Quanto guadagnano gli arbitri di Serie A?

Luca Marelli, ex arbitro di Serie A e avvocato, spiega la diaria di un fischietto

Rizzoli Serie A
L'arbitro internazionale Nicola Rizzoli (MARTIN BUREAU/AFP/Getty Images)

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Vi siete mai chiesti quanto guadagnino gli arbitri di calcio? I numeri che circolano sono vari e tendono a muoversi in una forbice di denaro piuttosto ampia. Dalle colonne del suo blog Luca Marelli, ex fischietto con quindici presenze in Serie A e attualmente avvocato non iscritto, fa chiarezza sulla diaria di un fischietto.

Come precisa Marelli, ha poco senso paragonare gli emolumenti di un arbitro con quello di un lavoratore al di fuori del mondo del calcio. I guadagni degli arbitri devono essere parametrati all’ambito in cui operano, all’impegno che importa un’attività e al tempo da dedicare.

Nel calcio la data spartiacque è indubbiamente il 2006, l’anno di Calciopoli. Prima della bufera del pallone, una gara di massima categoria era retribuita con 5.164,57 euro, dieci milioni del vecchio conio. Dopo Calciopoli – spiega Marelli – l’allora commissario dell’AIA Luigi Agnolin ridusse le diarie: dalla stagione ’06-’07, infatti, si passò ai 3.400 euro per ogni gara di Serie A e ai 1.700 per la Serie B.

La gestione Collina, sulla base di un pittoresco criterio meritocratico, avvallò un ripiano delle diarie decurtando quelle della cadetteria in favore della Serie A. Gli arbitri guadagnano 3.800 euro lordi per ogni gara di Serie A (che, al netto della tassazione italiana, si riducono a circa 2.100 euro), oltre ad una parte fissa che varia a seconda del ruolo internazionale e numero di gare dirette.

Gli arbitri dell’AIA godono di un contratto con uno stipendio fisso di 30.000 euro per le prime due stagioni, 40.000 per tutti i non internazionali con almeno 25 presenze (nessun novizio raggiunge tali presenze in A nel corso della prima stagione e, al raggiungimento dell’obiettivo, l’adeguamento diventa effettivo dalla stagione successiva) e 80.000 euro per gli internazionali.

Ricapitolando, un arbitro al primo anno può contare su un introito lordo di circa 120mila euro, ossia 70mila netti.

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