La manita del Grifone sul Toro: un trionfo cercato e meritato

Poscia che Gasperin il Grifon volse…Mi permetterete, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, di parafrasare un verso del VI canto del Paradiso del Sommo Dante per celebrare una vittoria così schiacciante e importante sul Torino. E il Genoa è finito in Paradiso, dopo un trionfo ampiamente cercato e meritato: dopo il 5-2 […]


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Poscia che Gasperin il Grifon volse…Mi permetterete, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, di parafrasare un verso del VI canto del Paradiso del Sommo Dante per celebrare una vittoria così schiacciante e importante sul Torino. E il Genoa è finito in Paradiso, dopo un trionfo ampiamente cercato e meritato: dopo il 5-2 contro l’Hellas Verona, la regola è scattata la regola del “gimme five” o “manita” che dir si voglia. Stavolta il tecnico non è stato solo abile, ma ancor più audace delle altre volte: prima schiera un 3-4-3 con Falque, Borriello e Niang che, supportati da un centrocampo in giornata di grazia, riescono a mettere in grande difficoltà la retroguardia del Toro togliendo il fiato ai difensori. Poi toglie Borriello, forse stanco, e mette Tino Costa per rinforzare il centrocampo: i granata pareggiano su punizione con El Kaddouri, ma non è un problema. Prepara subito Pavoletti: ma stavolta c’è la fortuna, che aiuta i condottieri audaci come Gasperini, a metterci lo zampino. E’ proprio Costa a segnare su punizione: manco a farlo apposta la deviazione vincente è quella di El Kaddouri. “Chi di punizione ferisce, di punizione perisce” hanno affermato alcuni tifosi sui social: sembra un’ironia del destino, ma è andata proprio così.

Il finale è stato proprio quelli “da Genoa”, con gli avversari che si sono esposti alle velocissime fiammate dei Grifoni. E così sono piovuti altri tre gol di Bertolacci (una vera forza della natura), Pavoletti (Gasperini lo ha immediatamente reso maturo per la serie A) e ancora del “Canon Zurdo”: se l’arbitro non avesse annullato i due gol (e ho ragionevoli dubbi di ritenere che fossero validi) al Genoa, ora parleremmo di un Grifone “settebellezze”. Ci si può accontentare della semplice “manita”, frutto di un modo di giocare già europeo: scambi stretti tra Niang, Falque e Borriello, tiri a volo, cross soprattutto dal settore destro ad opera di Rincon. Insomma, una squadra precisa come un orologio svizzero e pronta per l’Europa League. Riguardo al ricorso, il presidente Preziosi ha sicuramente assoldato il fior fiore dei principi del diritto sportivo per poter rimediare alla bocciatura per la licenza Uefa in primo grado. Sarà una battaglia non facile: ma non è semplice neanche quella sul campo dove occorrerà superare la Sampdoria. E il Grifone, come ha fatto nella sua storia pluricentenaria, ha saputo sempre reagire e ribattere colpo su colpo.

Domenica c’è la trasferta a Bergamo contro l’Atalanta che è vicina alla salvezza. Sarà una prova impegnativa, visto che mancheranno De Maio e Tino Costa, diffidati e ammoniti. Di sicuro il comandante Gasperini sarà preparare altre soluzioni per proseguire la marcia trionfale verso l’Europa League. Passo e chiudo!

Marco Liguori

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