A proposito di Perin

La disavventura di Mattia Perin per guida in stato di ebbrezza ha scosso tutto il mondo rossoblù. Al riguardo, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, voglio fare alcune considerazioni. Premessa: massimo rispetto per il collega che ha riportato la notizia e per i carabinieri che hanno eseguito l’operazione. D’altronde la legge è […]


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La disavventura di Mattia Perin per guida in stato di ebbrezza ha scosso tutto il mondo rossoblù. Al riguardo, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, voglio fare alcune considerazioni. Premessa: massimo rispetto per il collega che ha riportato la notizia e per i carabinieri che hanno eseguito l’operazione. D’altronde la legge è legge: l’alcool non deve superare il valore di 0,5 grammi per litro di sangue.

Ciò che rifiuto assolutamente è la facile generalizzazione che si potrebbe trarre dall’accaduto. Mi spiego meglio: il portiere del Genoa si sarebbe improvvisamente trasformato in un fanatico seguace del dio Bacco. La riprova? Lo scorso 30 ottobre mi trovavo alla cena di beneficenza a Quiliano presso il Club Sportivi Quilianesi. Perin era seduto alle mie spalle con Burdisso, Pinilla e Roncaglia e per tutta la sera hanno tenuto un comportamento irreprensibile. Non hanno, come si dice di solito, alzato il gomito. Insomma, una condotta da atleti. Di solito chi è abituato a bere lo fa sempre in ogni circostanza e difficilmente riesce a controllarsi.

Io invece devo farvi una confessione: ho bevuto due bicchieri di vino durante questa cena a base di pesce. Secondo il dettato legislativo, se mi avessero “pescato” fuori al locale, mi avrebbero retrocesso dalla patente B a quella dell’Eccellenza. Dunque, siamo tutti avvisati: anche in occasioni ufficiali dobbiamo bere soltanto acqua, aranciate, limonate o, massimo della trasgressione, gazzose condite da uno spruzzo di limone.

Vorrei ribadire il concetto. Perin è un ragazzo assolutamente sano: ha soltanto compiuto una disattenzione. Soprattutto si è illuso di poter continuare a vivere come un ragazzo della sua età nonostante la popolarità raggiunta. E ha fatto bene Gian Piero Gasperini a dargli piena fiducia e a convocarlo per la gara di domani sera contro il Palermo. Gettare la croce addosso a un giovane di 22 anni, che si è sicuramente già pentito di quanto ha fatto, appare assolutamente fuori luogo.

E ora voglio concludere con un appello a tutti i genoani. Il giorno e l’orario scelto per la gara col Palermo (lunedì ore 20.45: sic!) sono decisamente infelici. Ma vorrei che il Tempio fosse riempito il più possibile, con tante bandiere e sciarpe rossoblù, per sostenere la squadra fino all’ultimo minuto. C’è in palio l’opportunità di poter volare ancora e di disputare finalmente un campionato di buon livello. Passo e chiudo!

Marco Liguori

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