E' il momento delle scelte per uscire dalle secche

Miei cari amici genoani arrabbiati e delusi, la Patria è a cinque punti (quattro dopo il pareggio del Lecce col Milan con gol dell’ex Olivera, sic!) dalla zona retrocessione, ma con il derby da recuperare. Chiunque l’avesse pronosticato questa estate sarebbe stato recluso (previa derisione) nel manicomio di Prato Zanino, presso Cogoleto, riaperto nell’occasione per […]


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Miei cari amici genoani arrabbiati e delusi, la Patria è a cinque punti (quattro dopo il pareggio del Lecce col Milan con gol dell’ex Olivera, sic!) dalla zona retrocessione, ma con il derby da recuperare. Chiunque l’avesse pronosticato questa estate sarebbe stato recluso (previa derisione) nel manicomio di Prato Zanino, presso Cogoleto, riaperto nell’occasione per ospitarlo. E invece il Grifo è planato con le ali appesantite dai suoi numerosi problemi nelle zone basse della classifica. In più sono volati una marea di fischi a fine partita al Tempio: fatto mai accaduto da quando seguo le vicende del Grifo, ma molti tifosi mi hanno scritto che non accadeva addirittura da tanti anni. Davvero sconfortante e deprimente.

Eppure oggi a tratti contro l’Udinese si è visto il gioco di Ballardini con gli scambi stretti al centro dell’attacco. In più un Kucka incontrista e tiratore senza paura anche da fuori area: è un buon acquisto che può dare un valido contributo. Il problema della debolezza odierna è stato proprio nella sua caratteristica di gioco: le fasce sono state regalate all’Udinese che, dopo una prima mezz’ora guardinga, ha capito che si poteva affondare sul punto debole. Aggiungiamo che i meccanismi difensivi sono saltati e hanno consentito l’apertura delle praterie per gli increduli attaccanti bianconeri: i gol non sono colpa dei singoli (ad esempio Chico nel primo), ma dai meccanismi difesa-centrocampo insufficienti e mal interpretati. Il quadro è completo se si include anche un Palacio spento che avrebbe dovuto rimettere in carreggiata la Ferrari rossoblù e che invece era fuori fase. Logico che alla fine sarebbe finita male contro un avversario che ha nel gioco d’attacco la sua arma vincente: bastava rivedere la gara col Milan per rendersene conto. E poi…povero Eduardo! E’ tornato purtroppo il “brutto anatroccolo” delle gare di ottobre-novembre (vedi Inter): di cosa soffre il portierone rossoblù? Mistero.

Torniamo al mio ragionamento iniziale: perché il Genoa non ingrana? Elementare Watson: se una serie di nuovi acquisti non funzionano oppure sono stati pensati per un tipo di gioco e sono inadatto per quello attuale è ovvio che ci si ritrovi nelle secche del campionato. Rafinha oggi ha giocato male: doveva essere l’uomo di fascia che scendeva sul fondo e crossava invece è un mediocre difensore. Veloso (oggi in panchina) è destinato a partecipare a “Chi l’ha visto?”: non si capisce quale ruolo possa svolgere. Non si comprende neppure perché il tecnico abbia lasciato in panchina a lungo Mesto, l’unico esterno (assieme a Criscito) che poteva contrastare gli avversari sulle fasce: mercoledì a Milano ha dimostrato di essere in forma.

Torniamo alla domanda che avevo già posto alcune settimane fa, mutuata da Vladimir Ilyich Ulyanov detto Lenin: che fare? Innanzitutto, come ha affermato lui stesso alcuni giorni fa, il presidente Preziosi deve assumersi le sue responsabilità e riportare la nave verso una navigazione tranquilla. Si può comprendere le sue ragioni sul cambio di allenatore, ma è stato comunque un azzardo: poteva andar bene come andar male e finora Ballardini (pur con tutte le doverose attenuanti del caso, vedi infortuni) non è stato brillante. Però ora non è tempo di scatenare una inutile caccia alle streghe e di criticare: la Patria è in pericolo e urgono rimedi e soluzioni. E’ invece il momento di acquistare di svolgere acquisti mirati e soprattutto cominciare a formare un nuovo gruppo per il futuro. Non si può pensare di puntare sempre sulla “Vecchia guardia”: Milanetto, Rossi e Sculli oggi hanno retto la baracca finché hanno potuto, poi hanno finito la benzina. Dicevo acquisti mirati: come un altro centrocampista, come ha affermato l’allenatore in conferenza stampa, e un altro attaccante (ben venga Zé Eduardo che sembra essere un ottimo elemento) sperando in un pronto recupero di Paloschi e Boselli. Kaladze è stato uno dei pochi nuovi giocatori convincenti: ma se occorre un altro difensore di livello, lo si acquisti. Sperando che Criscito resti fino a giugno. Insomma occorrono più certezze per superare questo momento difficile e ripartire per migliorare la posizione di classifica: il Genoa e il suo pubblico meritano molto di più.

Marco Liguori

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