Nel 1957 il Genoa incontra la Fiorentina a Marassi

Nel 1957 il Genoa incontra la Fiorentina a Marassi. La partita ebbe due protagonisti d’eccezione: Abbadie e Julinho, stelle del Mondiale del ’54; tuttavia ci penserà l’arbitro Lo Bello di Siracusa a rubare la scena a entrambi, proponendosi coi suoi atteggiamenti autoritari come protagonista assoluto. Il Genoa arrivò alla partita contro la Fiorentina con una […]


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Nel 1957 il Genoa incontra la Fiorentina a Marassi. La partita ebbe due protagonisti d’eccezione: Abbadie e Julinho, stelle del Mondiale del ’54; tuttavia ci penserà l’arbitro Lo Bello di Siracusa a rubare la scena a entrambi, proponendosi coi suoi atteggiamenti autoritari come protagonista assoluto. Il Genoa arrivò alla partita contro la Fiorentina con una classifica pessima ma con un gioco ritrovato. Dopo le catastrofiche sconfitte iniziali, già alla terza di campionato (a Torino contro la Juve) avrebbe potuto rimediare un buon pareggio, sfumato proprio nei minuti finali; e anche a Roma, contro i giallorossi, sull’1 a 1 a poco dalla fine, vide svanire il pareggio al termine di una partita ben giocata, per una prodezza personale del brasiliano Da Costa. In definitiva la squadra rossoblu si ritrovò con un solo punto in classifica dopo cinque giornate, e puntò quindi tutto contro la Fiorentina per iniziare la risalita. Al fischio di Lo Bello, i rossoblu partono subito all’attacco e dopo soli due minuti sono già in gol: Leopardi azzecca un lancio per Frignani che scatta e infila Sarti senza remissione. Sembra l’inizio della riscossa e invece c’è subito la doccia fredda dell’arbitro che prima convalida, poi cede alle proteste viola, va a parlare col segnalinee e annulla. Per la prima versione di Lo Bello, Frignani era partito in posizione regolare perchè tenuto in gioco da Cervato, cosa apparsa ai più,  per il segnalinee invece il giocatore rossoblu era partito in fuorigioco e un Lo Bello stranamente accondiscendente si allinea su questo parere e annulla il gol. Inconcepibile per i tifosi genoani che lo contestano con forza: Lo Bello, noto per essere un duro che fa sempre di testa sua ma che stavolta ha ceduto alle proteste per dar addosso al Genoa, viene messo nel mirino. Ma ai fischi dei tifosi il fischietto di Siracusa risponde esasperando i suoi atteggiamenti autoritari, col risultato di far imbestialire ulteriormente tutto lo stadio. Mentre i supporters rossoblu non si danno pace e continuano ad inveire, i giocatori in campo si rimboccano le maniche e riprendono l’assalto. E’ una partita strana: la Fiorentina, superiore sul piano tecnico ma poco amalgamata, subisce l’intraprendenza di un Genoa che si batte a tutto campo, orchestrato da Abbadie in gran forma. Si aspetta il gol dei rossoblu da un momento all’altro, ma evidentemente questo è un periodo totalmente negativo per il vecchio Grifo perchè dopo mezz’ora di attacchi continui, vanno a segno i viola con Montuori. La beffa del punto della Fiorentina dopo quello annullato al Genoa e mezz’ora di dominio territoriale della squadra rossoblu è davvero difficile da digerire. Il calcio è però anche questo, imprevedibile e beffardo, e i tifosi lo sanno benissimo. Tuttavia sugli spalti si ragiona poco e si tifa molto e questo gol subìto in quel modo e in quel clima infuocato non offre certo ai tifosi motivi di riflessioni filosofiche sull’imprevedibilità del gioco del calcio, al contrario li fa imbestialire ancor di più. Quello che brucia ai tifosi rossoblu è il fatto che se Lo Bello non avesse annullato il gol del Genoa adesso la paritita sarebbe in parità: il clima sulle gradinate si fa quindi molto teso e la folla rossoblu è fuori di sè dalla rabbia. Per fortuna Abbadie, nel giro di cinque minuti, agguanta il pareggio per il Genoa con un magistrale colpo di testa su corner battuto da Frignani e calma un pò le acque. Ma, alla ripresa del gioco, quando il Genoa va subito in gol come all’inizio del primo tempo, l’arbitro Lo Bello si ripete annullando di nuovo. Sembra una maledizione, quando il Genoa ha la possibilità di passare in vantaggio, Lo Bello annulla. Questa volta il motivo sembrerebbe valido: Corso, l’autore del gol rossoblu, pareva infatti fuorigioco, ma il pallone, prima di arrivare a quest’ultimo, è stato deviato da un giocatore viola, il che ha rimesso il centravanti del Genoa in gioco e il gol sarebbe valido. Questo dicono i tifosi e la voce corre rapida per tutto lo stadio, mentre l’arbitro viene di nuovo messo nel mirino come nel primo tempo, e anche di più. La partita è vibrante e la tensione si tocca con mano, il Genoa sta dando tutto per arrivare alla vittoria, in quanto è padrone del campo. Grande prestazione di Delfino, ben coadiuvato dall’altro mediano, l’uruguagio Leopardi; Abbadie davanti fa il resto mettendo in crisi la difesa della Fiorentina ogni volta che si muove, anche se il gol non vuole arrivare. Ma l’avviso dei seguaci rossoblu è che se il Genoa continua a giocare così ne arriveranno presto di altri. E infatti almeno uno sarebbe arrivato davvero se un bel colpo di testa di Abbadie, che aveva già fatto fuori Sarti, non fosse salvato sulla linea da Cervato. Giornata no per il Genoa e la conferma putroppo arriva a metà del secondo tempo, quando gli avversari, su un occasionale azione offensiva, ottiene un angolo, batte l’estroso Lojacono e infila direttamente dalla bandierina con una traiettoria da piedi e testa sudamericani. Nonostante l’ennesimo colpo ricevuto, la squadra rossoblu reagisce con personalità, dando prova di grande vitalità: gli attacchi sono portati con manovre basate sulla velocità e capaci di mettere in difficoltà la squadra viola che preferirebbe un gioco più lento. La partita però la sta facendo il Grifone ed è la squadra rossoblu ad imporre le condizioni. Lo Bello intanto continua con i suoi atteggiamenti da super uomo che buttano benzina sul fuoco del tifo genoano. Improvvisamente però, a un quarto d’ora dalla fine e nel pieno dell’offensiva genoana, su un’azione di rimessa della Fiorentina il classico Julinho anticipa tutti, portiere compreso, con un colpo di testa e insacca il 3 a 1, dando al successo viola proporzioni assurde per com’è andata la partita. Solo a tal punto i rossoblu perdono le speranze e riducono il ritmo che avevano tenuto fino ad allora elevatissimo. Non riducono invece l’intensità del tifo i ragazzi sugli spalti: ormai per loro l’avversario non è più la Fiorentina, ma Lo Bello, colpevole con le sue decisioni, di aver indirizzato l’incontro a sfavore del Genoa, impedendogli per ben due volte di passare in vantaggio. Inutile dire che l’arbitro, in entrambi i casi, s’è trovato alle prese con situazioni di gioco difficili da giudicare, quando una convinzione si fa strada in gradianata nessuno puà fermarla. Due goal annullati in un momento per il Genoa sfortunato come questo sono impossibili da digerire e Lo Bello ne paga le conseguenze: viene fischiato e contestato con veemenza, ma intanto la Fiorentina con due gol di vantaggio si sente la vittoria in tasca, e infatti il punteggio non cambierà più. I viola se ne vanno da Genova con due punti in più in classifica, ma Lo Bello non va da nessuna parte: resta infatti chiuso negli spogliatoi sotto assedio da parte dei tifosi genoani che hanno circondato lo stadio e aspettano solo che esca per dargli il riso con la natta. Questi tifosi sono figli d’arte, discendono da quei genoani che in altri tempi hanno assediato gli arbitri negli epici scontri con Pro Vercelli, Juventus e Casale; sono schierati lungo il Bisagno di fronte alla tribuna e dal lato distinti, mentre la polizia si dispone a sua volta di fronte a loro e controlla. Nessuno eccede nelle esternazioni nè si abbandona a vandalismi, sono quasi tutti adulti, molti i signori di mezz’età e si limitano a scandire cori contro l’arbitro di Siracusa e a lanciare nei suoi confronti insulti e offese personali, ma sono pronti a colpire se si azzardasse ad uscire dal Ferraris. Poi, come sempre accade in questi casi, si sparge la voce che Lo Bello sia uscito nascosto in un furgone della polizia: c’è chi ci crede e chi no e nel giro di pochi minuti la maggior parte dei presenti desiste e toglie l’assedio. Lo Bello arriverà a casa in ritardo e forse, col tempo, dimenticherà tutto mentre i genoani ritornano con la rabbia in corpo e non dimenticheranno niente.

 

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