La cura del dottor Gasp ha funzionato

Gian Piero Gasperini oggi ha lasciato i panni di condottiero per vestire quelli di medico. Il tecnico è riuscito, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, a predisporre una cura adeguata e a somministrarla in tempo utile alla squadra. L’influenza che ha colpito il Genoa sembrava ormai far precipitare il club nel baratro […]


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Gian Piero Gasperini oggi ha lasciato i panni di condottiero per vestire quelli di medico. Il tecnico è riuscito, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, a predisporre una cura adeguata e a somministrarla in tempo utile alla squadra. L’influenza che ha colpito il Genoa sembrava ormai far precipitare il club nel baratro della serie B: ma è stata fermata, almeno per ora, con i suoi effetti devastanti. Con una metafora scherzosa si può parlare di un farmaco “Gasperin 3000” composto da antibiotici e antipiretici. Fuor di metafora, il tecnico ha schierato in modo prudente con un 3-5-2 iniziale che si trasformava in 5-3-2 quando l’Atalanta era in possesso palla. Una tattica attendista, da temporeggiatore, per saggiare le capacità reali dell’avversario: l’Atalanta, col passare dei minuti, mostrava di essere squadra decisamente in crisi, dimostrando che le sue tre sconfitte consecutive pesavano quanto, se non di più, le sei subite dal Grifone. La differenza col Grifone l’hanno fatta i cambi scelti dal tecnico e dalla forma dei giocatori subentrati in campo: Capel e Dzemaili hanno acceso il gioco dei rossoblù, trasformatosi da prettamente difensivo a contropiedista. Importante è stato anche l’apporto dei due esterni Laxalt a sinistra e Ansaldi impiegato stavolta a destra: entrambi hanno evidenziato i punti deboli sulle fasce degli avversari. Da sottolineare la perfetta tenuta della difesa che ha saputo perfettamente interagire con i tre mediani Rincon, Tachtsidis e Rigoni. Ciliegina sulla torta, il gol di Pavoletti che ha confermato la liberazione dall’incubo aperta dalla marcatura di Dzemaili.

La vittoria regala una giusta e meritata serenità a tutto l’ambiente rossoblù, decisamente depresso e infuriato dopo la sconfitta nel derby. Ovviamente, non bisogna esaltarsi, ma guardare con fiducia al futuro e soprattutto cercare conferme nella prossima gara contro il Palermo al Tempio. Poi c’è il mercato: ma questo sarà un mese che sembrerà che duri tantissimo, ben oltre la scadenza del 1° febbraio, a causa delle numerose voci di acquisti e vendite di atleti partite a piè sospinto. Finora (vado a memoria) sono stati accostati una trentina di nomi al Vecchio Balordo. Al riguardo, si può soltanto dire che (se fosse possibile) non siano venduti giocatori di proprietà per far spazio a prestiti momentanei. Passo e chiudo!

Marco Liguori

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