Nel 2004 il Genoa batte l’Empoli per 3-2

Nel 2004 il Genoa batte l’Empoli a Marassi per 3-2. Il Genoa, schierato con Scarpi, Lamacchi, Sottil, Gargo, Stellini, Lazetic, Tedesco, Brevi, Zanini, Milito e Stellone, sta conducendo la gara per 2-1 grazie alle reti di Milito (41′) e Tedesco (43′). Al 21′ del secondo tempo Zanini si avventa su un pallone in area e sorprende […]


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Nel 2004 il Genoa batte l’Empoli a Marassi per 3-2. Il Genoa, schierato con Scarpi, Lamacchi, Sottil, Gargo, Stellini, Lazetic, Tedesco, Brevi, Zanini, Milito e Stellone, sta conducendo la gara per 2-1 grazie alle reti di Milito (41′) e Tedesco (43′).

Al 21′ del secondo tempo Zanini si avventa su un pallone in area e sorprende il portiere e difensore avversari, insaccando con un colpo di tacco scagliato da una decina di metri con la potenza di una cannonata. E’ il goal che sancisce la vittoria per il Genoa ed è figlio di una serata magnifica, dell’entusiasmo che sprizza da ogni angolo del Ferraris, del giro di campo compiuto da Julio Cesar Abbadie, ritornato dopo 44 anni dall’ultima volta che ha vestito la casacca rossoblu a riabbracciare i suoi tifosi che gli tributano un’ovazione trionfale. Otto campionati vinti col Penharol, un Mondale giocato ad altissimo livello, una Coppa Libertadores e una Coppa Intercontinentale sono il prezioso bagaglio che accompagna il prestigioso campione uruguagio.

Zanini ha percepito tutto questo e ha dato il meglio di sé andando in goal nella stessa posizione sotto la Nord in cui, 46 anni prima, Abbadie aveva messo a segno un goal da cineteca contro il Bologna.

Lo stesso giorno, nel 1920, durante la partita contro l’Andrea Doria, il capitano De Vecchi diede prova della sportività che contraddistingue da sempre lo spirito del Genoa: egli ebbe l’occasione per riaprire l’incontro che stava andando a favore della squadra avversaria: l’Andrea Doria aveva infatti realizzato due reti quando un suo fallo in area viene punito dall’arbitro con il calcio di rigore. De Vecchi, poco convinto della validità del rigore, prende la palla, la colloca sul dischetto e al fischio dell’arbitro la calcia con visibile enfasi verso la bandierina del calcio d’angolo, per far capire a tutti che l’errore non è casuale ma voluto e che nessuno possa mai dire che il giocatore abbia approfittato di un arbitro amico per rimediare una partita nata male.

Altra coincidenza storica: nel 1948 il Genoa sconfisse il Novara su terreno avverso per 2-1.

Il Grifone arrivò a quella partita deciso a continuare il periodo positivo che durava da ben otto partite e che l’aveva portato in alta classifica, ma il Novara fu un avversario ostico: guidato da Piola, partì all’attacco e andò in rete con Castelli dopo una ventina di minuti. Il Genoa reagì ma non agguantò il pareggio, arrivato con un colpo di testa di Grisanti su calcio d’angolo prima dello scadere del tempo.

Nella ripresa il Novara insiste all’attacco ma il Genoa risponde con personalità, Cattani detta legge e intorno a lui la squadra organizza la difesa. Davanti ci pensa Verdeal in stato di grazia: prende palla e parte in contropiede, con una serie di finte si libera dei difensori, poi un tiro secco alla sinistra di Russova e la palla finisce nel sacco senza remissione.

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