Oltre a Roberto Pruzzo il Genoa celebra il compleanno di altri due celebri campioni: il mitico capitano Marco Rossi ed Enrico Sardi.
Enrico Sardi – Nel pantheon rossoblù l’interno di centrocampo con spiccate doti offensive, vincitore di tre scudetti con il Grifone, ha un posto in prima fila. Ne vinse tre a cavallo degli anni Venti e Trenta. Abile palleggiatore, gran colpitore di testa. Straordinario fiuto del gol. Una novantina di reti: nella top-five dei goleador di sempre. Insieme al ‘gemello’ Santamaria, acquistato anch’egli dall’Andrea Doria, fu protagonista di un trasferimento che all’epoca fece rumore. Il primo caso di presunto professionismo tra i calciatori in Italia. Con la maglia azzurra partecipò a due edizioni delle Olimpiadi. Sette partite e quattro reti con la Nazionale. Ci ha lasciato nel 1969.
Roberto Pruzzo – O’ Rey di Crocefieschi, sbocciato nel settore giovanile del Genoa, è uno dei bomber più prolifici visti all’opera nel calcio italiano. Famoso per le qualità acrobatiche. I colpi di testa con la palla spizzata o indirizzata con torsioni innaturali. Giocò in prima squadra dal 1973 al 1982, segnando 68 gol in 161 presenze. Due promozioni in Serie A. E nella giostra dei derby uno passato alla storia. L’immagine di quel gol realizzato il 19 marzo 1977, che contribuì a spalancare le porte della Serie B ai rivali, uscì dal campo per entrare, appesa ai muri, nelle botteghe storiche di Zena. La prima cartolina. Capo-cannoniere in Serie A e in B. Uno scudetto con la Roma.
Marco Rossi – Il Genoa come scelta di vita. Da quel provino in rossoblù da bambino, alla fascia di capitano portata con la naturalità di chi è diventato genovese d’adozione o vocazione. Protagonista del doppio salto dalla C alla A. Non ha mai mollato. 32 gol in 300 partite ufficiali dal 2003 al 2013. La partecipazione all’Europa League. Polmoni d’acciaio e non solo una generosità fuori concorso, oltre a un’indole di anti-personaggio, lo hanno eletto idolo dei supporter. In suo onore al passo d’addio dai campi è stata ritirata la maglia n° 7, che fa compagnia alla 6 di Signorini e alla 12 della Gradinata Nord. Campione d’Europa con la Nazionale Under 21 nel 2000.