Le carenze del “Genoa 2” e lo show di Velotto chiudono l’avventura in Coppa Italia

La coppa appena cominciata è purtroppo già finita. Il Grifo esce dalla seconda competizione nazionale sia per limiti propri, sia per quelli altrui. Cominciamo dai primi: Gasperini ha schierato ieri sera il “Genoa 2”, che ha poco a che vedere con quello titolare (eccezion fatta per Marco Rossi e Crespo). Ieri sera c’era un Fatic […]


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La coppa appena cominciata è purtroppo già finita. Il Grifo esce dalla seconda competizione nazionale sia per limiti propri, sia per quelli altrui. Cominciamo dai primi: Gasperini ha schierato ieri sera il “Genoa 2”, che ha poco a che vedere con quello titolare (eccezion fatta per Marco Rossi e Crespo). Ieri sera c’era un Fatic acerbo, un Tomovic inconcludente, uno Zapater come un pesce fuor d’acqua, un Esposito che con Moretti hanno offerto molti spazi all’attacco catanese. Probabilmente Plasmati sta ancora ringraziando per l’uno-due della prima frazione del primo tempo. Risultato: squadra senza gioco sulle fasce, difesa vulnerabile, sezione centrale del centrocampo che non faceva filtro. Insomma, un’altra squadra che ha rinunciato a giocare lasciando l’iniziativa agli avversari. E’ vero che era necessario un “principio” di alternanza, ma purtroppo il Grifone non può fare a meno di Milanetto, Juric e Criscito. Se poi mancano i due attaccanti esterni, ossia i due infortunati Palladino e Palacio (rimettetevi presto se potete, per carità!) la luce si spegne completamente.

Nel secondo tempo la musica però stava finalmente cambiando: la strigliata del “grande timoniere” rossoblù negli spogliatoi è stata salutare. Il Genoa ha cominciato a giocare con forza, cuore e impeto come sa fare, ovviando alle carenze tecnico-tattiche fin lì mostrate. Ed è arrivato il gran gol di Marco Rossi: ha sparato un proiettile da 381 millimetri (da vero ammiraglio) che si è infilato come un lampo nella porta catanese. Poco dopo è entrato Milanetto al posto dello spento Zapater: il cambio sarebbe dovuto essere il segnale della riscossa definitiva, con l’ingresso del regista che avrebbe dovuto ordinare le idee alla squadra. E invece no: qui veniamo ai demeriti altrui ossia quelli dell’arbitro. Velotto, che fino a quel momento aveva diretto in modo tranquillo senza particolari sbavature, ha iniziato il suo show. Prima il secondo cartellino giallo a Papastathopoulos, reo non si è capito bene di quale fallo. La moviola ha chiaramente mostrato che il giocatore greco è caduto per terra assieme a un avversario per uno scontro fortuito: non c’era assolutamente fallo. Inoltre rovinando per terra ha toccato il pallone con le mani: ma il discendente di Pericle non avrebbe potuto tagliarsi le mani per evitare questa irregolarità. Invece l’arbitro l’ha condannato all’ostracismo, cacciandolo dal campo. Se c’è una colpa da addossare all’ottimo Sokratis è la seguente: ha commesso una grave ingenuità nel finale del primo tempo, facendosi ammonire la prima volta con una spinta plateale ai danni di un avversario. Il capolavoro di Velotto è avvenuto esattamente un minuto dopo l’espulsione del “Papa”: ha indicato la via degli spogliatoi a Marco Rossi, reo di “lesa maestà” ossia di aver protestato con l’arbitro. Si spera per il fischietto toscano che il capitano lo abbia insultato: solo in questo caso l’espulsione sarebbe stata motivata. In caso contrario c’è un errore tecnico grande quanto il grattacielo di Piazza Dante a Genova. C’è però un problema: chi testimonierebbe che Rossi non abbia trasceso con il direttore di gara? Ad ogni modo, con gli episodi di ieri sera si spiega perché finora Velotto è stato impiegato dal designatore Pieruigi Collina solo 10 volte in serie A. Nonostate questo il Genoa ha pressato più volte gli avversari nella propria area e ha sfiorato il pareggio con Crespo, molto sfortunato nell’occasione.

Non tutti i mali vengono però per nuocere: il Genoa potrò adesso lanciarsi sul campionato e recuperare il terreno perduto. Il presidente Preziosi ha iniziato la ricerca di “correttivi” per la squadra con due ottimi acquisti: Suazo e Dainelli, ossia un terminale d’attacco e un centrale difensivo di esperienza, un vero leader del suo ruolo. Ora si attende l’arrivo di un “ordinatore” di centrocampo: Preziosi, coerente con il suo stile di imprenditore serio e discreto, non scopre le sue carte. Probabilmente i nomi usciti finora sono soltanto dei “depistaggi”: come quello dei due centrocampisti greci resi noti di recente. Tachtsidis gioca nell’Aek dietro alle punte ma è molto giovane (ha appena 19 anni), mentre Tziolis nel Panathinaikos gioca davanti alla difesa ed è abile nel gioco aereo: è un nazionale ma è poco adatto al gioco di Gasperini per la sua lentezza. Sicuramente il presidente sta già pensando a una rosa di giocatori “papabili”: ma i nomi sono gelosamente custoditi. Forse le sue preferenze vanno verso giocatori che già conoscono il nostro campionato. Mancano poco meno di 20 giorni alla fine della sessione di mercato di gennaio: ci stupirà ancora?

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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