DEL NERI: «Il Genoa ha una precisa fisionomia di gioco»

Voglioso, concentrato, ma al tempo stesso ironico e spensierato come al solito, il tecnico blucerchiato s’appresta a vivere la sua prima stracittadina da allenatore della Samp: «Il derby è una gara a sé, che metto sul piano di una finale di coppa. Mi auguro una partita maschia ma corretta». Sono passati quasi trent’anni, per l’esattezza […]


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Voglioso, concentrato, ma al tempo stesso ironico e spensierato come al solito, il tecnico blucerchiato s’appresta a vivere la sua prima stracittadina da allenatore della Samp: «Il derby è una gara a sé, che metto sul piano di una finale di coppa. Mi auguro una partita maschia ma corretta».

Sono passati quasi trent’anni, per l’esattezza ventinove, dal 7 dicembre 1980 ovvero da quando Gigi Del Neri, all’epoca regista infaticabile di una Sampdoria che si barcamenava in Serie B, decise il derby d’andata con un gol direttamente da calcio d’angolo. «Un episodio che mi ha facilitato quest’estate quando sono tornato a Genova da allenatore – scherza il tecnico friulano, durante la conferenza stampa che precede la rifinitura dei blucerchiati in vista della stracittadina numero 101 -. Senza dubbio preparare un derby da giocatore è diverso: pensi a dare il massimo di te stesso in campo e possibilmente a vincere la gara. Da allenatore cerchi di trasmettere i giusti stimoli ai ragazzi, senza però caricarli eccessivamente di pressione. Questo può avvenire durante l’allenamento, ma anche sotto il proflio dialettico».

Con che approccio Luigi Del Neri ha preparato questo derby?

«Esistono svariati modi di preparare una gara così importante, che per noi e per i nostri avversari non è una gara come le altre, ma è un derby, che metto allo stesso livello di una finale di coppa. Durante questa sfida non scendono in campo solo due squadra, bensì un’intera città e noi daremo il massimo per vincere. Credo che sia giusto scendere in campo determinati, ma senza troppa pressione. Personalmente avrei evitato anche il ritiro, ma poi ho visto che la squadra aveva piacere di vivere questa vigilia tutti insieme e allora ho capito che forse era il modo giusto per caricarci nella maniera giusta».

La Sampdoria precede il Genoa di quattro lunghezze: può essere un vantaggio?

«Non credo. Come ho già detto, il derby è una gara a sè e i valori si annullano. Qualcuno mi ha fatto notare che il Genoa è la peggior difesa del campionato, ma io ribatto dicendo che ha anche il miglior attacco: le coperte sono sempre o lunghe o corte. Come tutte le squadre il Genoa sta faticando in difesa, perché si è tornati ad un calcio più offensivo e quindi qualcosa bisogna pur concedere».

Gian Piero Gasperini le ha fatto indirettamente un complimento, dicendo che quest’anno la Samp gioca un calcio migliore rispetto agli anni scorsi. Cosa risponde?

«Lo ringrazio e posso dire lo stesso di lui che da diversi anni ormai ha saputo trasmettere alla sua squadra una precisa fisionomia di gioco e un atteggiamento propositivo. Sappiamo che il Genoa di fronte al proprio pubblico è una squadra assai temibile: loro metteranno in campo le loro carte, noi le nostre, sperando ovviamente di poter esultare noi alla fine. Credo che Genova calcistica debba essere soddisfatta di quello che le due squadra stanno facendo».

Il derby della Lanterna è da sempre contraddistinto per lo spettacolo messo in atto dalle due tifoserie, prima, durante e dopo la partita. Sotto questo aspetto che sfida si attende?

«Da sempre il pubblico genovese è sempre caloroso, ma molto civile. Lo spettacolo sugli spalti sono sicuro che non mancherà: il Genoa gioca in casa, ma anche noi avremo la nostra fetta di stadio che non ci farà mancare sostegno ed affetto. Parlando di fair-play, credo che l’esempio debba partire dalle squadre in campo: mi auguro che sia un derby maschio, ma corretto. L’importante è poter uscire a testa alta, sia noi dal campo che il pubblico dagli spalti, consapevoli di aver fatto il massimo per provare a vincere, ma sempre nei limiti della correttezza sportiva».

Il Genoa proverà ad ingabbiare Cassano. Lei ha già pensato alle contromosse?

«La Sampdoria non è solo Cassano e se marcheranno lui, qualcun altro dovrà essere lasciato libero. Anche l’Inter ha provato a fermare Antonio, ma poi il passaggio decisivo l’ha fatto Mannini e Pazzini è riuscito ad andare a segno, regalandoci la vittoria».

Se riproporrà la difesa schierata nelle ultime giornate, sarà una linea difensiva dall’età media bassissima: potrebbe essere un rischio in una partita così delicata?

«Non credo. La spensieratezza e l’entusiasmo dei giovani sono componenti positive. Se un giovane merita di giocare è giusto che giochi, altrimenti non farà mai esperienza. Se commetteranno degli errori, dovranno essere vissuti come motivo di crescita. Anche il Genoa ha elementi giovani, come Criscito ad esempio, che seppur giovani hanno già giocato diversi derby. Io credo molto nei miei ragazzi e nel gruppo che ho a disposizione».

Il derby è una gara a sé, ma dopo il campionato continua e il risultato della stracittadina può in un modo o nell’altro condizionare il prosieguo di stagione…

«Con 24 punti in classifica, possiamo scendere in campo sereni e senza pressioni. Se avessimo 15 punti sarebbe diverso, ma da questo punto di vista sono tranquillo».

Sampdoria dunque con due risultati a disposizione?

«Assolutamente no. Giochiamo per un solo risultato: la vittoria».

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