Il quarto posto nell’uovo di Pasqua

E così nella notte magica di Marassi il Genoa ha sfatato il tabù Juventus. Un ostacolo duplice: sia per il fatto che da quando sono entrambe ritornate in A, la Vecchia Signora aveva sempre battuto il Grifone. Sia per il digiuno di vittorie in campionato che ormai durava dal lontano ottobre 1991. I giocatori rossoblù lo […]


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E così nella notte magica di Marassi il Genoa ha sfatato il tabù Juventus. Un ostacolo duplice: sia per il fatto che da quando sono entrambe ritornate in A, la Vecchia Signora aveva sempre battuto il Grifone. Sia per il digiuno di vittorie in campionato che ormai durava dal lontano ottobre 1991. I giocatori rossoblù lo hanno fatto con una vibrante e spettacolare gara “cappa e spada” come lo aveva previsto e raccontato venerdì scorso al nostro giornale Roberto Beccantini: i “moschettieri” di Gasperini hanno sfidato con una gara vibrante le “guardie del cardinale” di Ranieri. Le hanno prima inferto un primo colpo con “D’Artagnan” Thiago Motta, controbattuto da un rigore molto, ma molto dubbio, realizzato dallo “spadaccino” Del Piero. Ma i ragazzi del Gasp non si sono persi d’animo: il “D’Artagnan” brasiliano ha inferto un altro colpo alla Vecchia Signora, che ha sofferto tanto con un centrocampo di pedalatori che non riuscivano a contenere le folate offensive (specie sulle fasce) di Criscito, Mesto e Rossi orchestrate sapientemente da TM. Ma non era quello il colpo mortale: è arrivata la sciabolata da una delle sue guardie più abili, Iaquinta. Ma è arrivata nel finale il colpo di punta che ha steso la Madama bianconera. Insomma, un duello colpo su colpo. Con interventi duri, come quello di Camoranesi su Sculli, subito sanzionato con l’espulsione da Rocchi: ma accompagnato anche da momenti di cavalleria e correttezza, come le scuse chieste dall’argentino all’attaccante rossoblù. E alla fine è stata vittoria: 3-2 e tanti saluti da Zena. Anche all’arbitro, che ha equanimemente distribuito i suoi errori: in una serata di trionfo, i tifosi possono tranquillamente dimenticarli. Però, la classe arbitrale italiana conferma tutti i suoi limiti, ribaditi anche dalla direzione di stasera dell’arbitro fiorentino: per fortuna, ha fatto meno danni di quanto si temesse. Intanto la moviola in campo può aspettare. Arriveranno i due arbitri nell’area di rigore l’anno prossimo in Coppa Italia: magari anche questi direttori di gara sbaglieranno le loro decisioni e forse no. Aspetteremo la prossima estate e lo scopriremo solo vivendo.

L’uovo pasquale ha riservato a Preziosi, ai giocatori, ai dirigenti, a Gasperson e ai tifosi una sorpresa, se non una conferma, più che gradita: il quarto posto, che significa Champions. Un regalo conquistato e sudato, più dolce del cioccolato che lo ricopre. Adesso il Genoa comincia sicuramente a creare più fastidi. Si possono già immaginare l’ulteriore raffica di titoloni sulla stampa riguardanti immaginifiche trattative tra il presidente rossoblù e Moratti (magari per telefono, sempre se la linea non è occupata da una parte o dall’altra) per Milito e Thiago Motta: ma anche quelle per le comproprietà con la Juventus solennemente sconfitta. Magari con contropartite tecniche, frizzi e lazzi, ricchi premi e cotillon. La cosa strana delle voci del calciomercato riguarda il fatto che pongono il Grifone come oggetto e mai soggetto di trattative. Insomma, partirebbero dei calciatori, magari pagati con somme consistenti, ma non ne arriverebbe nessuno e non ci sarebbe alcuna trattativa in entrata condotta dai genoani: non sembra un atteggiamento molto coerente da parte di una dirigenza che dopo essere arrivata in zona Champions League, smobilita i suoi pezzi pregiati senza pensare di rimpiazzarli. Per vedere i veri movimenti del mercato rossoblù si potrà aspettare soltanto la fine di maggio, quando le ultime giornate del campionato stabiliranno in quale competizione europea andrà il Genoa. Magari potrebbe arrivare anche un “botto” sul tipo del Principe Milito dello scorso settembre. Fino ad allora, i tifosi dovranno applicare nei confronti del “chiacchiericcio” del mercato l’antico verso dantesco: «Non ti curar di lor, ma guarda e passa».

Marco Liguori

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