TUTTI A SCUOLA: I REGOLAMENTI SPIEGATI DAL GENOA CRICKET (parte 10: riepilogo finale)

Chi avesse avuto la bontà e la pazienza di seguirmi nelle settimane passate, potrebbe avere le idee un po’ confuse, me ne rendo conto. D’altra parte le 42 leggi del gioco del Cricket (tra commi e sub articoli, si arriva abbondantemente oltre le 200 regole) avrebbero richiesto il doppio dello spazio. Non mi pareva il […]


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Chi avesse avuto la bontà e la pazienza di seguirmi nelle settimane passate, potrebbe avere le idee un po’ confuse, me ne rendo conto. D’altra parte le 42 leggi del gioco del Cricket (tra commi e sub articoli, si arriva abbondantemente oltre le 200 regole) avrebbero richiesto il doppio dello spazio. Non mi pareva il caso.

Oggi cerco di rinfrescare la memoria, riepilogando soprattutto quelle parti che riguardano le fasi del gioco, avvalendomi dell’aiuto che la Federazione Cricket Italiana, sul suo sito www.crickitalia.org, mi offre in un breve capitoletto intitolato “Il gioco del Cricket”.

Il Cricket si gioca tra due squadre composte da 11 elementi ciascuna.

Il campo è uno spazio in erba che non ha dimensioni definite né predeterminate: di solito si utilizza tutto il terreno disponibile. La forma geometrica è variabile: quasi sempre è ovale o circolare. A livello professionistico il “field” raggiunge facilmente i 15000 metri quadrati, più del doppio di un campo di calcio.

Al centro del campo c’è una corsia di circa 20 metri per 3: si chiama “pitch”. Alle estremità ci sono due porticine, i “wickets”, composte da 3 paletti, sormontati da 2 piccole traverse mobili (“bails”), che fuoriescono dal terreno di 71 centimetri e sono larghe appena meno di 23.

Le squadre cercano di realizzare il maggior numero di punti possibile e di non subire eliminazioni quando sono al turno di battuta (“batting”); di non far segnare punti ed eliminare battitori avversari quando sono al lancio (“bowling”).

L’incontro è diviso in due frazioni di gioco (“innings”): la squadra al lancio (fase difensiva) si schiera in campo con tutti gli effettivi; quella in battuta (all’attacco ed è la sola che segna i punti sul tabellone) mette sul pitch due battitori: ad ogni eliminazione (detta “wicket”), il batsman viene sostituito, fino alla decima che conclude inning o partita.

Dopo l’intervallo, le squadre riprendono il gioco a parti invertite.

La squadra in batting prevede un solo tipo di ruolo, cioè quello di battitore.

Quella al lancio ne prevede tre: bowler (lanciatore), wicket-keeper (ricevitore) e fielder (uomo di campo).

I battitori si posizionano sul pitch ognuno davanti ad uno dei due wickets. Il lanciatore, collocato ad una delle due estremità della corsia, indirizza il lancio verso il battitore all’estremo opposto. Il battitore quando colpisce la palla può correre lungo il pitch scambiandosi di posto con il compagno. Ogni corsa (run) vale 1 punto per la squadra in battuta. Da qui deriva che i punti, nel cricket, si chiamano “runs”, cioè corse. Una battuta così potente da far uscire la palla dal campo rotolando vale 4 punti, 6 invece se la palla esce al volo senza aver toccato il terreno.

Il batsman deve cercare di segnare più punti possibili, evitando di essere eliminato; il battitore può essere eliminato nei modi seguenti:

 bowled (la palla lanciata abbatte il wicket)

 L.B.W., acronimo di leg before wicket, cioè gamba davanti al wicket (la palla sicuramente indirizzata sui paletti colpisce la gamba del battitore)

 caught (la palla battuta viene presa al volo da uno degli avversari)

 run out (il fielder, che raccoglie la palla battuta, abbatte il wicket, mentre il battitore, intento ad eseguire una corsa, è fuori dalla propria base)

 stumped (il battitore è con entrambi i piedi davanti alla linea di battuta, non colpisce la palla che viene intercettata dal wicket-keeper, il quale può abbattere il wicket, “pescando” il batsman fuori posizione).

Non c’è limite al numero di lanci che il battitore può ricevere; se giudica la palla non pericolosa per l’abbattimento del wicket, può anche lasciarla passare senza colpirla.

Il lanciatore ha il compito di non far segnare punti al batsman, lanciando, sempre a braccio teso, con velocità e potenza (fast bowl) o con l’effetto (spin bowl), in maniera tale da rendere complicate e rischiose le battute. Grande importanza, in entrambi i tipi di lancio, è la precisione: lo scopo rimane sempre quello di abbattere i paletti. Le palle non intercettate dal battitore devono essere prese dal wicket-keeper, posizionato dietro il batsman.

I bowlers non possono lanciare per due overs (serie di 6 lanci) consecutivi, ma devono alternarsi con altri lanciatori: poiché non si può lanciare per più del 20% degli overs previsti, ogni squadra deve presentare almeno cinque lanciatori, tra i quali non può essere il wicket-keeper. Ad ogni over si inverte la direzione di lancio, da un wicket all’altro.

Gli uomini disposti sul prato (fielders) hanno il compito di recuperare la palla ribattuta, se possibile prendendola al volo, e di rinviarla al lanciatore o al wicket-keeper.

Il tutto viene governato da due arbitri, equivalenti ed intercambiabili (all’inizio di tutti gli overs si scambiano i compiti), detti “umpires”: il primo arbitro è posizionato dietro il wicket opposto a quello del battitore; l’altro, denominato “square leg umpire”, sta sulla stessa linea del batsman, lateralmente ad una ventina di metri di distanza.

Voglio ricordare che la squadra che va in battuta nel secondo inning, per vincere la gara, deve superare, anche di un solo punto, il risultato dell’avversario: in quell’istante l’incontro ha termine.

Nelle prossime due settimane parleremo di cricket, con riferimento alla storia del “Genoa Cricket 1893”, nato ufficialmente il 7 settembre 2007. La scelta della data in cui è stato firmato l’atto costitutivo della Società non è certo casuale.

A cura di Claudio De Martini vicepresidente del Genoa Cricket

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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