Nel 1947 il Genoa incontra il Milan

Nel 1947 il Genoa incontra il Milan. Il dopoguerra segnò una svolta epocale nella lunga e gloriosa storia del Genoa. La leggenda della grande squadra rossoblu declinò rapidamente nell’anonimato di campionati mediocri se non addirittura nelle serie inferiori, ma nacque presto un’altra leggenda, quella della passione dei genoani per il Grifone. La squadra rossoblu acquisì […]


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Nel 1947 il Genoa incontra il Milan. Il dopoguerra segnò una svolta epocale nella lunga e gloriosa storia del Genoa. La leggenda della grande squadra rossoblu declinò rapidamente nell’anonimato di campionati mediocri se non addirittura nelle serie inferiori, ma nacque presto un’altra leggenda, quella della passione dei genoani per il Grifone. La squadra rossoblu acquisì quindi un valore simbolico e il tifo diventò amore. Brera, grande cantore del mondo Genoa, quando confessò che i propri sentimenti per il Genoa non erano banale tifo ma amore autentico, pose la pietra angolare per un nuovo modo di intendere il rapporto tra una squadra di calcio e i suoi seguaci. Non che prima i tifosi non seguissero con passione la squadra: da Ponte Carrega a San Gottardo, a Marassi e nelle trasferte storiche di Torino, Milano, Vercelli e Bologna, il Genoa venne sempre accompagnato da tifosi appassionati che non si fermavano davanti a niente. Ma a quei tempi il Genoa era una grande squadra e poteva vivere di luce propria, in quanto i tifosi erano parte integrante perchè i veri protagonisti erano i giocatori in campo. Coi primi anni del dopoguerra, invece, la Società Genoa, perennemente afflitta da problemi economici, non riuscì più ad allestire squadre capaci di essere protagoniste ai vertici della classifica; allora i tifosi, che non si rassegnarono all’anonimato, divennero essi stessi protagonisti. Nacque il mito della Nord, la gradinata costruita alla fine degli anni ’20, già protagonista nei ’30 e che diventa mitica nei ’50 e nacque la leggenda dei tifosi genoani che non lasciano mai sola la gloriosa maglia. Sui campi delle grandi squadre come sui campetti di provincia, il Genoa avrà sempre i suoi tifosi al seguito. La partita Milan-Genoa del 5 ottobre del ’47 dal punto di vista tecnico non dice nulla di particolare, ma dal punto di vista storico-emotivo merita invece di essere ricordato. La guerra era finita da poco e le famiglie italiane faticavano ad arrivare a fine mese, ma i tifosi genoani, in quell’inizio di ottobre trovarono tempo e denaro per andare a Milano a veder giocare il Genoa e ci andarono addirittura con un treno speciale organizzato direttamente dalla Società. Sarà il primo treno speciale rossoblu del dopoguerra, e anche il primo in Italia. Il viaggio fino a Milano durò più di tre ore ma nessuno si lamentò perchè il pensiero era fisso alla squadra e la gioia di poterlo vedere dal vero annullava qualsiasi altra considerazione. Il calcio aveva ancora una valenza emotiva fortissima e poterlo vedere dal vivo aveva un fascino senza pari. Dalla stazione di Milano al campo da gioco in molti andarono a piedi in quanto le comodità erano di là da venire e tutto venne vissuto con lo spirito dell’avventura: si mangiarono panini, si stapparono bottiglioni di vino, mentre si sventolavano bandiere rossoblu cantando a squarciagola il classico inno da traserta. Quel giorno la formazione del Genoa era composta da Sacchetti, Cappellini, Becattini, Cattani, Sardelli, Bergamo, Trevisani, Formentin,  Fuzer, Brighenti I e Dalla Torre. Il Milan è più forte del Genoa e impone i diritti della classe con Carapellese che mette a segno una doppietta, un gol per tempo (al 37′ e al 76′). I rossoblu lottano ma non pungono e alla fine sarà 2 a 0 per la squadra rossonera. Tuttavia nessuno s’abbatte e già si parla della prossima trasferta. Il treno speciale organizzato per la trasferta di Milano in un momento di estrema difficoltà economica per tutta la Nazione, è il primo di un’interminabile sequenza di treni speciali presenti in tutti i successivi decenni della storia rossoblu del dopoguerra, passando attraverso tutte le generazioni. Il Genoa non è più quello di una volta ma i tifosi sono sempre grandi: i padri hanno trasmesso la passione ai figli e l’avventura continua. 

 

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