La vittoria del “grande timoniere” che ha indovinato i cambi e rigenerato la squadra

Un raffinato piatto di ravioli emiliani condito da scaglie di parmigiano, con portate di salame felino e delizioso culatello d’annata. Questa sintesi culinaria rende perfettamente la vittoria odierna del Genoa a Parma, voluta con camparbietà e determinazione. Qualcuno si chiederà: cosa c’entra il culatello? Perdonatemi la metafora attraverso il gioco di parole: il “culatello” lo […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Un raffinato piatto di ravioli emiliani condito da scaglie di parmigiano, con portate di salame felino e delizioso culatello d’annata. Questa sintesi culinaria rende perfettamente la vittoria odierna del Genoa a Parma, voluta con camparbietà e determinazione. Qualcuno si chiederà: cosa c’entra il culatello? Perdonatemi la metafora attraverso il gioco di parole: il “culatello” lo ha avuto Fatic nel pescare un gol, attraverso la forza di volontà ma con tanta fortuna, in posizione non regolare. Per carità, un errore arbitrale è sempre un errore arbitrale e va segnalato per onestà intellettuale: ma permettete che almeno per una volta in questa stagione il Vecchio Balordo abbia avuto i conti in pareggio con le sviste dei direttori di gara. Una settimana fa nel derby avevamo rilevato il gol di Cassano in fuorigioco. Dunque, pari e patta. Anzi, ricordiamo anche la svista di Banti in occasione del primo gol dei padroni di casa: il fallo che ha dato origine alla punizione era più che opinabile.

Ma quel che si è rilevato oggi contro la squadra ducale, e una settimana fa contro la Sampdoria, è il ritorno della lancetta della benzina rossoblù verso il pieno del serbatoio. Dopo la gara contro il Livorno era infatti sulla riserva piena: Gasperini è riuscito a riportare la squadra a buoni livelli di tonicità e fisicità, indispensabili per compiere il suo gioco fatto di interscambi di ruoli e posizioni dei giocatori. Così è potuta arrivare la terza vittoria fuori casa: ma è arrivata in modo “genoano” tra tante sofferenze dovute soprattutto a quel maledetto autogol di Bocchetti, un terribile infortunio. Il passaggio inaspettato dal 2-0 per il Grifo al 2-2 del Parma è stato così sottolineato durante la nostra cronaca della partita dal nostro lettore Matteo Niccolai con una perfetta espressione dialettale genovese: «ti me fae mui…» (mi fai morire). E sembrava proprio che il Genoa stesse facendo ancora una volta morire i suoi tifosi con una di quelle sue prestazioni altalenanti. Sarebbe stato un peccato poiché la squadra di Guidolin (a parte qualche elemento) era apparsa per tutto il primo tempo impacciata e timorosa: l’abbottonatissimo schieramento 5-4-1 non creava affatto problemi agli uomini di Gasperini. Merito anche del centrocampo rossoblù, dove Mesto, Milanetto, Zapater e Tomovic formavano una diga insuperabile e servivano palloni deliziosi per l’implacabile “hombre del partido” Palacio, Palladino e Acquafresca. A proposito, la prestazione di Tomovic è stata finalmente più che soddisfacente, ma aggiungo per lui una tirata d’orecchie: ma solo ora si doveva svegliare da suo torpore? Eppure avevo visto alcuni filmati delle sue partita con la maglia della Stella Rossa: ce n’era uno in cui effettuavo un’ubriacante discesa in cui superava i giocatori avversari come birilli. Vabbè che il campionato di Serbia non è quello italiano, però il ragazzo non era così scarso come qualcuno ha ipotizzato negli scorsi mesi. Si attende una conferma da lui, così come da Fatic che da oggetto misterioso è diventato un gregario di lusso.

In questa “abbuffata” della vittoria genoana in Emilia bisogna ricordare l’ennesima prova perfetta di Gasperini, ancora una volta da “grande timoniere”: ha indovinato tutti e tre i cambi e ha preparato al meglio la gara con i suoi restanti 11 titolari (incluso lo stoico Sculli che neppure la faringite lo ha frenato), due comprimari di rilievo (appunto Fatic e Tomovic) e cinque ragazzi della Primavera (Boakye, Terigi, Lazarevic, El Shaarawi e, aggiungo vista la sua giovane età, Gucher). Il Genoa purtroppo ha pagato ancora una volta un caro prezzo: Dainelli è stato ammonito e, causa l’ennesima diffida, salterà la partita di domenica prossima.

Adesso arriva al Ferraris la Lazio che dopo la sconfitta nel derby si ritrova a soli 3 punti dalla zona retrocessione. Non sarà una partita facile, ma il Grifo deve assolutamente vincere per continuare a sperare nella zona Europa League che alla sua portata. Se la Roma entra nella finale di Coppa Italia, basterà agguantare il settimo posto per entrare nel torneo continentale: sarebbe il giusto coronamento di una stagione disputata ad alti livelli. C’è da dire che i biancocelesti avranno un’assenza importante: quel Ledesma, oggetto del desiderio nell’ultimo calciomercato di gennaio, che è l’unico faro di gioco. Il Grifone quindi non deve lasciarsi sfuggire l’occasione.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.