Il Genoa “rock” e la Lazio “lenta”

Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso oggi il Genoa ha offerto un’altra prestazione double face con palpitazione finale. L’importante era vincere contro la Lazio che può eventualmente lamentarsi per le assenze, ma il suo reparto arretrato era in più occasioni imbarazzante davanti alle discese di Palacio (gran gol per festeggiare il compleanno), […]


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Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso oggi il Genoa ha offerto un’altra prestazione double face con palpitazione finale. L’importante era vincere contro la Lazio che può eventualmente lamentarsi per le assenze, ma il suo reparto arretrato era in più occasioni imbarazzante davanti alle discese di Palacio (gran gol per festeggiare il compleanno), Gila, Sculli e Jankovic. A turno entravano, con la collaborazione di Biondini, Kucka e, in alcune occasioni, di Kaladze che sgroppava dalla difesa, come una lama nel burro. E non è mancato il momento di calo, di cui gli avversari ne hanno approfittato: in particolare, il secondo gol è stato frutto di una disattenzione collettiva della difesa. Pasquale Marino ha fornito la spiegazione più convincente del segreto del suo gioco: «L’organizzazione di gioco fa elevare le prestazioni dei singoli». L’ordine tattico è la base di questo (per parafrasare Adriano Celentano) “Genoa rock”, al cui cospetto la Lazio era davvero “lenta”.  Comunque sia “Grazie Lazio!” e “Arrivederci Lazio!”: i rossoblù hanno sfatato la “maledizione” ventennale e conquistato sei punti a spese dei capitolini.

E’ stata tanto lenta la squadra biancoceleste che ha accampato la motivazione del mancato rinvio della partita odierna. Vediamo di chiarire meglio con alcuni elementi. Innanzitutto, come mai la società della Capitale non ha ascoltato i bollettini meteo? Era ampiamente noto, sin dai primi giorni della settimana, il rischio neve su Roma e Centro Italia. Detto ciò, altra domanda: non era possibile che i biancocelesti decidessero di partire al giovedì, prima della nevicata? In questo modo avrebbero potuto allenarsi a Genova in tutta tranquillità. E siamo proprio sicuri che Tare e il presidente Lotito si sarebbero lamentati anche in caso di pareggio oppure di vittoria della propria squadra? Di certo c’è un fatto palese: il terreno del Ferraris era ghiacciato per entrambe le squadre, però il Grifone ha dimostrato di saper stare a suo agio molto più dell’Aquila che, ripeto, a tratti è sembrata imbarazzante soprattutto in difesa. Ma non per un fatto di tenuta atletica: mancavano gli automatismi tra centrocampo e difesa, con i giocatori rossoblù che facevano il bello e il cattivo tempo nell’area avversaria. Considerate però le continue lamentele per l’italico maltempo che fa capolino (come ha fatto anche in altri anni) sempre tra gennaio e febbraio propongo una soluzione che taglia la testa al toro: fermiamo il campionato a cavallo tra questi due mesi. Così ci evitiamo il solito “bla-bla-bla” sugli stadi inadeguati, sugli impianti di proprietà come panacea di tutti i mali (presunti, passati e futuri) del calcio italiano, e sulle tv che impongono il calendario alle società. Tanto nell’immediato non cambierà nulla e l’anno prossimo saremo ancora daccapo.

E ora arrivano le due trasferte di Catania e (recupero) Bergamo. Manca solo un miglior rendimento fuori casa per migliorare la posizione di classifica. E spero che Marino abbia ragione quando dice che col recupero degli infortunati la situazione potrebbe migliorare. Dunque, tutti in Sicilia per vedere il Grifone da trasferta.

Marco Liguori

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