Genoa: la sera dei miracoli, del gol ripetuto e della felicità dei tifosi

Cronaca di una vittoria cercata e voluta da Ballardini e dai suoi uomini

Marco Liguori (Pianetagenoa1893.net)

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È la sera dei miracoli fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Con i piedi mette in porta un pallone…

Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, la parafrasi de “La sera dei miracoli”, la celebre canzone di Lucio Dalla, calza a pennello con la vittoria strameritata del Genoa all’Olimpico contro la Lazio. Una vittoria che ridà grande entusiasmo ai tifosi e proietta il Grifone in acque più tranquille, distanziando di ben 7 punti la Spal che occupa terzultima posizione che spalanca le porte per la retrocessione in serie B: ma “Nessun dorma”, nessuno si creda già salvo prima del tempo. Come ha detto giustamente Ballardini, non cambia nulla: in guardia, domenica c’è la trasferta a Verona contro il Chievo distanziato di 2 punti.

Torniamo all’Olimpico. Nel primo tempo è accaduto il grande cozzo a centrocampo tra le due formazioni, schierate in modo speculare con il 3-5-2. E non è successo, come ha detto qualcuno, che il Grifone sia rimasto rintanato nella sua metà campo a subire: Ballardini, condottiero di grande esperienza, ha iniziato la sua paziente opera di sfiancamento dell’avversario. I suoi uomini hanno chiuso gli spazi ai biancocelesti proprio a partire dal centrocampo: chiedere a Immobile quante palle ha ricevuto. Una, nessuna, ma sicuramente non centomila. Nella ripresa il 3-5-2 genoano ha preso il sopravvento: la difesa laziale ha dimostrato di non riuscire a contenere il contropiede rossoblù, grazie all’affaticamento del centrocampo che ha iniziato a non coprire più, sbandando più volte. E così è arrivato il gol di Pandev: il pareggio di Parolo è apparso come un incidente di percorso. Il Genoa ha continuato a picchiare sulle fasce e sulla trequarti: si alternavano Biraschi, Pereira, Hiljemark e Laxalt. Il gol annullato a quest’ultimo (qualcuno ci può spiegare cosa ha visto nella “Sibilla”-Var?) non ha per niente scalfito la voglia di vincere degli uomini in pantaloni rossi e maglietta blu: la Lazio ha proseguire a non capire più nulla e a subire colpi come un pugile groggy. Hiljemark (arrivato dalla Grecia in gran forma) ha pennellato un cross giunto in area, dove Laxalt, con un passo di danza col tempo dell’uruguaiana Cuparsita, ha battuto l’attonito Strakosha. Tre punti di platino che riscattano la magra figura casalinga contro l’Udinese. Merito anche della presenza, invocata più volte da noi, di Galabinov: un vero centravanti che oltre a tirare sa svolgere il ruolo di suggeritore per i compagni, come nell’occasione del gol di Pandev (tornato a gran livelli).

La vittoria dell’Olimpico è stata dunque la riprova che quando il Genoa gioca all’italiana (non bisogna storcere il naso: il catenaccio e contropiede resta la forma più redditizia nel calcio) gli avversari vanno nel pallone. Bisognerà vedere se domenica prossima anche il Chievo lascerà adottare questa tattica al Grifone: sarebbe troppo semplice e scontato. Forse ci sarà ancora più da soffrire che contro la Lazio: ma questa è un’altra storia. Passo e chiudo!

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