Ancora una distrazione fatale a Livorno

E così dobbiamo registrare un’altra sconfitta nel finale per il Genoa. Una sconfitta molto amara, visto che ormai la gara si stava incanalando in un tranquillo e giusto pareggio per il Grifo e per il Livorno. E invece no: è arrivata l’ennesima distrazione difensiva che ha consentito ai toscani di strappare tre punti importantissimi per […]


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E così dobbiamo registrare un’altra sconfitta nel finale per il Genoa. Una sconfitta molto amara, visto che ormai la gara si stava incanalando in un tranquillo e giusto pareggio per il Grifo e per il Livorno. E invece no: è arrivata l’ennesima distrazione difensiva che ha consentito ai toscani di strappare tre punti importantissimi per la salvezza. Scorrendo mentalmente il film della gara e ripensando ai momenti chiave si può pensare che, oltre alla leggerezza genoana nel non riuscire a mantenere il risultato nei minuti conclusivi, vi sono altre due debolezze croniche da tenere in debito conto. Prima di affrontare i problemi, voglio evidenziare i lati positivi del Vecchio Balordo: innanzitutto un Palladino in forma nazionale e internazionale, che sa dare un altro volto alla squadra. Si segnala anche Criscito, tornato nuovamente signore della fascia sinistra: infine Palacio, uomo assist e incursore pericoloso verso la porta avversaria.

La prima riguarda una conferma. Quando gli uomini di Gasperini devono mantenere l’iniziativa contro una squadra che gioca “catenaccio e contropiede” come il Livorno, entrano puntualmente in difficoltà. La matassa si ingarbuglia soprattutto nel momento in cui l’avversario riesce a chiudere quasi tutti gli spazi e a concedere ben poco ai rossoblù. Se a ciò si aggiunge la quasi mancanza di palloni giocabili per la punta centrale, ossia Crespo, dovuta all’assenza di Milanetto, la frittata è fatta e servita. Il Genoa è riuscito a creare occasioni solo quando gli esterni sono riusciti a superare i livornesi che li contrastavano, ma a prezzo di un duro sforzo fisico. L’ingresso di Floccari non ha migliorato, né peggiorato le cose. Zapater ha fatto ciò che ha potuto, ma non è un regista autentico e non gli si può chiedere di ricoprire questo ruolo delicato.

La seconda debolezza è purtroppo ormai ancor conclamata. Ieri il trio difensivo Biava-Moretti-Bocchetti è andato più volte in palla davanti a Lucarelli, autore di 4 tiri in porta con un gol segnato. L’attaccante amaranto ha grande esperienza e mestiere, ma non è un fulmine in quanto a velocità. Bocchetti è stato a due facce: le statistiche della Lega calcio-Panini digital riportano che assieme a Criscito ha recuperato il numero maggiore di palloni (22), ma al contempo è stato superato da Candreva nell’azione del primo gol livornese. Si sente sempre più la mancanza di leader difensivo, che sappia dare sicurezza al reparto: forse è proprio questo il ruolo da ricoprire durante il prossimo calciomercato di gennaio, assieme a una “testa pensante” per il centrocampo. Due uomini per due ruoli chiave: il presidente Preziosi, che non badrà a spese come ha sempre fatto, starà sicuramente preparando la lista dei “papabili” da valutare. Per il momento, credo che Gasperini dovrà modificare i meccanismi di copertura del reparto arretrato: la riunione di martedì pre-allenamento servirà ad affrontare il problema con i suoi ragazzi. Magari potesse rientrare Juric già sabato prossimo: la “diga” croata sarebbe forse il toccasana perfetto.

Siamo giunti così alla “madre di tutte le partite”, il derby. E’ il più bello e sentito d’Italia, per coreografie, sfottò, intensità di gioco: tra Genoa e Sampdoria è in gioco la supremazia cittadina, che vale quanto uno scudetto. Il Genoa ci arriverà senza Mesto: l’ammonizione rimediata ieri gli ha fatto scattare la squalifica perché diffidato. Per fortuna rientra “il figlio dello sceicco” Milanetto: saprà guidare i suoi compagni contro Cassano, Pazzini & co, che sono avanti di quattro punti, ma le loro ultime prestazioni a livello di gioco non sono state esaltanti. Ad ogni modo, il derby deve essere una gara all’insegna della civiltà e della sportività: sicuramente le tifoserie sapranno essere all’altezza dell’evento e a essere da modello per tutte le altre.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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