A Bergamo è andato in scena il balletto delle responsabilità  del rinvio

Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso stasera non commenteremo le vicende pallonare del Genoa, ma un rinvio di partita pasticciato. Anzi, per meglio dire, sembrava una commedia del “teatro dell’assurdo” di Eugène Ionesco. Decisione presa, a quanto ho appreso, dal Questore e, probabilmente, condivisa dalle altre autorità di pubblica sicurezza. Anche io […]


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Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso stasera non commenteremo le vicende pallonare del Genoa, ma un rinvio di partita pasticciato. Anzi, per meglio dire, sembrava una commedia del “teatro dell’assurdo” di Eugène Ionesco. Decisione presa, a quanto ho appreso, dal Questore e, probabilmente, condivisa dalle altre autorità di pubblica sicurezza. Anche io mi sto chiedendo, come tutti voi, com’è possibile che si lascia entrare il pubblico allo stadio di Bergamo, per giunta sotto una neve incombente, e poi si blocca lo svolgimento di Atalanta-Genoa in nome della loro incolumità. Ma c’è di più: gli spettatori sono entrati poco prima delle 17.30, quando avrebbe già dovuto essere chiaro che da ben prima c’erano problemi sugli spalti. Il ghiaccio non si è formato in quei minuti sulle tribune, ma da diverse ore: in più continuava a nevicare. E invece, nulla: si è proseguito in un balletto di scarico responsabilità che ha generato soltanto confusione. L’arbitro Gava aveva spiegato che il terreno era agibile: ma i problemi erano altrove. E alla fine è arrivata verso le 18.30 la decisione che già era stata affermata tra sussurri e bisbigli (come faceva il giornalista Marzullo nel suo programma di mezzanotte, sottovoce) ben tre quarti d’ora prima. Ma nessuno, in quel lasso di tempo, l’aveva presa.

Il problema è sempre lo stesso, discusso e stradiscusso in tutte le sedi fino alla noia: finché saranno le tv a influenzare i calendari dei campionati, ci saranno i turni infrasettimanali in inverno a temperature siberiane. A rimetterci da tutto ciò sono sempre e solo i tifosi. A Bergamo hanno subito un danno sia gli atalantini, sia i genoani arrivati allo stadio Atleti Azzurri d’Italia: insieme a questi c’erano anche i 30 bimbi accompagnati dall’Acg per fraternizzare con i coetanei bergamaschi. A tutti non sono state date informazioni, rimanendo a lungo sotto il gelo. Ma si sa, i tifosi sono considerati come un’appendice dello spettacolo e non il cuore pulsante, come invece dovrebbe essere. Ultima mia osservazione: giocare con un freddo siberiano non crea problemi fisici e infortuni ai giocatori? In Lega lo sanno oppure no? Ma “the show must go on”, lo spettacolo deve andare avanti, pure durante la settimana: anche se lo gela l’inverno, con le conseguenze che abbiamo visto.

Marco Liguori

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