Genoa-Napoli: i fulmini del Casms sulla festa dei tifosi

 Così sono giunti anche i fulmini del Casms su Genoa-Napoli. O meglio, sui tifosi napoletani che hanno ricevuto la limitazione di acquistare un solo biglietto e di non cederlo a chicchessia. Qualcuno dirà ai sostenitori azzurri di non lamentarsi: in fin dei conti è solo un provvedimento “blando”. L’anno scorso era in vigore il divieto […]


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 Così sono giunti anche i fulmini del Casms su Genoa-Napoli. O meglio, sui tifosi napoletani che hanno ricevuto la limitazione di acquistare un solo biglietto e di non cederlo a chicchessia. Qualcuno dirà ai sostenitori azzurri di non lamentarsi: in fin dei conti è solo un provvedimento “blando”. L’anno scorso era in vigore il divieto delle trasferte dopo i fatti di Roma-Napoli. Nonostante due inchieste giornalistiche, del quotidiano “La Repubblica”, “La bufala campana” di Rai Sat News e un’indagine della Procura della Repubblica di Napoli avessero dimostrato che i danni sul treno Napoli-Roma non fossero da ascrivere ai supporter napoletani, il ministro dell’Interno Roberto Maroni non volle recedere dal suo provvedimento. Da allora è trascorso un anno, ma si pensa ancora che il tifo napoletano sia “cattivo”. E’ la riprova della vendita concessa a un solo biglietto: in questo modo si può controllare chi si recherà a Genova domenica 13 settembre. Al Viminale sembrano aver completamente dimenticato che tra genoani e napoletani esiste da oltre 27 anni un sano e saldo gemellaggio, di cui sono a buon diritto orgogliosi. E’ un esempio di sportività e di civiltà per tutti. Non ci sarebbero motivazioni per preoccuparsi: Genoa-Napoli (e il relativo ritorno al San Paolo) è un’immensa festa, che inizia già da alcuni giorni prima della gara. Il risultato finale è solo un’appendice: viene accettato di buon grado da tutti. In passato non si sono verificati scontri o incidenti. E a proposito di disordini, molti tifosi genoani gradirebbero sapere se sono stati presi provvedimenti nei confronti di coloro che li hanno aggrediti domenica scorsa all’ingresso dello stadio di Bergamo. Inoltre, altri supporter rossoblù sarebbero felici di capire chi siano i responsabili dell’accoltellamento avvenuto dopo Roma-Genoa della scorsa stagione sul treno che li riportava verso casa.

Forse ai rappresentanti dell’ordine pubblico tutto ciò non interessa. Sembra invece che per i “cattivoni” napoletani sia valida unicamente la “presunzione di colpevolezza”: si recano in trasferta, quindi devono per forza creare problemi all’ordine pubblico. In una democrazia dovrebbe esistere il principio opposto: chi sbaglia, paga. Chissà se, in occasione del ritorno, anche i genoani subiranno le stesse limitazioni, magari per qualche oscuro e recondito motivo. Sono decisioni che rendono l’accesso agli stadi sempre più difficile: il calcio sta diventando sempre più uno sport da salotto. E’ come se, invece di andare a teatro, si imponesse di assistere alla stessa rappresentazione ripresa dalla televisione. Ma questo a tutti i tifosi, non solo a genoani e napoletani, non piace affatto.

Marco Liguori

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