L’andamento lento d’inizio calciomercato

Dal 3 luglio si potranno depositare i contratti in Lega ma per il momento il calciomercato italiano è solo mediatico

Il pallone di Genoa-Udinese (foto Gabriele Maltinti/Getty Images)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Andamento lento. Non è il titolo della canzone di De Piscopo ma il ritmo del calciomercato estivo. La maggioranza dei club di Serie A non ha premura di stringere anzitempo accordi: solo il Milan sta accelerando per esigenze continentali, leggasi preliminari di Europa League (27 luglio), cautelandosi fin da subito con Kessie, Musacchio e Ricardo Rodriguez. Il club rossonero, ora in mano ai cinesi, vuole evitare brutte figure come già capitato a Palermo, Udinese e Sampdoria negli anni recenti contro squadre di minor blasone ma maggiore convinzione nei propri mezzi. Solo il Milan rende frizzanti i telefoni di avvocati, procuratori e giornalisti, il resto è bonaccia.

Tra qualche settimana si sveglieranno anche i giganti del campionato italiano. La Juventus ha una liquidità mastodontica (oltre 120 milioni) acuita dalla finale di Champions League persa, quindi Signora esentata dal pagamento di mezzo milione di euro a ciascun bianconero come premio vittoria; l’Inter vuole un nome non solo di grido ma che torni utile a Spalletti; al terzo anno di lavoro Sarri pretende un campione già pronto per il suo Napoli, anche se il preliminare Champions sarà uno snodo vitale; la Roma americana vuole crescere ancora anche se un sacrificio eccellente dovrà pur farlo.

E il Genoa? La famiglia Preziosi vuole vendere ma le plurime difficoltà rendono difficile il passaggio di proprietà. In questo momento il mercato rossoblù è un fiume carsico, non si vede ma scorre sottoterra. Juric ha le idee chiare perché sa cosa vuole e può chiedere: non arriverà CR7 del Real Madrid o D10S del Barcellona, ma dei calciatori utili e funzionali al suo gioco e al forziere del Grifo. Nessuna spesa folle o ingaggio sopra i 700/800mila euro netti: il Genoa vivrà del suo, il che non è solo sinonimo di «lacrime e sangue», ma anche di capacità e abilità di mercato. Il Grifo ha un risicato margine d’errore se vuole evitare una stagione fallimentare come quella appena vissuta.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.