Benevento: la storia di una città tra calcio e mito

Viaggio alla scoperta del club e della leggenda sulle streghe. Un passato immerso nella magia e nella superstizione. Anche in Liguria un analogo caso storico: il processo di Triora per stregoneria


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[tps_title]Le streghe liguri: il Processo di Triora[/tps_title]

Non fu solo la città della Campania a macchiarsi del sangue di innocenti accusati di praticare le arti oscure. In Liguria ebbe infatti luogo il Processo delle streghe di Triora: un procedimento giudiziario svoltosi nell’omonima località ligure tra il 1587 e il 1589 in cui alcune donne vennero accusate di essere le streghe artefici delle pestilenze e della carestia, oltre che di cannibalismo verso bambini. All’epoca dei fatti, Triora era un borgo fortificato al centro di intensi traffici commerciali tra il Piemonte, la costa e la vicinissima Francia. Politicamente dipendeva dalla Repubblica di Genova, di cui era podesteria.

La cittadina di Triora (Foto Wikipedia)
La cittadina di Triora (Foto Wikipedia)

Da circa due anni, il comune soffriva a causa di una terribile carestia: oggi è risaputo che questo periodo di magra probabilmente era stato in parte determinato da una manovra economica dei proprietari terrieri, ma il popolo tentò comunque di cercare un capro espiatorio e le vittime furono alcune donne del villaggio, che vennero accusate di stregoneria e d’infanticidio. Nell’ottobre del 1587 il Parlamento locale, durante una seduta, chiese alle autorità civili e religiose di intervenire contro le presunte streghe; arrivarono così il vicario dell’Inquisitore di Genova e Albenga nonché il sacerdote Girolamo del Pozzo, che sosteneva fermamente la presenza del maligno. Durante la celebrazione della messa, al momento della predica, il sacerdote chiese ai parrocchiani di denunciare le streghe. Vennero così arrestate venti donne che, a causa delle denunce estorte con torture, divennero presto trenta. Tra di loro tredici donne, quattro ragazze e un fanciullo si dichiararono rei confessi. Alcune case private furono trasformate in carceri, la più famosa delle quali fu casa del Meggio, oggi nominata Ca’ de baggiure (Casa delle streghe). Dopo breve tempo il governo genovese si mise in moto e nei primi giorni di maggio del 1588 arrivò l’Inquisitore Capo il quale visitò le carceri, ma dispose la scarcerazione di una sola ragazzina di tredici anni. Un mese dopo, in giugno, Genova mandò un commissario di nome Giulio Scribani o De Scribani che inasprì il clima di terrore trasferendo le donne incarcerate a Genova e facendo di tutto per trovare altre nuove streghe. Le accuse rivolte alle sospettate furono: reato contro Dio, commercio con il demonio, omicidio di donne e bambini. Cominciarono nuovi interrogatori e supplizi, cui erano sottoposti quasi sempre degli innocenti. Questa persecuzione si estese anche ai paesi vicini come Castel Vittorio e Sanremo, ove ebbero inizio altre cacce alle streghe. Fu solo il 23 aprile del 1589 che il tragico processo alle streghe venne terminato. Non si sa esattamente che fine hanno fatto le donne incarcerate a Genova ma è probabile che – come sostenuto da alcuni storici – furono lasciate libere.

Domani si giocherà la sfida calcistica tra due città che nel loro passato hanno avuto legami con la pratica delle arti oscure. Chi vincerà? Le streghe liguri o quelle beneventane?

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