TUTTI A SCUOLA: I REGOLAMENTI SPIEGATI DAL GENOA CRICKET (parte 4)

Credo sia opportuno, a questo punto, focalizzare la nostra attenzione sulla terminologia utilizzata nel mondo del Cricket; anche nei Paesi non anglofoni -Italia compresa- si usa la lingua inglese che è universale ormai in ogni campo, figuriamoci se poteva non essere la lingua ufficiale di uno sport che, nella sua accezione moderna, è nato negli […]


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Credo sia opportuno, a questo punto, focalizzare la nostra attenzione sulla terminologia utilizzata nel mondo del Cricket; anche nei Paesi non anglofoni -Italia compresa- si usa la lingua inglese che è universale ormai in ogni campo, figuriamoci se poteva non essere la lingua ufficiale di uno sport che, nella sua accezione moderna, è nato negli United Kingdom, dove si è consolidato, si è dato le regole e da lì si è diffuso.

La mia intenzione sarebbe quella di approntare un piccolissimo dizionario del Cricket, che possa accompagnare chi non conosce il gioco: non sono moltissime, in verità, le parole che ricorrono costantemente e che analizzerò, non tanto traducendo letteralmente quanto cercando di dare ad esse un significato libero e più comprensibile. I puristi della lingua di Sua Maestà Britannica, spero, non me ne vorranno, né si scandalizzeranno più di tanto.

Fingiamo di essere una telecamera (anzi una “spyder-cam”, come usa adesso) che possa sorvolare liberamente un terreno dove si sta giocando una partita di Cricket. Pronti al decollo? Si parte.

Vediamo un enorme prato verde (“field”, una grossa fune che disegna un perimetro ovale (“boundary”) intorno al campo; al centro del quale c’è una striscia di terra lunga una ventina di metri e larga circa tre (“pitch”). Alle estremità del pitch ci sono, conficcati nel terreno, tre paletti (“stumps”) sormontati da due piccole traverse mobili (“bails”): si chiamano “wickets” (http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/3e/Cricket_picture.jpg ).

Dall’alto possiamo osservare che il pitch è tracciato con delle linee bianche (“creases”) e che è chiaramente visibile un’area (“30 yards”) di forma vagamente ovoidale, intorno al pitch.

Sono impegnati sul field, a vario titolo, quindici persone; due sono ferme: una dietro un wicket ed è il primo arbitro (“umpire”), l’altro posizionato lateralmente, ad una decina di metri di distanza dal pitch, all’altezza della linea di battuta (“batting crease”) e si chiama “square leg umpire”, assimilabile ai guardalinee del calcio.

Due giocatori si trovano davanti ai due wickets: sono i battitori (“batsman”) ( ; uno è pronto alla corsa, l’altro ha assunto la posizione tipica di chi deve colpire e allontanare il più possibile la palla (“ball”).

Osserviamoli da vicino con lo zoom della nostra spyder-cam: visti frontalmente e da vicino hanno un aspetto non troppo rassicurante.

Intanto sono armati con una strana mazza piatta (“bats”), indossano un casco con mascherina (“helmet”), hanno protezioni imbottite (leg guards”) alle gambe, dal perone fin sopra il ginocchio e ad un avambraccio (“arm guards”), portano grossi guanti (“batting gloves”).

Nove giocatori degli undici che mancano all’appello sono disposti sul field, apparentemente a caso, ma non è così: la disposizione dei “fielders” è frutto di lunghi e a volte complessi disegni tattici.

Pochi metri dietro al batsman preparato a colpire, c’è il “wicket-keeper”, il ricevitore. Anche lui indossa l’ helmet, i leg guards e guantoni palmati (“keeping gloves”). Sta accovacciato con le mani guantate protese in avanti, pronto a movimenti fulminei, a mò di portiere del football, per intercettare una eventuale ball che il batsman non riesca ad intercettare.

Nel computo dei personaggi presenti sul terreno di gioco ne manca uno: il lanciatore (“bowler”). Chissà se è un lanciatore veloce (fast-bowler”) o se lancerà ad effetto (“spin-bowler”). Dalla sua rincorsa, lunghissima, si capisce che lancerà veloce e potente.

E’ un fermo immagine di insieme che fotografa alcuni aspetti di questo gioco.

Spero di essere riuscito a renderlo con efficacia e chiarezza e che sia almeno comprensibile per qualcuno di voi.

A cura di Claudio De Martini vice presidente Genoa Cricket

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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