Nel 1988 il Genoa batte il Modena

Nel 1988 il Genoa batte il Modena. Su quel campo si fronteggiarono in una sfida mortale l’allora presidente del Genoa Spinelli e gli irriducibili tifosi che lo contestavano, mentre la squadra si giocò la vita per non retrocedere in serie C contro un Modena altrettanto disperato. Erano gli anni della mitica Fossa dei Grifoni, nella […]


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Nel 1988 il Genoa batte il Modena. Su quel campo si fronteggiarono in una sfida mortale l’allora presidente del Genoa Spinelli e gli irriducibili tifosi che lo contestavano, mentre la squadra si giocò la vita per non retrocedere in serie C contro un Modena altrettanto disperato. Erano gli anni della mitica Fossa dei Grifoni, nella quale si riconoscevano le giovani leve che avevano raccolto l’eredità dei padri nel cuore della Nord, cambiando il modo di tifare ma non lo spirito del tifo rossoblu: canti, cori e magnifiche coreografie che fecero parlare tutta l’Italia erano il biglietto da visita di questi ragazzi che seguivano il Genoa su ogni campo della penisola. Secondo la convinzione dei tifosi, Spinelli si era impadronito della loro terra (vale a dire il Genoa) e volevano cacciarlo per riappropriarsi delle radici. Lo stadio del Modena fu teatro di questa sfida terribile che non si svolse sul campo da gioco, ma sugli spalti. Il Genoa, come al solito in questi casi, si presenta con un seguito di tifosi che riempie tre quarti di stadio. Tifo a mille, sembra di essere al Ferraris, e la squadra non é da meno: corsa, grinta, tanto cuore (le armi dei poveri) e l’orgoglio per la maglia indossata (arma aristocratica che non tutti possiedono), tutto questo fa 1 a 0 per il Genoa con rete di De Carlo su rigore, al 10′. La reazione del Modena è veeemente e il Genoa si difende come può, anche commettendo qualche scorrettezza, fino a quando passa il limite e l’arbitro Agnolin di Bassano del Grappa fischia un rigore a favore dei canarini. Masolini, che ha buona propensione a calciare i rigori, impallina Gregori e fa 1 a 1: momento di sconforto, ma ci pensa la ‘torcida’ rossoblu a dare la carica, e il Genoa piano piano si riprende. I rossoblu ricominciano ad attaccare, tornano in vantaggio con l’esperto Scanziani al 30′ e vanno al riposo su 2 a 1. Il secondo tempo vede un ritorno del Modena che lotta su ogni pallone e costringe il Genoa alla difesa. La partita tecnicamente non è di certo bella e l’agonismo la fa da padrone da entrambe le parti, con interventi al limite del regolamento, fino a quando scoppia il finimondo per un presunto fallo di mano in area rossoblu. I canarini assediano l’arbitro, vogliono un altro rigore, ma Agnolin non ci sente. Il Modena a questo punto si rassegna, accetta la decisione dell’arbitro e reagisce sul campo, buttandosi all’attacco con veemenza ancora maggiore di prima. E, come spesso accade in questi casi, viene beccato in contropiede: Briaschi scatta, agguanta il pallone e vola in gol. Manca un minuto alla fine, urlo liberatorio della tifoseria rossoblu e festa dei giocatori in campo. E’ fatta, il Grifone non tornerà in serie C dov’era retrocesso quasi vent’anni prima. Ma la B non può far certo contenti i tifosi e Spinelli lo sa: i suoi contestatori sono tutti lì a ricordarglielo, più agguerriti che mai, non può più sbagliare. Sarà Franco Scoglio, stratega finissimo, tattico raffinato, intelligenza vivace e aggressiva, amante dei numeri e dei film western, a riuscire nell’impresa di riportare il Genoa in serie A: pistolero infallibile, che usa le parole come pallottole per vincere ogni duello dialettico, ridarà entusiasmo e orgoglio a tutta la tifoseria. Si aprirà così una nuova fase che porterà al miglior piazzamento del Genoa nel dopoguerra, il quarto posto ottenuto dal solido Bagnoli, conoscitore dei segreti del calcio e capace di vincere uno scudetto in provincia.

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