Andreazzoli: «Bisogna concedere alla squadra di essere arrembante, rischiamo, ma come puoi dirgli fermiamoci?»

«Pubblico in estasi?  Anche a me è sembrato, la squadra sotto la Nord ha offerto una ventina di minuti di calcio ossessivo, mi dispiace soltanto non avergli regalato qualche gol in più».

Andreazzoli
Aurelio Andreazzoli (Foto Genoa cfc Tanopress)

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Se il Genoa sta incantando, gran arte del merito è di chi siede in panchina: Aurelio Andreazzoli. Sembra passato un secolo da quel Fiorentina-Genoa dove il Grifone strappò il pass per la permanenza in A con uno scialbo 0-0, invece dopo appena quattro mesi i rossoblù vincono e convincono. Le considerazioni di mister Andreazzoli dopo la prova maiuscola del suo Genoa. «Dispiaciuto per non aver fatto il 3-0? Anche il 4 o 5-0. In quella fase c’era la possibilità di chiudere in bellezza, ma abbiamo avuto l’opportunità di allenarci nella capacità di soffrire. L’abbiamo portata in fondo, siamo felici per lo spettacolo offerto al pubblico, mi sembravano contenti. Naturalmente si gioca per il risultato e lo abbiamo ottenuto, è la cosa più importante. Pubblico in estasi?  Anche a me è sembrato, la squadra sotto la Nord ha offerto una ventina di minuti di calcio ossessivo, produttività no (ride) non l’abbiamo messa dentro ma abbiamo creato tanto, se la squadra è anche bella ancora meglio, ma l’obiettivo è essere produttivi. Dove sono scappato al triplice fischio? A fare la doccia, qui sarò costretto ad attraversare il campo di corsa, da altre parti avevo il tunnel degli spogliatoi vicino. Mi piace lasciare il palcoscenico ai giocatori. La squadra sa che traccia seguire, è chiaro ora siamo un po’ il blocco di marmo da lavorare, ci sono i particolari, se li mettiamo a posto tutto va in una certa direzione. Non ho tirato nessuna maschera su, dico ciò che penso e vedo, in questo mondo essere oggettivi non è sempre facile, io mi impongo di esserlo sia nel bene che nel male, nell’obiettività non posso fare previsioni. So che il lavoro ci farà migliorare, ma non so quanto. Ci riposiamo qualche giorno, anche perchè mentalmente abbiamo fatto un paio di mesi tosti, dopo la misura ce la darà la prossima squadra che affronteremo.  Gioco alla Gasperini? Lo stimo molto, questo accostamento mi gratifica. Preoccupato dall’ingresso di Ribery? Io non guardo l’identità dei calciatori che entrano in campo, guardavo il sistema se cambiava o meno e i compiti che Montella gli affidava, mi interessava questo per poter controbattere. Il finale della Fiorentina è stato più propositivo, ma non mi sono preoccupato di chi stesse entrando.  Non posso giudicare le altre squadre, devo concentrarmi sulle mie cose, è irriguardoso parlare di problemi altrui. Radovanovic  ha fatto un’ottima prestazione, non lo conoscevo, è una persona eccellente. Ha la fame di un ventenne nel voler apprendere, sono estremamente contento della sua prestazione, mi dispiace solo non abbia segnato. Tifosi spettacolari, io alla prima di campionato non esco mai dall’ufficio, li sentivo ed ero tentanto di uscire e guardali. Mercato? Con la società abbiamo le idee chiare e stiamo seguendo quella linea, qualcosa c’è da fare ma lo sanno il direttore e il presidente: ci penseranno loro. Io domani ho allenamento, poi vado a casa per un paio di giorni.  Ghiglione come Di Lorenzo? Si, è bravo, attento, lavora sodo, è una “spugna”. Il nostro compito è mettere il calciatore nelle condizioni ideali per esprimersi al meglio, lui deve migliorare la fase difensiva, ma devo ammettere che ha già fatto dei passi da gigante. Parliamo di un ragazzo che gioca su 70 metri con qualità, in avanti e indietro, è stato straripante: è uscito solo per un crampo.  Il ragazzo è bravo, il paragone con Di Lorenzo ci sta. Quando ci siamo sciolti eravamo bellissimi e mi sono preoccupato: l’entusiasmo ci vuole, quando è troppo però è pericoloso. Però bisogna concedere alla squadra di essere arrembante, rischiamo, ma come puoi dirgli fermiamoci?»

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