Appunti di gioco e di mercato dalla terra d’Abruzzo

«Settembre. Andiamo è tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare, vanno verso l’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti». Non preoccupatevi cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, non ho intenzione di declamare per intero “Pastori d’Abruzzo” del grande Vate […]


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«Settembre. Andiamo è tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare, vanno verso l’Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti». Non preoccupatevi cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, non ho intenzione di declamare per intero “Pastori d’Abruzzo” del grande Vate Gabriele D’Annunzio, ma soltanto introdurre un piccolo ricordo di Castel di Sangro, dove il Genoa ha svolto la seconda parte della sua preparazione. Una cittadina deliziosa, piena di arte, cultura e storia: ci siamo recati anche noi di Pianegenoa1893.net per assistere alle “gesta pedatorie” del Grifone: dedicheremo a CdS una piccola fotogallery.

Tornando al Genoa, «è tempo di migrare» anche per De Canio e i suoi uomini che ora riposeranno per tre giorni. Ed è anche tempo di tracciare un bilancio dopo le amichevoli in Valtellina e in Abruzzo. Premessa fondamentale (come ho fatto anche in precedenza): non è facile svolgere analisi nel precampionato, ma proverò soltanto a svolgere qualche osservazione e non affermazioni tranchant. E ancora: la prestazione di ieri a Pescara era chiaramente influenzata da tante amichevoli e dalla preparazione incessante. Era lecito attendersi una prestazione simile.

Comincio dai lati positivi. La squadra è ben diretta da Gigi De Canio (un professionista di frasi misurate e decise, come ho potuto personalmente constatare) che ne tiene saldamente le redini. Lo si nota dagli allenamenti svolti dai suoi uomini: il tecnico persevera sulla preparazione atletica e ne cura i risvolti fin nei minimi dettagli. In poco più di un mese ha creato un gruppo e ha messo un “cordone sanitario” tra la squadra e le vicende societarie. Non solo: ha voluto a tutti i costi che restassero Granqvist (e meno male, aggiungo io, Carrizo a cosa serviva?) e Gilardino. Il primo è il necessario perno della difesa, il secondo è in fase di recupero. Funzionano a dovere i due registi Tozser e Seymour: riescono a dettare i tempi alla squadra. Bene il reparto offensivo, dove Immobile riesce nel ruolo di centravanti e di esterno con “licenza” anche di difendere. Zè Eduardo sembra aver raggiunto un accettabile grado di forma. Analogo discorso per Jorquera su cui De Canio sembra puntare molto. Bene Rossi come esterno. Anselmo sta prendendo confidenza gara dopo gara con gli schemi di gioco: la “cura De Canio” ha rinvigorito anche Kucka che sta ritornando a essere il frangiflutti di centrocampo. Bene anche l’inserimento di Canini e di Von Bergen.

E veniamo alle dolenti note. La squadra manca, almeno in questa fase, di terzini (o esterni di difesa che dir si voglia): a destra Tomovic e Mesto sembrano riuscire meglio nella fase offensiva, quando agiscono da ali. Ma quando devono difendere, son problemi: ad esempio, lo slavo contro la Virtus Lanciano (neopromossa in B) ha mostrato dei limiti obiettivi. A sinistra Antonelli sembra ancora incerto: deve recuperare, e in fretta, il tempo perduto se vuol essere titolare. Manca comunque un’alternativa in quel ruolo. Inoltre occorre anche un altro attaccante esterno che sappia giostrare con Immobile, Zé Eduardo e Gilardino. Riguardo a quest’ultimo sembra più bloccato psicologicamente che fisicamente: urge un suo completo recupero immediato. Torno a centrocampo. Sugli esterni si nota ancora Jankovic a corrente alternata. Incostante anche Merkel che non sembra essersi integrato ancora negli schemi.

In conclusione le fondamenta della squadra ci sono. Occorrono però dei correttivi necessari per renderla più incisiva e concreta. Drenthe e Lopez Macrì potrebbero essere acquisti di qualità per coprire determinate lacune. A proposito, l’anno scorso si parlava di Zarate, un nome che non ricorre nella lista rossoblù: vuoi vedere che il presidente Preziosi si riserva il colpo per fine mercato? Mancano però soltanto 20 giorni alla chiusura delle trattative all’Hilton: riuscirà il ds Capozucca nell’arduo compito di sfoltire la rosa in alcuni reparti e a acquistare i giocatori necessari? Ai posteri l’ardua sentenza.

Marco Liguori

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