La serata nera dei tifosi doriani: cori offensivi, la nebbia dei fumogeni e i fischi al tenore

I sostenitori blucerchiati hanno anche divelto un idrante, bagnando i rivali rossoblù nei distinti. «No alla tessera del tifoso» è stato lo slogan che ha accomunato le due tifoserie


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Uno stadio Ferraris stracolmo è stato ieri sera teatro del 101esimo derby tra Genoa e Sampdoria, l’avvenimento più atteso per i genovesi: tutto esaurito da giorni, si contano ben 33.265 spettatori paganti.

L’atmosfera si fa subito incadescente a un’ora dall’inizio del match: le tifoserie scaldano le voci e già da un’aggressiva Gradinata Sud salgono puntuali cori contro il Genoa, molti dei quali troppo offensivi e poco sportivi. Seguono momenti in cui la maleducazione dei tifosi doriani raggiunge il culmine: viene fischiato il tenore Chicchetti che intona una versione ‘a cappella’ di “Ma se ghe pensu”, il più noto brano tradizionale genovese, che doveva servire per avvicinare le due squadre in nome della città di Genova; in più, negli ultimi dieci minuti che anticipano l’inizio, la tifoseria blucerchiata si cimenta in un inopportuno spettacolo pirotecnico, con fuochi d’artificio, petardi e fumogeni, che invadono l’area disabili e rendono difficile la visuale in campo. Addirittura verso alla metà della ripresa l’arbitro Rosetti ha dovuto sospendere per alcuni secondi la partita poiché i giocatori del Genoa gli avevano segnalato il lancio di un razzo in campo. Subito dopo il 3-0 del Genoa è accaduto un episodio tragicomico: alcuni sostenitori blucerchiati hanno divelto un idrante e lo hanno aperto, bagnando i tifosi rossoblù nei distinti.

La Gradinata Nord, del canto suo, non raccoglie sempre le provocazioni, ma punta a celebrare i rossoblu senza ricorrere ad insulti nei confronti della squadra avversaria: esibisce infatti una coreografia spettacolare di fogli luccicanti rossi e blu, sovrastati dalla croce di San Giorgio. Da ricordare l’ormai immancabile scenografia nei Distinti dei Figgi do Zena, con due grifoni in mezzo al simbolo del club genoano.

I tifosi sanno che la stracittadina è anche spettacolo, al quale devono dare il proprio contributo.

Le due tifoserie sono tuttavia d’accordo su un unica cosa: «No alla tessera del tifoso» è stato lo slogan unico di entrambe.

La partita è avvincente e coinvolge sin dal calcio d’inizio: presto ci si accorge della superiorità del Genoa, sia in termini tecnici che di comportamenti sul campo. I migliori sono Palladino e Rossi, velocissimi, precisi e concentrati.

La Sampdoria dimostra eccessivi nervosisimi dopo la prima rete di Milanetto e non riesce a decollare, perdendo lucidità e attenzione.

Il Genoa dell’imprevedibile Gasperini vince con la sua caratteristica di essere una squadra corale, che mette in difficoltà la rivale, la cui forza sta solo nella presenza di pezzi importanti come Palombo, Pazzini (fuori forma) e Cassano, dal comportamento davvero inqualificabile, che si perde da subito in polemiche con l’ottimo arbitro Rosetti, dimostrandosi arrogante e spegiudicato.

Marco & Andrea Oliveri

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL’ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

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