Stagione di veti incrociati al Rosario Central

Il club rosarino ha un vuoto a livello presidenziale

Da sinistra, Carloni, Broglia e Cefaratti: lo stato maggiore del Rosario Central (da decentral.com.ar)

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Il Rosario Central sta vivendo una stagione del tutto tipica per il calcio sudamericano, ancora fermo all’ideologia di azionariato popolare dei club. É la stagione dell’elezione del nuovo presidente. In corsa ci sono Luciano Cefaratti e Ricardo Carloni, attuali vice di Broglia. Entrambi vogliono vincere e la competizione ammette ricorsi a mezzi di ogni tipo.

Durante la campagna i candidati esercitano i pieni poteri riconosciuti dallo statuto sociale, tra i quali il diritto di voto. La competizione tra i vicepresidenti sta bloccando il mercato del Rosario Central, imperniato sull’uscita di Walter Montoya. Il centrocampista piace ai due giganti latini Boca e River, e il Genoa, come noto, ha presentato una sostaziosa offerta. Ma dalle parti di Arroyito si ha la sensazione che questa operazione si stia trascinando e necessiti di un guizzo definitivo.

Cefaratti e Carloni conducono la campagna con due strategie differenti. Di rilancio dell’immagine rosarina, il primo; di slancio aziendalista, il secondo. I veti incrociati su Montoya apposti dai numeri due hanno portato alla paralisi del club, proprio come accadeva nel Consiglio di Sicurezza ONU durante la Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. E il Genoa da che parte sta?

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