Pro Vercelli – Genoa: sfida agli albori del calcio

Storia di uno dei club più antichi d'Italia, con un passato glorioso ed un presente in Seconda Divisione. Questo pomeriggio alle 18 fischio d'inizio di Pro Vercelli - Genoa


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L’Unione Sportiva Pro Vercelli Calcio è la più celebre e titolata società sportiva e calcistica di Vercelli. Club di grande tradizione, tra i più antichi d’Italia, vinse ben sette scudetti tra il 1908 e 1922. Conta 6 presenze in Serie A tra il 1929 e il 1935, e 8 in Serie B di cui l’ultima nel 1948. È ad oggi, fra le squadre italiane pluriscudettate, l’unica non proveniente da una città capoluogo di regione e da una cittadina di provincia[1], e al contempo l’unica fra di esse ad essere andata incontro ad un declino tanto grave da farle perdere svariate volte lo status professionistico. Tra i calciatori più rappresentativi che militarono nelle file del club, non si possono non citare il difensore Virginio Rosetta e gli attaccanti Silvio Piola e Pietro Ferraris, tutti e tre campioni del mondo con la Nazionale di Vittorio Pozzo. Da circa un cinquantennio milita in categorie semi-professionistiche e dilettantistiche, avendo conosciuto anche, nel 1990, l’esclusione dai campionati per inadempienze finanziarie. Attualmente milita in Lega Pro Seconda Divisione.

Le origini [modifica]

La Società Ginnastica Pro Vercelli nacque nel 1892 e, ad opera di Marcello Bertinetti, nel 1903 istituì anche una sezione per il calcio. Il colore delle maglie era il bianco, abbinato a calzoncini neri: la divisa divenne caratteristica (il soprannome dei giocatori era ed è ancora oggi Bianche Casacche) e fu onorata, più avanti, da squadre come lo Spezia, che adottò lo stesso stile per la sua divisa ufficiale, dal Derthona e, soprattutto, dalla Nazionale, che disputò le sue prime due gare in bianco, data l’assenza, per squalifica, proprio dei giocatori due volte campioni d’Italia (nel 1908 e nel 1909). A capo del club vi era l’avvocato penalista Luigi Bozino, prima vera figura di dirigente illuminato e avanti “anni luce” del calcio italiano, che rimase a guida delle società per trent’anni, in pratica sino alla sua morte. Nel 1906 la Pro Vercelli si unì alla F.I.F. (oggi F.I.G.C.) e disputò il suo primo campionato, in Seconda Categoria, venendo eliminato dalla squadra riserve della Juventus di Torino.

Carlo Rampini, talentuoso attaccante che vinse cinque scudetti con la Pro Vercelli.Nonostante l’esordio non favorevole, già l’anno successivo il piccolo club mostrò grandi progressi, riuscendo a vincere il campionato di Seconda Categoria e ottenendo il diritto di partecipare al torneo di massima divisione per il campionato del 1908.

Al debutto in massima divisione la squadra piemontese seppe imporsi e riuscì nell’impresa di vincere immediatamente lo scudetto, battendo nelle eliminatorie regionali la Juventus e superando in finale, in un triangolare, la U.S. Milanese e i genovesi dell’Andrea Doria. Il 26 aprile 1908 ai bianchi bastò il pareggio casalingo contro la squadra ligure per aggiudicarsi il primo, storico titolo. Nello stesso anno la squadra riserve completò l’impresa vincendo il campionato di Seconda Categoria. Nel 1909 la Pro Vercelli si confermò campione d’Italia, sconfiggendo nell’ordine il Torino, il blasonato Genoa e, infine, nella doppia finale, l’U.S. Milanese. Tra gli artefici di questi importanti successi, i centrocampisti Ara e Leone e il giovanissimo attaccante Rampini, classe 1891; pochi anni dopo i tre vennero convocati per le prime gare della Nazionale maggiore.

Nel 1909-10, campionato in cui si sperimentò per la prima volta un girone unico all’italiana, una Pro Vercelli che sembrava destinata a festeggiare la vittoria dello scudetto per la terza volta consecutiva, trovò una tenace rivale nell’Internazionale, neonata squadra milanese che chiuse al primo posto in classifica il torneo, a pari merito con i bianchi, rendendo necessaria la disputa di uno spareggio per assegnare il titolo. La richiesta del presidente Bozino di rinviare la gara a causa degli impegni che alcuni giocatori vercellesi avevano con le formazioni giovanili, però, fu respinta con fermezza dai rivali nerazzurri e, di conseguenza, dalla Federazione. Bozino rispose schierando, il 24 aprile, gli undicenni della Squadra Ragazzi, che persero 10-3 una partita già scritta. Per questo episodio e per la singolare protesta, tutti i membri della società piemontese furono multati.

Nonostante l’amarezza, i bianchi seppero rifarsi nei tre anni successivi, quando conquistarono altri tre titoli consecutivi (1910-11, 1911-12, 1912-13), finendo per insidiare il primato del Genoa nell’albo d’oro. Inoltre, a Torino, il 1° maggio 1913, nell’amichevole Italia-Belgio (1-0) nove giocatori della Pro Vercelli furono schierati tra i titolari.

Nel campionato 1913-14 la Pro Vercelli campione in carica mancò clamorosamente, per un punto, l’accesso alla fase finale del torneo, sopraffatta dal Genoa e dall’emergente Casale, la cui storia è direttamente legata ai successi dei bianchi di quegli anni. Raffaele Jaffe, presidente della giovane società monferrina, guardava ai trionfi vercellesi con risentimento, principalmente per motivi di campanilismo: per questa ragione si era posto l’obiettivo d’insidiare i primati della Pro. Scelse per le divise della sua squadra il nero, in antitesi con le Bianche Casacche, e in pochi anni seppe allestire una potente squadra che, proprio in quell’anno, riuscì a strappare lo scudetto dalle maglie dei vercellesi. La rivalità tra i due club non sarebbe mai venuta meno, anche dopo la nascita e la crescita di altre importanti realtà sportiva nella zona del Piemonte Orientale, come Alessandria e Novara, che andarono a completare il cosiddetto quadrilatero piemontese che tanti talentuosi giocatori plasmò nel periodo tra le due guerre mondiali. Il passo falso di quell’anno segnò anche la stagione successiva e la Coppa Federale del 1916, disputata dopo lo scoppio della guerra, quando fu nuovamente il Casale a estromettere i bianchi dalla competizione.

La Pro Vercelli nel 1921.Dopo la prima guerra mondiale, la Pro Vercelli seppe riconfermarsi tra i più forti club italiani, lanciando Virginio Rosetta (perno della difesa della Juventus del Quinquennio d’Oro, nonché bronzo alle Olimpiadi di Amsterdam e campione del mondo a Roma nel 1934) e vincendo, nel 1920-21, il sesto scudetto, battendo nella finalissima il Pisa per 2-1. L’anno dopo, il 1922, fu l’anno della scissione all’interno della Federazione, spaccata dalle proteste dei piccoli club, che si sentivano poco tutelati. I bianchi seppero comunque aggiudicarsi il settimo scudetto con la vittoria del Campionato C.C.I.; fondamentali furono le vittorie nella finale di Lega a Genova, il 14 maggio 1922, e nella doppia finale Nazionale contro la Fortitudo Pro Roma. All’apice della sua popolarità, la Pro Vercelli fu invitata in Brasile per una serie di amichevoli e fu l’unica squadra a non essere battuta in occasione della tournée italiana del Liverpool.

Quello del 1922 rimase l’ultimo scudetto per la mitica Pro: con la crescita dei team di Torino e Milano e del Bologna e la diffusione del professionismo (destò clamore, nel 1923, il passaggio di Rosetta alla Juventus per le cifre offerte al giocatore da Edoardo Agnelli), le casacche bianche, saldamente legate ai valori dello sport dilettantistico, persero quotazioni, così come accadde lentamente a tutte le squadre appartenenti a quel grande laboratorio di talenti che era il “quadrilatero piemontese”.

Silvio Piola con la maglia della Pro Vercelli.Chiudendo al quinto posto in classifica il campionato 1928-29, i bianchi ottennero la possibilità di giocare la prima edizione della Serie A (stagione 1929-30). Nel 1929 la Pro Vercelli lasciò il suo primo stadio, il “Foro Boario”, per il nuovo impianto di via Massaua, intitolato inizialmente all’aviatore Leonida Robbiano.

Fu nei primi anni Trenta che esplose il talento del giovane Silvio Piola, prodigioso attaccante che resse le sorti della squadra per cinque stagioni e che fu dirottato alla Lazio nel 1934 su pressioni del regime. Senza più il suo goleador, la Pro Vercelli perse il suo smalto e il suo mito crollò definitivamente. Al termine del campionato 1934-35 i piemontesi retrocessero tra i cadetti, lasciando la Serie A. A Piola fu intitolato lo stadio “Robbiano” nel 1996, dopo la sua morte.

Una volta caduta in Serie B la Pro Vercelli non fu in grado di combattere per riacquisire un posto in massima serie. Già al termine della stagione 1936-37 si ritrovò coinvolta nella lotta per non retrocedere in Serie C, da cui uscì indenne solamente dopo una lunga serie di spareggi con Messina, Venezia e Catania. Dopo diverse stagioni di permanenza a centro-classifica, nel 1940-41 la squadra concluse all’ultimo posto il campionato e crollò in terza serie, categoria dalla quale risalì solamente nel dopoguerra per la riforma del campionato cadetto. Dopo due buoni campionati (1945-46 e 1946-47), però, la Pro Vercelli fece parte del grande numero di squadre destinate a comporre la Serie C al termine del difficile campionato 1947-48: da quell’anno la Pro non fece più ritorno neppure in B.

Già al termine della stagione 1949-50, dopo uno spareggio perso a Legnano contro il Luino retrocesse in IV Serie, salvo poi salvarsi per un ripescaggio. La caduta in tra i dilettanti fu però rinviata di soli due anni, e nel 1951-52, in seguito al tentativo della F.I.G.C. di fare anche della Serie C un campionato a girone unico, i vercellesi retrocessero in IV Serie. Nel 1954-55 il primo posto nel girone portò i bianchi a disputare le finali interregionali, dove furono estromessi, però, al primo turno dal Vigevano. Fu nel 1956-57 che i bianchi ottennero la promozione in terza serie; l’esperienza durò cinque stagioni: fu un nuovo spareggio, questa volta a Novara contro il Saronno, a sancire il ritorno in Serie D della Pro Vercelli, che nel 1965 cadde anche in Prima Categoria e nel 1967 fu omaggiata della Stella al merito sportivo CONI.

Nella stagione 1970-71 la Pro Vercelli diede il via ad un emozionante duello per la promozione con la Biellese; le due squadre conclusero appaiate al primo posto il campionato e furono costrette a disputare ben due spareggi, a Torino. Le due vibranti gare, che si conclusero sul 4-4 e sul 2-2, non diedero però un responso e solo il lancio di una moneta sancì il passaggio dei vercellesi in Serie C.

L’anno successivo i bianchi si salvarono grazie alla migliore differenza reti nei confronti del Treviso; nel 1975-76 chiusero il campionato al terzo posto in classifica, anche se un fu un potentissimo Monza a beneficiare della promozione. Nel 1977-78 la riforma del campionato di Serie C vide i bianchi essere assegnati alla Serie C2 per un solo punto nei confronti di Alessandria e Padova. Inopinatamente, le Casacche Bianche retrocessero l’anno dopo in Serie D, dopo uno spareggio perso con il Legnano. Solo nel 1983-84, dopo un ennesimo spareggio con la Cairese, la Pro Vercelli risalì dall’Interregionale.

Nel 1990 la Pro Vercelli, guidata dall’allenatore Giuliano Zoratti e dal giovane attaccante Roberto Murgita disputò un ottimo campionato; con il Siena già promosso, erano i bianchi e il Pavia a contendersi l’altra promozione, ritrovatesi appaiate a un turno dalla fine. Ma se il team lombardo, il 3 giugno, riuscì a espugnare di misura il campo della Sarzanese, la Pro Vercelli, che pure vantava la migliore difesa del campionato, crollò clamorosamente a Pontedera, dove i pericolanti padroni di casa vinsero per 6-1. Fu il primo capitolo di un’estate drammatica per il calcio vercellese: la squadra non fu infatti iscritta al successivo campionato per il mancato pagamento di una fidejussione. L’esclusione dal campionato di Serie C2 portò al ripescaggio del Novara, che frattanto aveva perso lo spareggio salvezza proprio con il Pontedera e sembrava destinato per la prima volta a retrocedere nelle categorie dilettantistiche; le Casacche Bianche, dopo aver rischiato la radiazione, riuscirono a iscriversi al campionato di Promozione.

Nel 1994, dopo una difficile risalita, la Pro Vercelli ottenne la Serie C2, vincendo anche lo Scudetto Dilettanti nella doppia finale contro il Giulianova. Da quel momento la squadra è diventata una presenza fissa in C2, partecipando ai Play-off per la promozione in due occasioni (1994-95 e 2000-01) e, più recentemente, evitando la retrocessione in due casi ai Play-out (2002-03 e 2004-05) e, al termine della stagione 2003-04, grazie a un ripescaggio.

La stagione 2009-2010 sarà la sedicesima consecutiva disputata dalla Pro Vercelli in C2/ Seconda Divisione (record assoluto di partecipazioni consecutive)

Dopo anni di precaria situazione economica, la squadra pare aver raggiunto una certa stabilità che le ha garantito buone prestazioni, anche sul campo, nel campionato 2006-07 e nel campionato 2007-08.

In occasione del centenario della conquista del primo scudetto nel 1908, tra l’8 e il 15 settembre 2008 sono stati organizzati una serie di eventi che hanno coinvolto sia la squadra, con tornei giovanili e un’amichevole con il Torino, sia la città, con workshop, mostre, e con l’esposizione della Coppa del Mondo 2006.

 

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