Grazie Roma! Arrivederci Roma!

«Grazie Roma, che fai vivere al Genoa una vittoria nuova. Arrivederci Roma!». Il Grifone con una prestazione di forza saluta i giallorossi, che hanno cercato di giocare al piccolo trotto per portare via un punto dal Ferraris. Spalletti sapeva benissimo che affrontare i rossoblù sul piano del ritmo sarebbe stata pura follia. Il tecnico ha […]


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«Grazie Roma, che fai vivere al Genoa una vittoria nuova. Arrivederci Roma!». Il Grifone con una prestazione di forza saluta i giallorossi, che hanno cercato di giocare al piccolo trotto per portare via un punto dal Ferraris. Spalletti sapeva benissimo che affrontare i rossoblù sul piano del ritmo sarebbe stata pura follia. Il tecnico ha cercato di bloccare le fonti del gioco avversario, a cominciare dalle fasce. C’è riuscito perfettamente nel primo tempo, imbrigliando le fonti per il duo Crespo-Sculli e arginando Mesto, nonostante le indecisioni di Cassetti. Ma nel secondo tempo lo scenario è mutato, grazie alle sostituzioni di Gasperini: Criscito per Modesto e Palacio per Mesto. Anche questo è un segno di continuità con il Genoa della scorsa stagione: sono andati via alcuni giocatori (ben rimpiazzati dalla campagna acquisti del presidente Preziosi), ma gli schemi e l’impostazione del “Grande timoniere”, uniti alla sua sapienza nel saper cambiare gli uomini in corsa, restano indelebili. Gasperson ha capito che mancava la spinta sulle corsie laterali, necessaria per il gioco offensivo dei suoi: subito dopo la “mutazione genetica” del Genoa, Spalletti è stato messo in difficoltà. Ben poco poteva contrapporre sulle fasce alla freschezza di Criscito e alla tecnica di Palacio, che ha ridicolizzato più volte il suo diretto avversario Cassetti. Invece, gli unici baluardi che hanno retto sono stati Andreolli, che sarà presto ceduto, e, forse in modo inaspettato, Burdisso che è riuscito a controllare sia Crespo che il suo sostituto Figueroa.

Cedendo completamente il controllo delle fasce, la Roma, che ha disputato nel complesso una prestazione sufficiente solo a sprazzi, si è esposta al suicidio. In questo quadro tattico, il gol del vantaggio di Totti, favorito soprattutto da un errore difensivo, è stato un fuoco fatuo. Non poteva non avere il sopravvento il tipico gioco “cappa e spada” del Grifone: ossia basato su schemi precisi, tanta forza e vigoria fisica unito a un ritmo forsennato. Di conseguenza, è arrivata poco dopo la strepitosa punizione di Zapater a ribadire il giusto pareggio. A seguire, non poteva mancare il colpo di grazia di Biava, che ha rimandato sconfitti i giallorossi sui Sette Colli.

Nel trionfo occorre però anche vedere i lati deboli del Genoa attuale. La squadra funziona perfettamente dal centrocampo in su. Anche ieri sera, la difesa ha fatto notare diverse smagliature: ciò non è solo dovuto alle assenze, ma forse alla mancata assimilazione dei meccanismi difensivi da parte dei componenti del reparto arretrato. Più volte Marco Rossi, immenso come al solito, è dovuto retrocedere per frenare le puntate in contropiede di Totti, Taddei e Menez. E’ questo il punto su cui Gasperini dovrà lavorare per perfezionare una squadra che ha grandi potenzialità e potrà essere sicuramente più che competitiva in campionato, Europa League e Coppa Italia.

Marco Liguori

 

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