Il Grifone cambia pelle con un mercato spettacolare: ma occorre un uomo squadra

Cari amici genoani, dove eravamo rimasti? Ma sì, eravamo ai festeggiamenti per il ritorno nelle coppe europee, che forse qualcuno (ovviamente non della schiera dei Grifoni) ha mal digerito. Ciò può costituire il primo tassello verso un Genoa molto competitivo che ha recuperato il posto di grande del calcio che gli compete, dopo tante (e […]


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Cari amici genoani, dove eravamo rimasti? Ma sì, eravamo ai festeggiamenti per il ritorno nelle coppe europee, che forse qualcuno (ovviamente non della schiera dei Grifoni) ha mal digerito. Ciò può costituire il primo tassello verso un Genoa molto competitivo che ha recuperato il posto di grande del calcio che gli compete, dopo tante (e in parte ingiuste) sofferenze. Una posizione dovuta e reclamata sia per nobiltà storica (116 anni di storia e l’essere la più antica società di calcio italiana con 9 scudetti), sia per avere una dirigenza molto oculata (e, ovviamente, un ottimo allenatore) e capace di selezionare sempre il meglio dei giocatori in circolazione. Anche quest’anno il Grifone sta cambiando pelle, con una campagna acquisti spettacolare a cui manca soltanto il “botto” finale: via Milito e Motta, sono arrivati Crespo, Floccari, Pelè, Kharja e una serie di giocatori giovani che saranno spediti in altre squadre a farsi le ossa, come si sul dire. Tra questi anche Acquafresca, che, come le anime del Purgatorio, ancora non ha trovato pace e scelto un club in cui andare. Il presidente Preziosi sta inoltre per inanellare altri due acquisti, o per meglio dire conferme importanti, quali quelli del duo partenopeo Criscito e Palladino. L’ottimo Mimmo, titolare anche nella Nazionale Under 21, è insostituibile come jolly: laterale sinistro di centrocampo e difensore. Con rispetto parlando, non lo cambierei né con i tanto citati dalle cronache sportive De Silvestri e Dossena. Anche il concretissimo Raffaele è una delle pedine del gioco offensivo di Gasperson: secondo me, non deve temere l’eventuale arrivo di Dembelè. Nel 3-4-3 c’è posto per tutti i giocatori che ruotano condotti sapientemente dalla mano del tecnico, che ha detto più volte che occorrono 22 giocatori per affrontare campionato, Coppa Italia e Uefa Europe League. Io aggiungo sommessamente (non se ne dolga il “grande timoniere”) che sarebbe più opportuno averne altri due. Basti ricordare gli infortuni a raffica di dicembre e quelli del periodo aprile/maggio.

E torniamo a Dembelè. Se si guarda i filmati da noi scelti, si può notare che il giovane attaccante belga è a dir poco stupefacente. Mi riferisco al gol segnato contro il Williem II, con un ubriacante gioco di gambe nell’area di rigore avversaria, e alle galoppate in contropiede da centrocampo terminate con il suo fulmineo sinistro che non perdona. Quello che più noto con grande ammirazione è la sua capacità di spostarsi con disinvoltura da un lato all’altro del fronte d’attacco, diventando a seconda dei casi attaccante laterale, punta d’area di rapina e fulmineo contropiedista. E’ senza dubbio il giocatore che fa al caso di Gasperini, multiruolo e versatile: se dovesse arrivare al Genoa e si saprà ambientare si parlerà delle sue devastanti performance molto, molto a lungo. Meno male che Quaresma ha pronunciato il suo “gran rifiuto”: probabilmente avrebbe creato grane allo spogliatoio molto compatto, che è uno dei punti di forza del Genoa. Il suo recupero, nonostante le “cure” di Gasp, probabilmente sarebbe stato molto difficile.

Cosa manca al Genoa? Sicuramente un giocatore come Thiago Motta che (bando ai sentimentalismi) era capace non solo di dirigere la squadra, dettando i tempi e i ritmi a seconda delle circostanze, ma sapeva anche prenderla per mano nei momenti più difficili e all’occorrenza portarsi in avanti per diventare uno spietato realizzatore. Chiedere informazioni al riguardo soprattutto alla Juventus, infilzata con una doppietta a Marassi dal brasiliano. Non si sa se Juninho Pernambucano potrà arrivare: proprio ieri il suo procuratore ha dichiarato che non sono giunte offerte dall’Italia. Eppure sembrava molto vicino al Grifone fino a pochi giorni fa: nonostante i suoi 34 anni ha un fisico integro e una classe traboccante. Figure come la sua e quella di Motta occorrono soprattutto nelle partite di Uefa European League, dove si può capitare in uno stadio caldo come quelli spagnoli, tedeschi o inglesi. Ma purtroppo non sono semplici a trovarsi: non lo è Kharja, che è un ottimo giocatore, ma manca di quel “tocco” (soprattutto per mancanza di esperienza) che lo renderebbe uomo squadra. Sempre a centrocampo, manca un uomo sulla destra capace di essere il “vice” di Marco Rossi per scavalcare gli avversari e portare scompiglio con cross oppure con triangolazioni palla a terra con i tre attaccanti.

Infine, potrebbe mancare un difensore di “scorta” soprattutto per l’avventura europea. Speriamo che resti Tomovic un difensore “tuttocampo” che spesso si lancia in avanti per cercare il gol (vedere qui per credere): in pratica, è la concezione del calcio “universale” di Gasperson. Un giocatore che potrebbe tornare comodo durante la stagione.

Marco Liguori

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