Nel 1963 il Genoa vince sulla Fiorentina per 2-1

Nel 1963 il Genoa vince sulla Fiorentina per 2 reti a 1. Correva il secondo anno di serie A dopo la promozione del ’62, nel Genoa era arrivato Santos e questa volta la scelta dell’allenatore da parte della dirigenza si rivelerà vincente: Santos, come Sarosi dieci anni prima, creerà le basi per far crescere un […]


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Nel 1963 il Genoa vince sulla Fiorentina per 2 reti a 1. Correva il secondo anno di serie A dopo la promozione del ’62, nel Genoa era arrivato Santos e questa volta la scelta dell’allenatore da parte della dirigenza si rivelerà vincente: Santos, come Sarosi dieci anni prima, creerà le basi per far crescere un forte Genoa, capace di vivere in modo meno precario e di garantirsi la massima serie in modo meno episodico, senza dover aspettare l’ultimo minuto dell’ultima giornata. Grazie a Santos il Genoa iniziò a esprimere un gioco difensivo di tutto rispetto, capace di non degenerare nel catenaccio  più deteriore nonostante l’utilizzo del ‘libero’ e della marcatura a uomo: non si limitò quindi all’ostruzionismo, ma al contrario espresse anche un’idea di gioco d’attacco ben manovrato. Chiave di tal gioco difensivo era il libero Colombo, perfetto nelle chiusure ma in grado anche di collaborare alla costruzione dell’azione; elemento creativo del gioco offensivo il giovane Gigi Meroni che in quel campionato ottenne la sua consacrazione. Quest’ultimo, denominato ‘Gian Burrasca’, aveva debuttato in campionato nel Genoa l’1 novembre 1962, diventando presto il beniamino del pubblico rossoblu. Il Genoa ricevette la Fiorentina nel catino di Marassi all’ottava giornata, dopo un inizio di luci e ombre che tuttavia lasciò abbastanza fiduciosa una tifoseria che aveva percepito il carisma del nuovo tecnico. Partita difficile, perchè la Fiorentina era squadra di notevoli valori, primo fra tutti Hamrin che ogni volta che incontrava il Genoa non riusciva a frenarsi dall’andare a rete, e poi Guarnacci, Maschio, Brugnera, Castelletti e Albertosi, tutti giocatori di primo piano, ma ci penserà Meroni a mettere subito l’incontro sui binari giusti. L’arbitro Genel di Trieste fischia l’inizio, la palla comincia a rotolare e Meroni comincia a far impazzire il suo marcatore Castelletti: per quest’ultimo (che era nel giro della Nazionale) questo sarà un pomeriggio d’inferno, in quanto Meroni gli scapperà da tutte le parti. Infatti, al 18′ gli va già in gol, la Fiorentina reagisce ma la difesa del Genoa tiene bene e riesce a portare l’1 a 0 negli spogliatoi. I tifosi sono entusiasti di un primo tempo che ha mostrato un Grifone ben organizzato e robusto, tuttavia all’inizio del secondo tempo spunta qualche apprensione in quanto la squadra viola ha giocatori di valore che sapranno farsi valere. Ci pensa di nuovo Meroni a mettere tutti tranquilli andando ancora via a Castelletti e siglando la rete del 2 a 0 dopo soli sette minuti. Tripudio sugli spalti, una squadra così quadrata e sicura nei movimenti in campo erano anni che non si vedeva: il Genoa ha gioco e organizzazione di squadra, questa è la novita che scatena gli entusiasmi. Ma la partita non è finita, gli avversari insistono e a venti minuti dalla fine ottengono un calcio di rigore che il solito Hamrin trasforma. Sul 2 a 1 ritorna l’appresione tra i tifosi, ma il risultato non cambierà più e arriverà una vittoria che imprimerà una svolta al campionato. Quello non era un Genoa da salvezza all’ultima giornata, infatti finirà ottavo e scriverà anche una pagina importante stabilendo il record d’imbattibilità della propria porta, con ben 791′, che darà a Da Pozzo un quarto d’ora di gloria e un posto d’onore nella storia del Genoa. Il presente aveva un nome che era già un mito: Gigi Meroni, un fuoriclasse che faceva sognare di nuovo i genoani come non accadeva dai tempi di Verdeal e Abbadie. Tuttavia il male oscuro del Genoa, che lo trascina in basso tutte le volte che sta per spiccare il volo, colpirà ancora: Meroni, la farfalla dalle ali rossoblu che doveva mettere le ‘stella’ sulla maglia del Genoa, volerà via e Santos morirà in un incidente d’auto. La partenza di Meroni sarà causa di una ribellione spontanea e civile, con migliaia di tifosi che invaderanno piazza De Ferrari per protestare sotto la sede. Ma non servirà a nulla, Meroni non tornerà più e nel futuro, invece della ‘stella’ ci saranno ben otto anni di sano calcio di provincia, lontani dalla serie A, su campi troppo piccoli per contenere tutta la passione dei supporters genoani. 

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