Correva l’anno 1965: il primo dei tre “cappotti” rossoblù alla Sampdoria non salvò il Genoa dalla Serie B

I blucerchiati furono battuti grazie a un gol di Zigoni: i tifosi bersagliarono i giocatori con il lancio di cuscini ripieni di paglia, che all’epoca si acquistavano per rendere più comoda la seduta sugli spalti

Il gol vittoria di Gianfranco Zigoni nel derby del 1965 (Foto da "Il Calcio e il Ciclismo Illustrato"; per gentile concessione della Fondazione Genoa 1893)

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Domenica 28 marzo 1965 la Sampdoria batté in casa per 1-0 la Juventus e il Genoa venne sconfitto 0-2 a Mantova dalla formazione locale, penultima in classifica. I blucerchiati, che dopo sei giornate erano in testa – in coabitazione con il Milan – alla classifica con dieci punti, si riappropriarono delle sei lunghezze di vantaggio che avevano avuto allora sui rivali cittadini, i quali si trovavano in quella terz’ultima posizione che condannava, se occupata a fine Campionato, alla retrocessione in Serie B ed affidarono, dopo quel «passo falso», la guida tecnica al giovane tecnico Livio Fongaro, «fresco» vincitore del Trofeo Giovanile di Viareggio Coppa di Carnevale, con il supporto, nel ruolo di direttore tecnico, di Roberto Lerici, il quale era stato l’allenatore rossoblù per venti giornate, dopo aver preso il posto dell’esonerato «mister» brasiliano Paul «il sergente di ferro» Lima Amaral. Il successivo incontro, in programma domenica 4 aprile, era proprio il «Derby della Lanterna», in cui per la sesta volta nella sua storia il Genoa tentava l’impresa, mai riuscita in precedenza e poi «andata in scena» nel 2008/2009 e nel 2010/2011, di «bissare» il successo dell’andata, infliggendo per la prima volta il «cappotto» ai «cugini».

All’ingresso in campo dagli spogliatoi, allora sistemato dal lato Distinti della Gradinata Sud, i tifosi blucerchiati accolsero i giocatori del Genoa al grido di “Serie B! Serie B!”. In loro il sogno di ripetere l’impresa riuscita alla Sampdoria, quel giorno «orfana» di due validi attaccanti sudamericani, il brasiliano José Ricardo «China» Da Silva e l’argentino – naturalizzato italiano – Francisco Ramón Loiácono «Lojacono», nel 1951 e nel 1960, si rinfocolò quando, appena iniziata la partita, il centravanti tedesco occidentale del Genoa Rudolf «Rudi» Kölbl accusò, nel tentativo di effettuare una rovesciata, uno stiramento muscolare, lasciando, in un calcio che non contemplava le sostituzioni, la sua squadra di fatto in dieci uomini, pur restando nominalmente in campo. Come accade spesso in quei casi, la disavventura finì per aumentare la coesione della squadra che l’aveva subita, la quale riuscì a passare in vantaggio al 34’ del primo tempo con un calcio di punizione (concesso dal «Principe del fischietto» Concetto Lo Bello sr. di Siracusa per fallo di Luciano «Martello» Delfino su Stefano Dal Monte) di sinistro dal limite dell’area di rigore di Gianfranco Zigoni sr. (servito da un tocco corto di Bruno Baveni), a cui non riuscì ad opporsi il portiere fiumano Franco Sattolo, sorpreso alla sua sinistra (avendo segnato all’andata la rete d’apertura nel derby vinto 2-1, il ventenne attaccante opitergino si consacrò come il primo giocatore rossoblù capace di realizzare segnature in entrambe le stracittadine tra Genoa e Sampdoria di uno stesso campionato, come sarebbe accaduto poi a Roberto «o’Rey di Crocefieschi» Pruzzo nel 1976/1977, all’argentino Diego Alberto «el Principe de Bernal» Milito nel 2008/2009 e a Leonardo «il giovane Pavoloso» Pavoletti nel 2015/2016 rispettivamente con due, quattro e tre reti). Ovviamente il resto dell’incontro fu un lungo, ma troppo compassato, «serrate» blucerchiato, con i rossoblù «arroccati» nella loro metà campo, che produsse un’unica vera e propria palla-goal, quando allo scadere della ripresa un colpo di testa di Paolo «Paolone» Barison (il «grande ex» della partita), su traversone di Enrico Dordoni, andò a spegnersi sul fondo, dopo aver attraversato tutta la «luce» della porta difesa da Mario Da Pozzo.

I tifosi blucerchiati sfogarono la delusione per la sconfitta, che si sommava a quella dell’andata, nell’incontro più atteso, dei loro beniamini, apostrofandoli con il grido “Venduti! Venduti!” e bersagliandoli con il lancio di cuscini ripieni di paglia, che all’epoca si acquistavano per rendere più comoda la seduta sugli spalti, al rientro negli spogliatoi, mentre i giocatori del Genoa brindarono a champagne all’interno del loro per la vittoria e per la ritrovata speranza della salvezza. Nelle successive sette partite la Sampdoria ottenne un successo nel turno successivo a Torino contro i granata, poi tre sconfitte ed infine tre pareggi, finendo per evitare per un solo punto un memorabile spareggio per la salvezza con il Genoa, capace di mettere insieme tre vittorie, due pareggi (tra cui va ricordato quello dello sciagurato calcio di rigore tirato allo scadere dal «match winner» del derby di sette giorni prima e respinto con il piede sinistro da Fabio «Ragno nero» Cudicini sr., che mantenne inviolata la porta della Roma al “Luigi Ferraris”) e due sconfitte (determinante fu quella per 0-1 patita tra le «mura amiche» nello «scontro diretto» con il Varese domenica 9 maggio), che precipitò per la quarta volta nella sua storia in Serie B.

TABELLINO

Genova, domenica 4 aprile 1965, Stadio “Luigi Ferraris”, ore 15,30

Sampdoria-Genoa 0-1 [XXVII giornata del Campionato di Serie A 1963/1964]

Arbitro: Lo Bello sr. [Siracusa]

Spettatori: trentaquattromila circa

Marcatore: Zigoni sr. al 34’ del 1° tempo

Sampdoria: 1 Sattolo, 2 G. Vincenzi, 3 G. Delfino, 4 A. Fontana, 5 Masiero, 6 F. Morini, 7 Frustalupi, 8 Dordoni, 9 Sormani, 10 Pienti, 11 Barison. All.: G. Baldini

Genoa: 1 Da Pozzo, 2 M. Bruno, 3 Vanara, 4 A. Colombo, 5 Bassi, 6 F. Rivara, 7 Dal Monte, 8 Baveni, 9 Kölbl, 10 Zigoni sr., 11 Gilardoni. All.: Fongaro; D.T.: Lerici

Note: al 1’ del 1° T. Kölbl (G) si procura un infortunio muscolare, che lo costringe a proseguire l’incontro potendo dare un contributo limitatissimo alla sua squadra

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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