pieno: l’attacco stavolta ha funzionato, anche se da solo non è bastato. Può però costituire un buon segnale per il futuro: almeno sono state sbloccate le tre “mitragliatrici” inceppate. Occorre però registrare il centrocampo in fase di interdizione e la difesa: solo così il Grifone potrà tornare a volare.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET 

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