TUTTI A SCUOLA: I REGOLAMENTI SPIEGATI DAL GENOA CRICKET (parte 3)

In questa puntata Claudio De Martini ci spiega lo spirito del gioco


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Fondamentale è capire lo Spirito del gioco del Cricket. Sul sito federale (www.crickitalia.org) si legge: il Cricket è un gioco che deve molto della sua unicità al fatto che dovrebbe essere giocato non soltanto secondo le relative leggi, ma anche secondo lo “Spirito del Gioco”.

Qualsiasi azione che è vista come contraria a questo Spirito causa un danno al Gioco stesso.

La responsabilità principale di assicurarsi che il gioco sia condotto secondo lo Spirito del “fair play” è dei Capitani.

Due, a mio parere, sono le parole che rappresentano completamente tale Spirito: rispetto e correttezza.

Il concetto di rispetto, oltre che al regolamento di gioco, è allargato ad ogni persona stia nell’ambito del “field”: “umpires” (gli arbitri), “scorers” (segnapunti), compagni ed avversari.

Quello di correttezza è assoluto.

Come ho già affermato poc’anzi, i capitani delle squadre devono essere garanti dell’osservanza di tali concetti e che nulla avvenga di contrario a quanto stabilito dalle leggi del Cricket e dallo Spirito che lo governa.

I RUOLI

Ho appena accennato alla funzione del Capitano.

E’ non solo il leader, in campo e fuori; decide la tattica di gioco e la formazione da mandare in campo. Solo lui può interloquire con gli arbitri e fungere da tramite tra questi e la squadra. L’ “umpire” si rivolge sempre al capitano, mai ad altri giocatori, qualunque sia il problema che si presenta.

Quindi quello di Capitano è, si potrebbe dire, un ruolo vero e proprio, anche se atipico, al di la delle sue caratteristiche tecniche: può essere “wicket-keeper”, “batsman”, “bowler” o “fielder”. Non importa. Deve solo riscuotere la fiducia incondizionata dei propri compagni di squadra ed esserne il trascinatore.

Il “wicket-keeper” ( è, l’ho già scritto in altra occasione, una via di mezzo tra il ricevitore nel baseball ed il portiere nel calcio. Ruolo importantissimo, direi fondamentale. Il suo compito principale è di fermare, a qualsiasi costo, le palle lanciate da proprio compagno e che il battitore avversario non è riuscito ad intercettare: quando non vi riesce e la palla lo supera, il rischio di un fuori campo da quattro punti, a suo sfavore, è sempre dietro l’angolo. Deve prestare molta attenzione, inoltre, ai movimenti del battitore: se lo pesca fuori dell’area di battuta può facilmente eliminarlo; non è frequentissima questa situazione, ma due o tre volte a partita può verificarsi. La vedremo quando esamineremo le “fasi di gioco”.

Il “batsman” è un ruolo che tutti i componenti della squadra devono saper ricoprire. Si gioca in undici e tutti devono saper usare, se possibile convenientemente, la mazza. I battitori in campo devono sempre essere due, tanto è vero che alla decima eliminazione, il gioco della squadra in battuta si interrompe: rimarrebbe solo un “batsman” sul “pitch”, il che non è possibile per regolamento. Il battitore in questione è dichiarato “not out”, cioè non eliminato sul campo.

Concettualmente esistono due tipi di battitori: di difesa e d’attacco, anche se spesso le due caratteristiche si sposano nella stessa persona, a seconda delle fasi di gioco. Il primo tenterà di smorzare la palla, rischiando poco o nulla, cercando soprattutto di non essere eliminato; il secondo è portato ad attaccare la palla per ottenere punteggi più interessanti, colpi da quattro o sei punti, se possibile. Il rischio di errore, e conseguente eliminazione, aumenta, ma spesso il gioco vale la candela.

Il battitore deve anche correre, colpita la pallina -se la situazione di gioco lo permette-, verso la posizione dell’altro battitore che farà altrettanto: per ogni volta che la corsa incrociata riesce, la squadra in “batting” segna una “run” (corsa) sul proprio score: per questo i punti, nel cricket, si chiamano “runs” e non “punti”.

Capita a volte che un battitore sia, per infortunio, impedito nella corsa: in questo frangente entra in campo un “runner” (corridore) e sostituisce, solo nella fase della corsa, non della battuta, il compagno: ovviamente il “runner” è bardato di tutto punto, mazza, paragambe, guanti e casco compresi.

I “bowlers” (lanciatori) sono di due tipi: “fast-bowlers” e “spin-bowlers”. Traducendo: lanciatori veloci e lanciatori ad effetto.

Lo scopo di entrambi è mettere in difficoltà il battitore, per impedirgli che faccia punti, o cercandone l’eliminazione, ognuno con le armi che gli sono congeniali.

Il lancio veloce (operato con rincorsa lunga, a volte anche 20/30 metri) ha il fine diretto di colpire il “wicket”, ottenendo di eliminare direttamente l’avversario in battuta: da qui, cioè l’abbattimento del “wicket”, viene il concetto di wicket conquistato che significa eliminazione: sul tabellone segnapunti gli eliminati vengono, per l’appunto, chiamati “wickets”, non battitori eliminati; il lancio ad effetto ha lo scopo di complicare enormemente la respinta/battuta del “batsman”, costringendolo ad una serie di comportamenti spesso prodromici all’eliminazione ad opera dei compagni di squadra del “bowler”. Lo “spin” è un lancio lento, con pochissima rincorsa del “bowler”, non più di due o tre metri, e , soprattutto “ad effetto”. Al rimbalzo sul “pitch” la pallina assume traiettorie sovente imprevedibili, cambiando direzione, talvolta anche di 15/20 gradi. I lanciatori lenti sono molto temuti dai battitori, poiché li inducono a colpire la palla in anticipo, a volte al di fuori di una posizione corretta nell’area di battuta, cadendo nella trappola di una respinta alta (a campanile) o svirgolata; tali colpi portano molte volte ad eliminazione per “caugth”, cioè la presa al volo da parte dei “fielders”, dello stesso “spin-bowler” o del “wicket-keeper”. E’ anche vero, però, che un lancio lento non effettuato correttamente è più facile da colpire; il che porta a colpi da quattro e sei punti con maggiore facilità: si rischia di pagare molte “runs”, ma si ottengono eliminazioni più frequenti. Insomma ci sono vantaggi da un lato e svantaggi dall’altro. Ogni squadra deve avere almeno cinque “bowlers”, dal momento che non si può lanciare per più del 20% dei lanci a disposizione.

I “fielders” sono gli altri nove giocatori in campo (ricordo che si gioca in undici), oltre il “wicket-keeper” che opera appena dietro il battitore avversario ed il “bowler”; loro compito è il recupero della pallina battuta nel più breve tempo possibile, per evitare i “runs” avversari, o tentare di afferrarla al volo (spesso con gesti atletici o tecnici straordinari e spettacolari) ed eliminare il “batsman”.

A cura di Claudio De Martini vice presidente Genoa Cricket

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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