Ricordi e debutto: il racconto sul derby della coppia Liguori e Criscuolo, giornalisti napoletani al Tempio

Marco, direttore di Pianetagenoa1893.net, racconta la stracittadina del 28 novembre 2009. Raffaele descrive le sue sensazioni per il debutto nella Tribuna stampa del Ferraris

La Gradinata Nord (Foto Genoa cfc Tanopress)

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Stasera al derby ci sarà una “strana coppia”: sono Marco Liguori e Raffaele Criscuolo, giornalisti napoletani che racconteranno per Pianetagenoa1893.net le vicende di Genoa-Sampdoria. Ecco il racconto delle loro impressioni a poche ore dal fischio d’inizio.

I ricordi di Marco Liguori

D” come Derby. Le lettera iniziale è volutamente maiuscola: considero la stracittadina genovese come la numero uno in Italia. Ho assistito a quelle di Milano e di Roma, ma non c’è la stessa intensità: soprattutto, come mi avevano spiegato otto anni fa (quando ho fondato Pianetagenoa1893.net: domani ricorre l’anniversario) i miei amici genoani, c’è il “menaggio” continuo per tutto l’anno. Lo sfottò, lo sberleffo (clicca qui per il match in video tra il rossoblù Guerello e il blucerchiato Ameri) sono alcuni degli ingredienti vincenti di questa supersfida: naturalmente, ci sono anche le coreografie che dominano gli spalti. Io ne ricordo una indimenticabile della Nord: «I grandi fanno la storia, gli altri la studiano», una frase perfetta (dico di più: geniale) per il club Padre nobile del calcio italiano che si unisce al celebre «Genova è soltanto rossoblù!». A proposito: lo stadio è “U campu du Zena”, non dimentichiamolo.

In nove anni ho visto tanti derby e conosciuto gioie e amarezze. Il primo è stato quello del «Due contro zero» con la tripletta del Principe Milito nel maggio 2009 per un fantastico 3-1 finale. Ma la stracittadina che rimarrà sempre ben scolpita nella mia memoria è quella successiva, giocata il 28 novembre: per intenderci quella di «Milito non c’è, ma le pere sono sempre tre». Fu una serata magica per gli immortali colori rossoblù: mi recai allo stadio con moglie e nipoti che rimasero estasiati dalla partita e dal trionfo finale del Genoa. Oltre 33mila spettatori affollarono gli spalti del Tempio: dopo l’esposizione delle coreografie accadde un episodio spiacevole. I tifosi doriani fischiarono il “Ma se ghe pensu” cantato “a cappella” dal tenore Chicchetti (clicca qui). Il Grifone fu l’assoluto dominatore in campo e annichilì i malcapitati blucerchiati già dal primo tempo con Milanetto e capitan Rossi. Completò l’opera Palladino su rigore: 3-0 e Samp a casa. Ricordo anche una bellissima immagine a fine partita: in un balcone di Corso De Stefanis c’erano esposti uno stemma del Genoa e quello della Sampdoria, entrambi illuminati e affiancati: una bella immagine dello spirito di rivalità e di correttezza.

E a proposito di Napoli: ci sarà in campo una sfida tra due “figli del Vesuvio”, Armando Izzo e Fabio Quagliarella. Il difensore rossoblù contrasterà l’attaccante blucerchiato: un duello che potrebbe essere importante per il risultato finale. In panchina ci sarà Raffaele Palladino: chissà se potrà ancora ritagliarsi un ruolo da protagonista.

«E stasera come andrà a finire?», vi starete certamente chiedendo. Rispondo con la scaramanzia genovese che è simile a quella napoletana: non si formulano pronostici. Punto.

L’esordio di Raffaele Criscuolo

Che cos’è il derby della Lanterna per un napoletano? Domanda strana da porsi, giustamente, ma più che doverosa, almeno in questo caso. Un napoletano come me a Genova si sente un po’ a casa: tante le similitudine tra la città del Golfo e l’ex Repubblica marinara. Il profumo del mare, i vicoletti angusti del centro storico, la passione viscerale con cui si vive il calcio. Ecco, la grande differenza tra Napoli e Genova si può identificare nella divisione interna sul fronte calcistico. A Napoli viviamo di Napoli, a Genova ci si divide tra genoani e doriani. A noi manca la magia di un derby cittadino, all’ombra della Lanterna si vive di derby: una sorta di piccolo scudetto riservato alle due squadre cittadine.

Ne ho vissuti di derby campani, ma nessuno può essere paragonato alla stracittadina genovese: perché giocare contro il vicino di casa ha tutto un altro sapore. Ho avuto modo di avere un piccolo assaggio di Genoa-Samp avendo assistito alla partita d’andata dalla Gradinata Nord, ma questa volta sarà diverso, perché per la prima volta metterò piede nella Tribuna stampa del Ferraris e devo confessare di essere emozionato, ma allo stesso tempo non vedo l’ora di assistere al mio primo derby da giornalista. A proposito del Ferraris, per me è il tempio del calcio, un po’ come Wimbledon sta al tennis. Clima da calcio d’altri tempi, il tutto ammantato dall’atmosfera british che solo lo stadio più inglese d’Italia riesce a creare.

Ciò che più di tutto mi ha colpito di “Marassi” sono i suoi suoni: puoi chiudere gli occhi ed immaginare le azioni facendoti guidare dalle voci dello stadio, non sono dei semplici cori o dei commenti sparsi, è un’unica ugola che cambia tonalità in base alla pericolosità delle azioni. Cos’altro aggiungere? Ah si, un’altra piccola considerazione. Da quando mi sono trasferito a Genova mi è stata detta una cosa: «Genova è solo rossoblù». La mia speranza e che questo mio primo derby da addetto ai lavori confermi la preferenza cromatica dei genovesi, la stessa di un napoletano all’ombra della Lanterna.

Raffaele Criscuolo e Marco Liguori

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