L’arte del riposo

Nel calcio moderno diventa sempre più importante il recupero poiché i giorni tra una partita e l'altra sono pochi e saranno destinati a diminuire

Brlek (Foto sito Wisla Cracovia)

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Il calcio moderno sta scoprendo l’arte del riposo. Aumenta il numero e l’intensità delle partite e si va in contro a una progressiva contrazione del numero di giorni tra una partita e l’altra. Tradotto: si sta più sul campo che a letto. Meglio per gli spettatori e le tv che sono riuscite a spalmare i picchi di ascolti su almeno quattro giorni della settimana. Cosa succederà in futuro, magari tra dieci o quindici anni? Si giocherà di più perché il calcio mondiale insegue la federazione che più di tutte ha spettacolarizzato uno sport: l’NBA, il basket.

Negli Stati Uniti due partite sono separate da appena quarantotto ore, tempo sufficiente per recuperare. Basta ottimizzare gli spostamenti assicurando il minore stress ai giocatori. Loro defaticano su aerei che quando atterrano sembrano astronavi, viaggiano su pullman con posti letto e bagni privati. Non è facile, la pallacanestro nordamericana ci ha messo decenni prima di arrivare a creare un brand fenomenale. Tutto ciò che fa spettacolo si può vendere, i ricavi arricchiscono il movimento a cominciare dalle giovanili: in America funziona così. Il calcio europeo può imitare parzialmente l’NBA solo se si adatta ai ritmi dell’NBA.

L’Italia è lontana da questo modello, ci sono ancora allenatori che hanno paura di giocare ogni tre giorni, altri che invece “sacrificano” le competizioni per concentrare gli sforzi su un torneo. É questo il senso dello sport? Lo sport-lavoro va onorato tutti i giorni tenendo presente che un domani non troppo lontano diminuiranno i giorni disponbili per preparare una partita al centro sportivo. Allora assumerà sempre più importanza destreggiarsi nell’arte del riposo, apprendendo la cultura del recupero fisico e la prevenzione degli infortuni. Sapete quante partite disputava il Nottingham Forest di Clough? Almeno sessanta all’anno. Era la seconda metà degli Anni ’70. Giocavano più di adesso.

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