Il ritorno del Genoa signore e padrone del campo

Il Genoa è risorto, alleluja! Sembrerebbe così, ma occorre una precisazione: la squadra non ha attraversato un periodo di crisi, ma ha subito una serie di coincidenze sfortunate tra infortuni e squalifiche. Oggi la squadra di Gasperini non ha particolarmente brillato, ma mi ha impressionato per un elemento che sembrava aver perduto da tempo: si […]


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Il Genoa è risorto, alleluja! Sembrerebbe così, ma occorre una precisazione: la squadra non ha attraversato un periodo di crisi, ma ha subito una serie di coincidenze sfortunate tra infortuni e squalifiche. Oggi la squadra di Gasperini non ha particolarmente brillato, ma mi ha impressionato per un elemento che sembrava aver perduto da tempo: si è mostrata padrona assoluta del campo, non concedendo spazi all’Atalanta che per tutto il primo tempo non è riuscita a tirare neppure una volta in porta. Merito anche della difesa, perfettamente messa a punto con l’arrivo di Dainelli. Il Grifone ha giocato a fare “il gatto col topo” con la Dea bergamasca: nel primo quarto d’ora non ha voluto spingere, ma ha voluto prima capire che tipo di avversario aveva davanti. E ha capito che era fisicamente in forma, ma da punto di vista qualitativo del gioco non era granché: così dall’atteggiamento (apparentemente) prudente, i rossoblù sono passati a quello offensivo. Il centrocampo ha ritrovato finalmente un protagonista: Zapater ha trovato la sua dimensione di perfetto incontrista, contendendo ogni pallone e chiudendo gli spazi. Milanetto ha svolto una perfetta direzione d’orchestra, dettando i tempi della manovra senza alcuna sbavatura. E finalmente il Gasp ha potuto riutilizzare la sua arma “segreta”: un Palacio completamente ritrovato che ha fatto letteralmente impazzire la difesa bergamasca. Segno evidente che, come avevo scritto 15 giorni fa, senza esterni d’attacco il gioco del Genoa non funziona: l’argentino è una delle “frecce” indispensabili ad esso. Non solo: grazie a una perfetta intesa l’ex calciatore del Boca Juniors è riuscito a formare una perfetta coppia d’attacco con Crespo. Forse grazie alla prestazione di oggi, l’ottimo Hernan potrebbe restare a Pegli. Secondo me potrebbe rimanere anche se (ma dovrebbe ormai arrivare, salvo intoppi dell’ultima ora) Acquafresca indossasse la maglia rossoblù. Assieme a Suazo si formerebbe un trio formidabile di punte centrali: Gasperini potrebbe utilizzare ciascuno di loro a seconda delle esigenze. La penuria di giocatori a causa degli infortuni potrebbe costringere il tecnico ad accettare qualche elemento in più che potrebbe tornare utile in vista della competizione con altre squadre per i piazzamenti che portano in Europa.

E a proposito di coppe continentali, la partita di sabato prossimo a Napoli metterà in palio proprio la partecipazione ad esse. Gli azzurri di Mazzarri sono in gran forma, candidati alla Champions League: affronteranno un Genoa che ha finalmente ritrovato forma e morale. Sugli spalti ci sarà la grande festa per il gemellaggio tra le tifoserie: un motivo di orgoglio e di vanto per le due società. Domanda da 10 centesimi di euro: cosa potrebbe rovinare una supersfida così ricca e spettacolare? Elementare Watson: una direzione arbitrale completamente sbagliata. Il mio timore non deriva soltanto dal ricordo del pessimo comportamento di Tagliavento all’andata, ma da un arbitraggio modello “due pesi e due misure” che sia il Napoli sia il Genoa hanno dovuto subire in numerose partite di campionato. Il problema non sta nel fatto di prendersela più o meno con l’arbitro in modo grossolano e semplicistico, ma da una constatazione: troppo spesso gli arbitri interpretano a propria discrezione il regolamento, con effetti devastanti sul campo. L’ultimo devastante esempio per il Grifo si è avuto mercoledì scorso nel recupero contro il Bari: Barreto tocca nettamente con la mano il pallone (che altrimenti sarebbe finito sul fondo) e lo mette alle spalle di Amelia. Non a caso, non passa una domenica che non ci siano lamentele e polemiche da parte di ciascun partecipante alla massima serie: senza contare che (non mi stancherò mai di ripeterlo) ogni errore è un danno economico enorme per i club. A ciò occorre aggiungere il rifiuto sistematico della classe arbitrale all’introduzione della tecnologia in campo, che fa del calcio uno sport caratterizzato da un’arretratezza di anni luce rispetto a tanti sport professionistici. Detto ciò, vorrei sommessamente suggerire un nome per arbitrare la sfida di sabato notte al San Paolo: Antonio Damato di Barletta. I tifosi napoletani lo ricorderanno per una buona prestazione nell’epica vittoria di Torino contro la Juventus: espulse anche Amauri per un fallo sul portiere azzurro De Sanctis con conseguente rissa. Potrebbe essere l’uomo giusto nel posto giusto.

Marco Liguori

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